In un Salone dei Duecento gremito, in un clima di grande attenzione ed affetto, si è tenuto stamani in Palazzo Vecchio il ricordo di Eugenio Garin, grande filosofo scomparso a Firenze il 29 dicembre scorso all'età di 95 anni. A parlare del maestro insieme al sindaco Leonardo Domenici sono stati il senatore e poeta Mario Luzi, il filosofo Massimo Cacciari, alcuni illustri ex allievi di Garin: Michele Ciliberto della Scuola normale superiore di Pisa e presidente dell'Istituto Nazionale di studi sul Rinascimento, Maurizio Torrini docente all'Università di Napoli, il professore dell'Università di Firenze Paolo Rossi.
Domenici ha aperto gli interventi ricordando il rapporto che Garin, di origini valdosatane, ha avuto con Firenze: "un legame solido e forte che non si limitava certo a relazioni formali, ma era qualcosa di profondo". "Il pensiero e l'insegnamento di Garin - ha detto ancora il sindaco - sono ancora più significativi in questa epoca, in cui emerge una tendenza alla semplificazione che probabilmente lo avrebbe fatto inorridire. Il suo impegno civile, collegato ad una attenta ricostruzione delle vicende storiche, il suo intendere la filosofia come sapere storico, sono una grande eredità che Garin ci ha lasciato".
Dopo Domenici hanno parlato Ciliberto, Mario Luzi, Massimo Cacciari, Maurizio Torrini e Paolo Rossi, definendo il quadro di un grande intellettuale, di un maestro e di un amico. "Spero che entro l'anno si possa organizzare un convegno internazionale di studi su Garin - ha concluso il sindaco - ma mi senso di dire che questo di oggi è stato davvero un bel ricordo". (ag)