Riceviamo e volentieri pubblichiamo da Stefano Bettega, docente dell'ISIA dell'Università degli studi di Firenze, relatore all'incontro "Sviluppi della Creatività e Reti di Condivisione del Cambiamento" che avrà luogo a Firenze, il 21 novembre prossimo:
La pagina internet più visitata è la pagina iniziale di Google. Chi vi accede non lo fa per ottenere risposte alle proprie domande. A distanza di quasi dieci anni dalla diffusione di massa della rete internet, il complesso dei contenuti già pubblicati e la particolare configurazione che la rete sta assumendo, limitano il peso dei contenuti di nuova pubblicazione in termini di possibilità di reperimento.
Cercare di rifocalizzare l’attenzione sugli aspetti distributivi è una fase chiave. Scarsa confidenza con il nuovo strumento ha spesso guidato gli sviluppatori a considerare gli aspetti tecnici esclusivamente in senso esclusivamente realizzativo. Un simile approccio consente però il proliferare di oggetti singoli, sulla base di un modello ereditato dai cd multimediali, piccole realizzazioni esaurite in se stesse, accidentalmente posizionati in rete. In questo contesto i motori di ricerca hanno assunto un ruolo sempre determinante.
E' su questo aspetto che si gioca ora una delle grandi sfide del futuro. Perché cresce il rischio di perdere una delle caratteristiche della rete, la libertà editoriale a basso costo, mentre è sempre più vero che, se non adeguatamente sostenute in termini di investimenti in distribuzione le iniziative editoriali sono destinate a scomparire nel crescente rumore di fondo. La rete è un enorme serbatoio di contenuti non equivalenti in termini di visibilità. I grandi motori di ricerca svolgono un ruolo chiave nel determinare i diversi livelli di accesibilità, la scarsa visibilità tende all’invisibilità, alla non esistenza.
Con buona pace di coloro che ritengono tutt’ora internet uno strumento libero, democratico e paritario. E' necessario cominciare a ragionare sull’eventualità che seppure con modalità profondamente diverse si stia replicando il consueto meccanismo di controllo sociale sulle istanze comunicative individuali. Il controllo avviene a valle, in fase di accesso effettivo ai contenuti. Progettare contenuti per la rete non significa soltanto tradurli in una struttura ben organizzata e metterli a disposizione del pubblico.
La possibilità di raggiungere i contenuti non è paritaria: ci sono, di fatto esposizioni e livelli di visibilità molto diversi.