Firenze, 31 Agosto 2005- Divampa la polemica tra personalismi e tatticismi, dopo la decisione del presidente della Provincia di Firenze Matteo Renzi di ritirare le deleghe agli assessori Marzia Monciatti (Ds) e Mauro Romanelli. Marzia Monciatti è stata dimissionata, a quanto è emerso, per aver promosso corsi di formazione a associazione "sospettate" di difesa e diffusione della cultura di libertà di scelta di orientamento sessuale, ad un mese e mezzo dalla data delle primarie, fortemente volute dal candidato dei riformisti dell'Unione rischia di avere esiti disastrosi il fallimento del forum programmatico per il dimissionamento, da parte di Matteo Renzi, di due assessori.
L'8 settembre infatti prenderà il via la campagna elettorale per le primarie: dal centro di Roma partirà il Tir giallo con il quale Romano Prodi girerà l'Italia.
«La De Zordo non si può permettere di tranciare dei giudizi moralistici sulle scelte operate dal presidente della Provincia». Questa la risposta del capogruppo della Margherita Nicola Perini alla capogruppo di Unaltracittà/unaltromondo a proposito della decisione del presidente della Provincia di Firenze Matteo Renzi di ritirare le deleghe agli assessori Marzia Monciatti (Ds) e Mauro Romanelli (Verdi).
«Durante questo primo anno di legislatura - ha aggiunto il capogruppo della Margherita - Ornella De Zordo ha spesso usato toni sprezzanti e espresso giudizi pesanti su quelli che potranno essere i suoi prossimi compagni di viaggio. In realtà, ciò che ha messo in atto Matteo Renzi, per la carica che ricopre, è propedeutico e funzionale alla creazione di una maggior collegialità per il lavoro della sua squadra. Ci auguriamo che questi atteggiamenti non rallentino il percorso programmatico voluto e avviato dal presidente della Provincia».
«E' inaccettabile l'accostamento tra le scelte del presidente della Provincia Matteo Renzi e il concetto di "berlusconismo" formulato da Ornella De Zordo». Così il consigliere della Margherita Marco Carrai replica alla capogruppo di Unaltracittà/unaltromondo.
«Esiste un abisso tra Renzi, la sua cultura di governo, la sua formazione e la logica del centrodestra - ha aggiunto Carrai - sorprende, poi, che la consigliera De Zordo leghi la fine del rapporto assessorile con Marzia Monciatti a questioni inerenti alla scelta di orientamento sessuale, che ha riguardato solo alcuni presunti scoop estivi e nessun atto di Renzi o della sua maggioranza.
La cultura della legalità impone che se esiste una prerogativa dei sindaci o dei presidenti eletti dal popolo, questa valga per tutti i sindaci e per tutti i presidenti, a prescindere dalla tessera di partito che hanno in tasca. Altimenti si afferma che ciò che è consentito a sindaci Ds, non vale per i presidenti della Provincia della Margherita e di Rifondazione Comunista. Dobbiamo ricordare alla consigliera De Zordo come il compagno Vendola ha formato la sua giunta in Puglia?». «Quanto all'Unione - ha concluso il consigliere della margherita - attendiamo da Rifondazione Comunista risposte concrete sui rifiuti, infrastrutture, ambiente, scuole.
L'apertura della maggioranza si fa su progetti concreti, non sulle poltrone da assessore».