"Firenze ormai da alcuni anni rappresenta un fertile terreno di incontro e di confronto tra soggetti e culture politiche diversi -scrivono coralmente Liano Angeli del Gruppo 94, Vittorio Biagini del Laboratorio Nuova Buonarroti, Monica Liperini dei Girotondi per la Democrazia di Firenze, Massimo Migani di Legambiente Circolo di Firenze, Donatella Pini di Firenze al Futuro- La società civile fiorentina rappresentata sia da associazioni e movimenti che da singoli cittadini -la così detta cittadinanza attiva- è stata protagonista di un importante evento quale il Forum per Firenze.
Vale certo la pena di ricordare l’alto numero di persone che vi hanno partecipato, il grande contributo di idee apportato e l’alto profilo del materiale prodotto.
Questa esperienza ha dato il chiaro segnale della ferma volontà dei fiorentini di sentirsi parte attiva di un processo di democrazia dal basso, entro un percorso di partecipazione alle scelte politiche della città. La scelta di Palazzo Vecchio di creare ex novo l’Assessorato alla Partecipazione, con la designazione di Cristina Bevilacqua, che era stata all’interno del Forum uno dei referenti del gruppo di lavoro sulla partecipazione, e la decisione di avviare un confronto pubblico sul programma di mandato articolato in decine di incontri, ci sembrano un passo importante sulla strada verso un reale protagonismo dei cittadini.
Come devono essere resi veri protagonisti i Quartieri, primo luogo , democraticamente eletto, di confronto tra istituzioni, partiti e cittadinanza attiva.
Questo esperimento di partecipazione, della durata di due mesi, deve rappresentare, evidentemente, il primo momento di un itinerario più ampio, che permetta di articolare adeguatamente, nei tempi necessari e nei modi più efficaci, percorsi di confronto approfondito ed incisivo sui principali temi di interesse cittadino.
Si tratterà anche di individuare strumenti nuovi per ampliare il dialogo tra la città e l’amministrazione quali ad esempio i laboratori di progettazione partecipata di rione e il bilancio partecipativo.
Comunque va ricordato come il programma di incontri sia legato ad un preciso adempimento istituzionale, che impone precisi limiti, anzitutto in senso temporale: lo sviluppo di un programma elettorale, già sanzionato da una elezione democratica, in un documento che porti su un piano più definito ma ancora generale le indicazioni relative all’azione di mandato, Tale passaggio si apre appunto per la prima volta a modalità partecipative.
E il fatto che in esso il confronto si possa concretizzare anche attraverso un processo di tipo assembleare, è una opportunità, oltre che una esperienza di partecipazione, da cogliere e sperimentare:ciò consentirà a tutti di valutare concretamente la disponibilità del governo cittadino al confronto e all’accoglimento delle istanze della società civile".