Esce in libreria per le edizioni Vallecchi il volume "Rumori Futuri" studi e immagini sulla musica futurista, degli autori Daniele Lombardi e Carlo Piccardi ( pp.128, Euro 18.00). Una ricca antologia sul futurismo musicale che raccoglie manifesti, scritti, frammenti di articoli, fotografie, programmi; in sintesi una teorizzazione che va dal primo manifesto di Francesco Balilla Partella del 1910 agli ultimi, ad opera di Aldo Giuntini e Franco Sartori del 1942. Nel volume si trovano due importanti saggi, uno del musicologo Carlo Piccardi, l'altro del compositore, pianista e artista visivo noto a livello internazionale Daniele Lombardi, curatore del progetto.
Il volume traccia un panorama di quello che è stato il peso storico delle teorie del futurismo sulla musica dei primi del Novecento e fa il punto sulla teoria di questa musica ancora oggi scarsamente indagata e in maniera del tutto episodica. " In questa, come in altre storie delle avanguardie storiche del Novecento - sottolinea Lombardi - appare subito molto evidente che per certi artisti e musicisti l'esperienza di audace sperimentazione ha avuto una durata troppo limitata. Per alcuni la vita è stata troppo breve, per altri la dura accoglienza e l'incomprensione da parte di una società "passatista" è stata un forte deterrente che ha fatto ritornare all'ordine, spesso rinnegando alle radici l'esperienza sperimentale, rinnegando tutte le posizioni di avanguardia.
Boccioni, Sant'Elia, Mix sono scomparsi trentenni, Pratella, Russolo e Casavola hanno avuto pessime fortune tali da far cambiare loro completamente strada". Come se non bastasse molti materiali sono andati distrutti e dispersi per sempre , come i celebri strumenti costruiti da Russolo e Ugo Piatti. Nessun "Intonarumori" originale è sopravvissuto ai bombardamenti o peggio ancora all'indifferenza verso questi strani marchingegni capaci di ricreare nuove sonorità e che portavano i nomi di : ronzatori, sibilatori, crepitatori, ululutari, gracidatori, frusciatori.
Ma senza voler prestarci a giochi di parole, qual è stato il futuro del futurismo, quale la sua influenza sulla cultura musicale contemporanea? " Il futuro di Marinetti - precisa Lombardi - è lo stesso di quello di Erik Satie, di Marcel Duchamp, di tutti quegli artisti che hanno messo in discussione alla base il ruolo dell'arte nel sociale, una "creatività" al potere che nel caso di Marinetti si è impantanata in una cultura retriva e incapace. Il suo futuro è passato attraverso John Cage, Fluxus, l'Arte povera, l'Arte concettuale, tutte espressioni che sono spinte da profonde riflessioni sullo statuto e sullemodalità dell'arte."