Se ancora non esiste una regolamentazione europea nei servizi pubblici, è soprattutto perché sulla materia (oggi oggetto di almeno 40 diverse direttive settoriali e causa di una forte litigiosità di fronte alla Corte di giustizia) le posizioni dei vari Paesi restano distanti. A cercare una linea comune in Europa ci ha provato il Comitato delle Regioni Ue che ieri ha incontrato il presidente della commissione Josè Manuel Barroso per fare il punto sul Libro bianco dedicato ai servizi di interesse generale.
Portavoce delle Regioni Ue il presidente della Toscana Claudio Martini, presidente della Toscana che nel suo intervento ha posto l’accento su alcuni aspetti: sì alla concorrenza e all’apeflura al mercato, ha detto in sostanza il presidente toscano, ma senza danneggiare i cittadini e calpestare l’autonomia organizzativa delle Regioni. «La logica del mercato non può essere applicata a settori come la scuola, la sanità o i servizi sociali — ha spiegato Martini nei quali vanno salvaguardati
i diritti dei cittadini ad avere servizi di qualità a prezzi accessibili».
La bussola che dovrebbe guidare l’azione della Commissione euro pea — se e quando deciderà di varare una normativa-quadro per i cosiddetti servizi di interesse generale (Sig), nei quali rientrano anche i servizi di interesse economico come gas.
acqua e elettricità - dovrebbe essere, secondo Martini, la «ricerca del giusto equilibrio tra l’interesse generale e le regole della concorrenza». «I servizi ai cittadini non possono essere considerati alla stessa stregua di un’ attività industriale soggetta alla concorrenza ha detto il presidente della Toscana a nome delle autorità regionali e locali europee ma devono essere visti come strumenti indispensabili per conseguire la coesione economica, sociale e territoriale». «La liberalizzazione dei servizi dovrà rispettare il principio della sussidiarietà — ha aggiunto Martini senza danneggiare i diritti e le responsabilità delle autorità regionali sul fronte organizzativo, finanziario e di controllo dei servizi forniti localmente». L’allarme sulle possibili interferenze con l’autonomia fino a oggi esercitata da gran parte delle autorità territoriali europee si spiega anche con la proposta di direttiva sui servizi nel mercato interno, fatta dall’ex commissario europeo Bolkestein (e oggetto di accese di scussioni), che, tra l’altro, introduce la clausola del Paese d’origine, in base alla quale le imprese di servizi che operano in più Stati membri potrebbero applicare la legislazione (ambientale, del lavoro) del Paese di provenienza. La regolamentazione del settore dei servizi appare dunque tanto più delicata con l’allargamento dell’ Unione.
«In questo momento cruciale dello sviluppo dell’ Unione —‘ scrive la Commissione Ue nel suo Libro bianco sui servizi di interesse generale sarà necessario riservare una particolare atten zione ai cambiamenti in atto nei nuovi Stati membri e alle loro esigenze specifiche, derivanti in particolare dalla trasformazione subita dalle rispettive economie nel corso degli ultimi due decenni».(fonte Il Sole24ore)