Sabato 22 Gennaio, al Teatro della Pergola (ore 16), fa il suo debutto per gli Amici della Musica di Firenze la violinista Arabella Steinbacher, ventitreenne, nata a Monaco da padre tedesco e madre giapponese, personalità musicale spiccata che a nove anni frequentava già la prestigiosa Musikhochschule della sua città, con Ana Chumachenko, e vincitrice del Concorso “Joseph Joachim” di Hannover edizione 2000. Nell’occasione ad accompagnarla al pianoforte è Robert Kulek, origini lettoni ma studi a New York, Boston e Londra, vincitore di un premio al noto Concorso “Vittorio Gui” per la musica da camera di Firenze, concertista acclamato come solista ed in ensemble da camera nei maggiori centri musicali europei ed americani.
Ben congegnato e vario il programma presentato da questo giovane duo, con il piacevole romanticismo di Schubert (la Sonatina op. 137 n. 2), il lirismo autunnale di Brahms (la Sonata n. 1 op. 78), il fascino evocativo di Dvorak (Quattro Pezzi Romantici op. 75), ma anche le espressioni contemporanee ancora debitrici della lezione di Berg proposte da Alfred Schnittke nel primo dei suoi lavori cameristici (la Sonata n. 1, del 1963). Tutte pagine che non mancheranno di far emergere le doti musicali di Arabella Steinbacher, che si è presentata a Mosca nel 2003, con un Concerto di Mozart, suscitando forti impressioni ed entusiasmo nel direttore Vladimir Fedossejev.
Ma il primo debutto della Steinbacher è avvenuto quando la violinista aveva solo dieci anni, sempre nel nome di Mozart; sono presto seguiti i confronti con le altre maggiori pagine del repertorio concertistico per violino ed orchestra, da Beethoven a Brahms, da Glazunov a Sostakovic, assieme a compagini strumentali come i Münchner Symphonyker, la City of Birmingham Orchestra e la Rundfunk Symphonieorchester di Berlino, a direttori come Marek Janowsky e, prossimamente, Raphael Frübeck de Burgos.
Molto attiva anche nell’ambito della musica da camera, è stata anche invitata da Gidon Kremer per partecipare al famoso Festival di Musica da Camera di Lockenhaus.
Domenica 23 Gennaio, al Saloncino della Pergola (ore 21), smagliante virtuosismo e divertente, gioiosa comunicativa vengono garantiti dalla presenza del Quintetto Bibiena, gruppo di strepitosi fiati italiani che si presenta affiancato dal noto pianista Michel Dalberto: programma tutto dedicato alla Francia fra Otto e Novecento, fiati e pianoforte ciascun da sé o uniti assieme, per Debussy (Première Rhapsodie, per clarinetto e pianoforte), Ibert (Trois Pieces Breves, per fiati), Poulenc (Sestetto, per pianoforte e fiati), Ravel (Gaspard de la nuit, per pianoforte; Ma Mere l’Oye, per pianoforte e fiati), fra originali ed apposite trascrizioni.
Colore squisitamente francese, ma anche tanta varietà di combinazioni e di atmosfere in questo concerto. Non c’è da stupirsene: nato nel 1993, il Quintetto Bibiena ha voluto prendere il suo nome dalla famiglia dei Galli-Bibiena, rinomata stirpe scenografi ed architetti teatrali del Settecento: dunque, un omaggio a chi tanto si adoperò per ideare spazi teatrali dall’acustica straordinaria, e che rimanda alla cura del suono che sempre contraddistingue le performances di questo gruppo; ma pure un modo per sottolineare l’aspetto eminentemente teatrale, mosso e vivace nell’impatto col pubblico, che anche un concerto da camera, spettacolo anch’esso, esige.
Formato da Giampaolo Pretto (flauto), Alessandro Carbonare (clarinetto), Paolo Grazia (oboe), Roberto Giaccaglia (fagotto) e Stefano Pignatelli (corno), il Quintetto Bibiena ha ottenuto il più alto riconoscimento al Concorso Internazionale dell’ARD di Monaco di Baviera, con un risultato mai conseguito da nessun altro ensemble italiano; di recente, ha avuto il riconoscimento del Premio “Filippo Siebaneck” assegnato dalla giuria del Premio “Abbiati”. Grazie anche alla partecipazione al Festival “Nuove carriere” indetto dal CIDIM (1994), il gruppo è oggi stabilmente ospite delle principali e più prestigiose stagioni concertistiche italiane; ha poi fatto il suo debutto al prestigioso Mozarteum di Salisburgo, ed ha effettuato un importante tour in Sudamerica organizzato dal CIDIM.
Il Quintetto Bibiena è inoltre molto attivo nella collaborazione con autori contemporanei, che proprio per le caratteristiche musicali del gruppo hanno composto espressamente nuovi brani (ricordiamo Fedele, Boccadoro, Sollima) o ne hanno permesso l’ampliamento del repertorio confezionando su misura alcune trascrizioni di pagine celebri. Con il Quintetto Bibiena collabora nell’occasione fiorentina un nome di spicco come Michel Dalberto, pianista impostosi all’attenzione con le vittorie dei primi premi al “Clara Haskil” (1975) ed al Concorso Pianistico di Leeds (1978), e da allora proiettato nel panorama internazionale accanto ad orchestre di fama e direttori prestigiosi.
Dalberto è anche un musicista da camera di grande rilievo, che collabora con Barbara Hendricks, Dmitry Sitkovesky, Lynn Harrell, i fratelli Capuçon, ospite nei festival di Lucerna, Montreaux, Seattle. Fra le sue numerose registrazioni, vale la pena di ricordare almeno l’integrale dedicata a Schubert e pagine di Chausson con l’incredibile Jessye Norman.