FIRENZE- Nell’ultima seduta della Commissione regionale territorio e ambiente prima della pausa natalizia, all’ordine del giorno l’audizione dei segretari generali delle Autorità di Bacino della Toscana per un aggiornamento sui PAI (Piani di Assetto Idrogelogico). Alla base dell’incontro, l’esigenza di approfondire lo stato del reticolo idrico toscano e la messa in sicurezza dei siti più a rischio. Le autorità di bacino intervenute (Serchio, Magra, Fiora, Ombrone, Toscana Nord e Costa), nel corso dell’audizione svoltasi ieri a Palazzo Panciatichi, hanno tutte evidenziato la necessità di una maggiore e migliore attenzione al territorio, di un uso razionale e sensato, unito ad uno sfruttamento del suolo che tenga conto della fragilità dei territori, della morfologia e delle risorse idriche che insistono nelle varie zone della Toscana: gli unici strumenti capaci di garantire la sicurezza.
Tema centrale quello delle risorse che mancano. Per il professor Raffaello Nardi, segretario dell’autorità di bacino del Serchio, occorrerebbero: “Circa 1.100 milioni di euro per mettere in sicurezza l’intero reticolo dei corsi d’acqua del bacino in circa dieci anni di lavori per evitare le alluvioni frequenti che subiamo oggi”. E per l’ingegner Trambusti dell’autorità di bacino Toscana Coste, mancano all’appello: “Almeno 40 milioni di euro per i bacini dell’Elba e del Cecina”.
Dall’Ombrone, come dai fiumi dell’area a nord della Toscana (Magra e il reticolo montano) altre grida d’allarme per i rischi della tenuta delle opere di sicurezza del bacino, per le risorse che occorrono per le opere di manutenzione e difesa. “Non possiamo solo rincorrere le emergenze - ha evidenziato Erasmo D’Angelis, presidente della Commissione - solo la prevenzione e la messa in sicurezza dei nostri bacini può farci dormire sonno tranquilli. Le ultime 12 alluvioni negli ultimi dieci anni nella nostra Regione sono costate oltre 2 miliardi di euro per riparare i danni.
La migliore ricetta è quella di investire più risorse per mettere in sicurezza territori, cittadini, aziende, città, considerato che il 70 per cento dei nostri Comuni sono a rischio frane e elluvione. Purtroppo la finanziaria ha tagliato risorse proprio nella difesa del suolo”. L’assessore regionale all’ambiente, Marino Artusa, ha informato la Commissione che la Toscana ha approvato tutti i PAI (Piani di Assetto Idrogelogico) attraverso la partecipazione di enti, comuni, province, autorità parco.
“Attraverso il tavolo di concertazione – ha ricordato l’assessore regionale - è stato possibile individuare un uso naturale del territorio consapevoli che una parte dell’esistente va ricostruito, e che gli interventi futuri debbono essere fatti compatibilmente con le risorse disponibili” Accanto ad una rinnovata filosofia di uso del territorio, nel corso dell’audizione è emersa chiara la necessità che le indicazioni fornite dai diversi PAI siano recepite dalle amministrazioni locali coinvolte: “Affinché i piani regionali e locali – ha sottolineato ancora il presidente della Commissione D’Angelis - possano essere redatti secondo la mappa dei rischi idrogeologici evidenziati dagli stessi Piani”