Firenze - Assistenza adeguata e, soprattutto, lotta al dolore. In tema di cure di fine vita la Fondazione Italiana di Leniterapia (FILE) è ormai una delle più incisive tra le istituzioni che operano a Firenze e in Toscana. E tra i meriti che tutti le riconoscono uno riguarda senz’altro l’intensa azione culturale e l’aver contribuito non poco ad accendere il dibattito sulla “morte nella dignità”, che in un Paese davvero civile non può che essere uno degli obiettivi principali.
A due anni dalla nascita FILE celebra il compleanno con un convegno (20 gennaio, dalle ore 16, Sala Bianca dell’Istituto Statale della SS Annunziata, Piazzale del Poggio Imperiale 1), che il presidente Donatella Carmi Bartolozzi definisce “di bilancio, di riflessione, ma anche di messa a punto di nuove idee e di nuove iniziative”.
Il titolo del convegno è eloquente: “Vivere e morire come occasioni di scelte consapevoli: individuo, culture, società”.
Tra i protagonisti, l’antropologo Tullio Seppilli, Mariella Orsi, vicepresidente della commissione regionale toscana di bioetica, Giovanni Maggio, docente di comunicazione d’imprese all’università di Firenze, Mario Pappagallo, responsabile delle pagine medico-scientifiche del Corriere della Sera, il direttore dell’Istituto Giano di Roma, Sandro Spinsanti, e la scrittrice Angela Staude Terzani che ha vissuto da vicino la malattia di Tiziano Terzani, il grande giornalista morto di tumore nel luglio scorso.
“Il ruolo della famiglia nell’ultimo giro di giostra” è appunto l’argomento della relazione di Angela Terzani, Seppilli parlerà di “Orizzonti e qualità della morte”, Spinanti degli “Attuali dilemmi della fine vita” e Pappagallo di “Mass media e il tema della morte”.
Al presidente di FILE, invece, il compito di ricordare ciò che la Fondazione ha realizzato e quanto di nuovo c’è in cantiere.
Si tratta in entrambi i casi di lunghi elenchi che hanno impegnato e impegnano a fondo la Fondazione: corsi per volontari, convegni scientifici, fund rising destinati a finanziare iniziative di centri specializzati, fino al recente finanziamento di 10 borse di studio come contributo al primo master in cure palliative organizzato dall’ateneo fiorentino.
Alla base di tutto questo, spiega Donatella Carmi Bartolozzi, “c’è la profonda convinzione che i pazienti e le loro famiglie debbano poter ricevere tutta la possibile assistenza per affrontare nelle condizioni più umane e civili, ossia in piena capacità di scegliere, il più drammatico passaggio della vita”.