E’ iniziata in Consiglio regionale la discussione sulla nuova proposta di legge sul governo del territorio, la cosiddetta “super 5”, dal nome della legge precedente, la 5 del ’95. Riguarda urbanistica e edilizia, ma anche sviluppo sostenibile e paesaggio, e riscrive secondo un quadro unitario tutta la normativa regionale che ha come minimo comune denominatore il territorio. Rispetto alla ‘vecchia’ legge 5, le novità principali sono il “procedimento unificato”, che deve riguardare indifferentemente tutti gli atti che hanno effetti sul territorio, la “valutazione integrata”, che oltre agli aspetti ambientali considera anche quelli sociali, economici e sanitari, e la “conferenza paritetica interistituzionale”, che avrà il compito di dirimere le eventuali controversie tra i diversi enti competenti, riducendo gli iter burocratici.
Più in generale, la legge definisce i concetti di governo del territorio, statuto del territorio, invarianti strutturali, chiarisce quali sono i diversi atti, i soggetti competenti e le rispettive funzioni, e contiene anche norme sulla sicurezza nei cantieri, sul territorio rurale, sulle zone soggette a rischio sismico, su contributi e sanzioni. Il testo adegua la legislazione toscana alla riforma del titolo V della costituzione, alle norme nazionali contenute nel Codice unico sulla tutela del paesaggio, ed alle disposizioni europee sulla valutazione ambientale e integrata.
Contenuti ed obiettivi principali sono stati illustrati in aula da Sirio Bussolotti (Ds), presidente della commissione Territorio e ambiente. “La legge – ha affermato – ha l’intento di mantenere vivo il legame tra le politiche del territorio e le politiche di sviluppo, coniugare sostenibilità ed efficienza, superando le rigidità dei piani regolatori ‘vecchio stile’ e rafforzando le sinergie tra i diversi soggetti competenti”. Bussolotti ha anche illustrato alcune novità rispetto alla proposta avanzata a suo tempo dalla Giunta regionale, come il monitoraggio sull’andamento della legge, che la Giunta dovrà trasmettere al Consiglio con cadenza biennale, e l’introduzione di norme su beni comuni, verde pubblico, risparmio energetico e bioedilizia.
Critici i primi interventi del centro-destra. Secondo Paolo Marcheschi (Forza Italia), la Toscana avrebbe dovuto aspettare gli esiti del dibattito nazionale sugli stessi argomenti: infatti anche in Parlamento è in discussione una nuova legge quadro. La legge quindi cade nel momento sbagliato, anche perché non sono passati che dieci anni dalla normativa precedente, e molte amministrazioni non hanno ancora avuto il tempo di adeguarsi. Nel merito, per Marcheschi “se questa legge cambia qualcosa, non cambia in meglio, anzi, invece di introdurre incentivi, mette ancora più vincoli ed ingessa ancora di più il territorio”.
Simile il giudizio del capogruppo di Forza Italia, Maurizio Dinelli, per il quale “la legge, lungi dal portare i benefici annunciati, creerà ulteriori problemi interpretativi per le amministrazioni, già in difficoltà con la legge precedente, e provocherà ancora ostacoli sia per i cittadini che per i professionisti”. Dinelli ha insistito anche sulle questioni di metodo, sostenendo che la fretta con cui la legge è stata portata in Aula non ha consentito alle opposizioni di apportare al testo i contributi che avrebbero voluto.
“Questa legge è un grande passo in avanti. Su alcuni punti avremmo insistito di più, ma siamo complessivamente soddisfatti del lavoro che è stato fatto”. Questo, invece, il giudizio di Fabio Roggiolani, capogruppo dei Verdi. Per il consigliere, uno degli obiettivi fondamentali della legge e delle politiche regionali dev’essere la qualità del costruire. “I cambiamenti climatici ci insegnano che le nuove priorità devono essere la sicurezza ed il risparmio energetico: la Regione non deve vietare di costruire ma deve imporre, anche con i dovuti incentivi, di costruire bene, e questa legge, almeno in parte, lo fa”.