Firenze- 2004 epilogo della recessione, 2005 inizio della ripresa. E’ quello che emerge dalle ricerche dell’Osservatorio regionale per il turismo presentate alla conferenza regionale in corso al Convitto della Calza. Il 2004, secondo quanto emerge dalle stime si chiude con una notevole diminuzione di arrivi dall’estero non compensata da una sufficiente mobilità interna e con un vistoso calo di alcune aree di punta del nostro turismo, cui si contrappone, ma in maniera ancora percentualmente non decisiva, la crescita di alcune aree come quella lucchese, pisana e aretina.
Ma queste sembrano essere le ultime propaggini di una crisi che ha matrici internazionali e che trova le sue radici in quanto avvenuto dopo l’11 settembre 2001. L’anno appena iniziato sembra evidenziare i primi segni di svolta, come sottolinea un’indagine dell’osservatorio su due mercati fondamentali per il nostro turismo: quello americano e quello europeo. Vediamo più in dettaglio le due ricerche.
Le tendenze del 2005
L’indagine è stata effettuate intervistando un campione di tour operator americani e europei.
Le previsioni di domanda del mercato statunitense per il 2005 mostrano ottime possibilità di incremento dei flussi. Infatti, a fronte del 36,2 per cento di operatori che dichiarano una stabilità della domanda verso la Toscana, ben il 60 per cento prevede un aumento considerevole di flussi (in media del 18 per cento). Solo il 2,2 ritiene, invece, che ci sarà un calo delle domande. Le province che saranno trattate dai tour operator americani risultano principalmente Firenze (85 per cento) e Siena (66), seguite da Pisa (37), Lucca (35) e Arezzo (24).
Prospettive incoraggianti anche sul fronte europeo: il 27,2 per cento dei tour operator prevede un incremento della domanda per le destinazioni toscane, un 56,6 per cento prevede invece un andamento stabile e solo un 16 per cento una diminuzione.
Tutte le province toscane saranno commercializzate, in particolare Firenze, Siena e Pisa. La Toscana è considerata dai tour operator europei regione italiana più richiesta, davanti a Lazio e Veneto.
Le stime sul 2004
Secondo i dati, rilevati da Istat e Regione per l’Osservatorio regionale,il 2004 si chiude con un –6 per cento rispetto al 2003. Un dato che non sorprende, e che si inserisce in una fase altamente recessiva di tutto il turismo nazionale che nel 2004 ha risentito pesantemente degli effetti, ancora in atto, della congiuntura internazionale.
La frenata nei movimenti dei turisti stranieri è alla radice del calo anche in Toscana: le presenze di turisti d’oltrefrontiera sono diminuite del 10 per cento fermandosi a poco meno di 16 milioni. In particolare le presenze straniere sono mancate nelle mete balneari (-24,5 per cento), molto di meno nelle città d’arte (-2 per cento). La mobilità interna, questa volta, non è bastata a evitare il segno meno: gli italiani che hanno scelto la Toscana sono stati quasi 21 milioni, un 2,2 per cento in meno rispetto al 2003.
I nostri connazionali hanno invece privilegiato le spiagge toscane (+0,7), trascurando invece le località termali (-13,5). A fare le spese di questa situazione ancora recessiva non solo gli esercizi alberghieri (-3,6), quanto quelli extralberghieri (-8,8): e questo fa pensare che la crisi abbia condotto anche le strutture agrituristiche dopo il boom, a vivere per la prima volta l’esperienza di fare un passo indietro. Se questi sono i dati complessivi del 2004, non uniforme è però il modo in cui sono maturati nelle varie aree della Regione.
I movimenti turistici da gennaio a agosto (in questo caso la stima, ancora provvisoria non comprende gli ultimi quattro mesi dell’anno e la provincia di Firenze) testimoniano una situazione a macchia di leopardo. Il dato più negativo riguarda l’Apt di Chianciano (-25,1) e dell’Amiata (-20,3). Segno meno anche per Massa Carrara (-16,5), Siena (-12,6), Arcipelago Toscano (-11,6), Livorno (-10,1), Grosseto (-8,6). Più o meno stabile l’area di Montecatini Terme (-0,8). Ma a fronte di queste aree dove la crisi si è fatta fortemente sentire c’è anche una parte della Toscana dove le presenze di turisti sono aumentate: l’exploit più notevole è quello di Lucca (+7,7), seguito da Prato (+5,8), Arezzo (+5), Versilia (+2,3) e Pisa (+2,1).
I numeri dimostrano come, nel bene e nel male, le oscillazioni dipendano in gran parte dal flusso dei turisti d’oltrefrontiera: il calo dell’Elba e delle altre isole dell’Arcipelago è dovuto a un bruschissimo calo delle presenze straniere (-46,5) non compensato dal pur rilevante aumento degli italiani (+16,5), così anche per Chianciano (qui gli stranieri sono diminuiti del 30 per cento) e in misura più limitata per Grosseto (-15,2). Invece il trend positivo di alcune aree è dovuto sia alla crescita dei flussi interni, ma anche alla conferma e in alcuni casi alla crescita delle presenze straniere: è il caso di Arezzo (dove gli stranieri sono aumentati del 7,4) e di Lucca (+5,1).