Carrara – Quella che il sindaco Giulio Conti propone per Carrara è una svolta epocale. Per la “capitale mondiale del marmo” in crisi d’identità si tratta, niente meno, di passare dalla monocultura industriale delle cave, antica di millenni, a un nuovo modello di sviluppo fatto anche di turismo, cultura, paesaggio, ambiente.
Dunque il sindaco ha chiamato a raccolta i progettisti dell’amministrazione e alcuni tra i più qualificati esperti italiani, per discutere in un convegno pubblico non tanto di singole cose da fare (strada dei marmi, assetto idrogeologico, piano per la protezione civile, piano regolatore), quanto di futuro stesso della città, di vision strategica destinata a governare un cambiamento globale.
Carrara: il futuro possibile.
Identità, Territorio, Risorse – Un nuovo modello di sviluppo (CarraraFiere, 24-25 settembre). Ecco il titolo del convegno che il sindaco Conti ha presentato oggi alla stampa, anticipando tra altro i risultati di una ricerca motivazionale che descrive una città afflitta da “sindrome depressiva collettiva” (diagnosi amara, che dà un nome inquietante al malessere locale, benché, di questi tempi, si attagli a gran parte del pianeta).
Il convegno, ha spiegato, si svolge a un anno esatto dall’alluvione che il 23 settembre del 2003 uccise la signora Ida Nicolai, fece danni alle strutture pubbliche che hanno richiesto interventi per 31 milioni (il governo ne ha restituiti solo 8) e danni forse maggiori a privati e imprese (che ancora attendono risarcimenti dallo Stato).
Sommatosi a una situazione già sufficientemente critica, il disastro ha accelerato riflessioni e progetti che ora sono portati al dibattito delle parti sociali, delle categorie economiche, dell’associazionismo. Le scelte, ha ricordato il sindaco, dovranno nascere dalla consapevolezza e dal coinvolgimento generali.
L’alluvione dà spunto al convegno per offrire un riconoscimento a quanti si distinsero in quei giorni drammatici e per presentare, in nome della cultura della prevenzione, il nuovo piano di protezione civile e i progetti di riassetto idrogeologico.
Temi saldamente legati al progetto di riassetto dei bacini marmiferi e a quelli per garantirne sia la sicurezza in termini ambientali e di lavoro, sia la valorizzazione a fini turistici. L’obiettivo, peraltro, è di fare delle cave il fulcro di un museo diffuso del marmo da integrare al futuro “polo museale” carrarese, argomenti di cui tratteranno il Consorzio Civita con uno studio di marketing territoriale, e il critico Bruno Corà (neo direttore del Centro di Arte Contemporanea della Spezia) al quale sono affidate ideazione e progettazione del “polo”.
Magna pars del convegno sarà riservata alla presentazione dei progetti di attuazione dell’importantissimo Piano di Iniziativa Comunitaria Urban II: si tratta in effetti di recuperare le parti degradate del centro storico e dei paesi a monte, e di realizzare il bypass urbano, ovvero il primo lotto della Strada dei Marmi (uno spettacolare cortometraggio ne mostrerà il percorso) che consentirà, tra l’altro, di liberare Carrara dal traffico delle cave.
In proposito, Federico Oliva (Politecnico di Milano) illustrerà le ipotesi di revisione del piano regolatore, mentre Gennaro Improta (Università di Napoli) presenterà il nuovo piano urbano del traffico (PUT).
Sui questi contributi dovrà ovviamente dire la sua la città intera. Intanto il convegno proporrà un test significativo con una tavola rotonda, in programma la mattina di sabato 24. Protagonisti intellettuali, esperti, studiosi delle diverse discipline, chiamati non solo a leggere al microscopio “il futuro possibile di Carrara”, ma anche a mettere a confronto la realtà carrarese con quella di altre città, province, regioni italiane ed europee, per individuarne i punti deboli e quelli di forza sui quali puntare.