Rispetto alle condizioni in cui sono vissuti prima di oggi gli abitanti del banti sono sicuramente “privilegiati” rispetto agli altri connazionali giunti a Firenze nei mesi scorsi. La struttura non è certo nelle migliori condizioni, è fatiscente ed avrebbe bisogno di cure per non marcire nel degrado. Davanti ci sono delle impalcature, perché la terrazzina è pericolosa e nel cortile interno cadono i calcinacci dall’alto. In più l’impianto idrico è un colabrodo. Il volontario della protezione civile di turno, mi ha confidato che all’indomani della riapertura dell’acqua Publiacqua ha lamentato una perdita di 20 MQ di acqua.
Una piscina in pratica ! e tutto in una notte.
L’ex ospedale è lontano da Firenze ed i somali , non avendo soldi, viaggiano senza biglietto sulle linee urbane per raggiungere il centro. Alcuni non si spostano visto che sono stati “ripresi” da controllori ed autisti con apprezzamenti poco gradevoli. Sono ammassati al primo piano della struttura, l’unico che è stato rimesso in funzione dai tecnici del comune per quanto riguarda elettricità ed acqua corrente. Le stanze sono tre grandi camerate da 20 o 30 persone più altre stanze piccole in cui si vive in tre o quattro.
C’è un presidio fisso della protezione civile che fornisce continua assistenza. Un furgoncino con il quale si organizzano a turno le varie misericordie della zona, arriva alla sera alle 7 con generi alimentari e pasti pronti per la cena. Durante il giorno il pranzano alla Caritas a Firenze.
Di quelli che sono stati sentiti dalla commissione, ne sono rimasti in pochi. Frequentano il corso di Italiano organizzato dagli anelli mancanti in Borgo Ognissanti e stanno cercando un lavoro. Per chi parla già un po’ di Italiano c’è la possibilità di seguire dei corsi all’ ITI ( ce n’è uno per tecnico per caldaie, mi faceva notare Sara, che si sta occupando di questo).
Del fatto che anche questa sia una soluzione provvisoria, e che ad ottobre dovranno lasciare anche questa nuova “casa” nessuno sembra preoccuparsi. Devono ancora riprendersi dalla differenza di trattamento ricevuta negli altri paesi europei dai quali provengono. Invece le intenzioni dell’amministrazione comunale sono quelle di una soluzione provvisoria. Presa in un momento di emergenza, e per evitare problemi di ordine pubblico, come lo è stato lo sgombero di agosto. Chissa se per l’otto di ottobre una soluzione verrà trovata, o se come è successo fino ad oggi si aspetterà di nuovo di creare il problema per trovare un soluzione di emergenza.
La linea con cui vengono affrontati questi problemi sembra purtoppo questa altri esempi recenti e non ce lo dimostrano. Dai campi Rom, alle vicende del movimento di lotta per la casa, al recente caso dei Ragazzi poliomielitici rumeni che vivono facendo disegni alla stazione . L’amministrazione comunale durante una operazione di pulizia dalla vecchie biciclette che occupavano il piazzale di Santa Maria novella, ha “per errore” gettato via le loro sedie a rotelle. Sull’onda dell’indignazione, per questi ragazzi che da anni vivono alla stazione è stata trovata in quattro e quattr’otto una soluzione.
Crediamo che non sia questo il modo giusto di affrontare i problemi e ci aspettiamo un rilancio di una vera politica “di sinistra” , come l’amministrazione fiorentina ha dimostrato di saper fare anche a livello nazionale. Il tema dei diritti dei migranti deve essere affrontato da un ‘amministrazione coraggiosa come lo è la nostra con maggior sensibilità, soprattutto in vista del prossimo G5 sui temi dell’immigrazione che si terrà proprio a Firenze nel mese di ottobre.
Roberto Deri Fotogiornalista freelance