Negli ultimi tre anni il settore turistico ha vissuto tra molte difficoltà, che in alcuni casi ne hanno rallentato la crescita, in altri ne hanno determinato una vera e propria inversione di tendenza. Tensioni geo-politiche internazionali, congiunture economiche non favorevoli, crisi di alcuni mercati fondamentali hanno rappresentato a livello nazionale degli ostacoli notevoli che non sono stati ancora superati facilmente. Il 2003 ha rappresentato per la Provincia di Firenze ed il capoluogo un considerevole punto di arresto dei movimenti turistici; il raffronto fra i risultati del 2003 e quelli dell’anno 2000 evidenziano un calo di flussi turistici a livello provinciale pari al 9,0% circa e per quanto riguarda il comune di Firenze pari al 12,0% circa. Questo andamento, se messo in relazione con la crescita degli ultimi tre anni sia dell’offerta ricettiva provinciale (+21,58%) sia dell’offerta ricettiva comunale (+10,18%), si traduce inevitabilmente in una flessione ancor più alta per le singole imprese, in termini di camere vendute e posti letto occupati.
Ciò ha riguardato in misura indistinta sia il comparto alberghiero che quello complementare: per il primo si osservano punte di negatività più accentuate della domanda turistica, che però si accompagnano ad una crescita più contenuta dell’offerta; la ricettività complementare al contrario mostra percentuali di variazione delle presenze meno negative, ma al tempo stesso ha visto crescere la propria offerta in misura assai considerevole. Questo andamento negativo del turismo nell’ultimo triennio si accentua ulteriormente se l’analisi si sposta sui consumi turistici.
Lo studio relativo alla valutazione dell’impatto economico del turismo, promosso dalla Camera di Commercio di Firenze, dalla Provincia di Firenze e dall’Agenzia per il Turismo di Firenze e realizzato dal Centro Studi Turistici di Firenze, risponde alle esigenze espresse dai rappresentanti degli operatori economici, coinvolti direttamente o indirettamente dal mercato turistico, di pervenire ad un aggiornamento dei risultati derivanti dall’analisi effettuata nell’anno 2000. La rilevazione effettuata, si è concentrata soprattutto sull’osservazione delle abitudini di consumo dei turisti: è apparso infatti importante verificare le eventuali modifiche del comportamento di spesa, sopravvenute negli ultimi tre anni.
La rilevazione del 2000, è senza dubbio un interessante punto di paragone rispetto a quanto avvenuto di recente: crisi della sicurezza dei voli internazionali dal 2001, unificazione monetaria europea con relativi assestamenti dei livelli di prezzo e crisi economica mondiale negli ultimi due anni hanno ridisegnato i comportamenti dei turisti, non estranei agli eventi economici. Nel complesso la rilevazione effettuata nel 2003 ha fatto emergere alcune significative indicazioni sul cambiamento in atto nella domanda turistica.
E’ apparso evidente che negli ultimi tre anni i turisti abbiano cambiato sensibilmente modi e propensioni di consumo, e questo lo si può osservare sia per gli italiani che per gli stranieri. Il livello della spesa turistica evidenzia una lieve flessione nella capacità di spesa media: dai 115,27 € di spesa giornaliera media procapite si è passati ai 114,29 €. Le dimensioni della flessione non sono di grandi dimensioni, se si osservano solo gli scostamenti dei valori assoluti, ma non è così: gli importi relativi alle singole voci di spesa risultano in certi casi stravolti, e solo una tendenza all’autoregolazione del mercato, una sorta di vasi comunicanti, permette che il livello generale di spesa non mostri forti variazioni.
Anche se alcune rilevazioni non sono del tutto comparabili, vista la necessità di variare i settori di consumo, si è potuto osservare una netta diminuzione nel livello di spesa per la ricettività (da 42,53 Euro giornaliere del 2000 ai 38,29 euro del 2003 per un calo del fatturato circa del 17/18%), per l’abbigliamento (che vede un calo, di origine turistica, in misura di oltre il 35%), per i prodotti commerciali enogastronomici, artigianali e per gli oggetti d’arte. Dall’altro lato si nota un aumento della spesa per i pubblici esercizi (ristorazione classica, fast food, pizzerie, bar…), ma soprattutto per le visite culturali e gli spettacoli.
In termini assoluti, rimane la rilevazione di circa 220.000.000 € di diminuzione della spesa turistica diretta rispetto al 2000, un pesante passaggio di “millennio” segnato dalle crisi in successione, prima della new-economy, poi dei mercati finanziari, quindi dei consumi e della fiducia delle famiglie, e da fine 2001 anche della sicurezza internazionale dovuta alla minaccia terroristica islamica. Se consideriamo la differenza della spesa complessiva (2000-2003) a prezzi correnti 2003, otteniamo cifre ancor più distanti: infatti si passa dai 2.662.542.627 stimati per il 2000 ai 2.244.891.495 per il 2003: il saldo negativo raggiunge i 417.651.132 Euro, che tradotto in termini percentuali attesta una diminuzione del -15,69%. I tre anni appena passati non sono stati facili, troppi cambiamenti e in parte traumatici hanno costretto a modificare abitudini turistiche e modalità dell’offerta, ma un sistema appare comunque vitale se sa trarre da questi cambiamenti, forza per sviluppare ulteriormente la propria offerta e non perdere terreno: è quello che sembra stia accadendo al sistema turistico fiorentino, che appare, anche nella contingenza, sempre più un sistema territoriale omogeneo e solido.
TURISMO 2004: ARRIVERÀ LA RIPRESA? Le previsioni del 2004 si annunciano sotto il segno dell’incertezza, anche se da più parti arrivano segnali di moderato ottimismo per una ripresa imminente. Pur in presenza di uno scenario internazionale difficile (terrorismo e problemi di sicurezza, congiunture economiche, e forte apprezzamento dell’euro sul dollaro), i nostri operatori turistico – ricettivi lasciano intravedere una ventata di cauto ottimismo. Sono almeno quattro i motivi che inducono ad un moderato ottimismo.
Il primo è dato dai segnali di superamento della fase di “stanchezza” delle imprese, sempre più orientate all’innovazione del prodotto e alla sostituzione dei mercati. Occorre evidenziare che le nostre imprese del settore hanno superato la fase di rassegnazione. Le piccole e medie aziende turistiche hanno intrapreso la strada del rinnovamento, adottando e modificando le strategie produttive e commerciali. Oltre alla riduzione dei prezzi, molte aziende sono andate alla ricerca di nuovi mercati, hanno intensificato i rapporti con il settore dell’intermediazione turistica supportate da più incise azioni promozionali o da scelte di specializzazione su nuovi segmenti. Il secondo riguarda i primi segnali di rinnovato interesse verso la nostra provincia da parte di alcuni mercati stranieri; già i dati del 2003 evidenziavano che, a fronte di un consistente calo di turisti stranieri si registrava un aumento abbastanza importante di flussi provenienti dalla Gran Bretagna e dalla Francia. Il terzo deriva dall’affermazione dell’offerta “arte, cultura ed eventi”, trainata dall’offerta di manifestazioni/eventi (culturali, espositivi, congressuali) e dal diffondersi del fenomeno “short break”.
Sicuramente l’abbinamento fra risorse storico artistiche ed eventi culturali, espositivi e congressuale ha permesso un notevole recupero in termini di flussi turistici; Un aumento della diversificazione dei mercati: nella nostra provincia sono presenti tutti i vari segmenti turistici e, nonostante il calo degli stranieri negli ultimi anni, sono state impostate le basi per poter continuare a lavorare proficuamente sui vari mercati esteri; La necessità di questo salto di qualità va letta anche alla luce dei nuovi comportamenti della domanda: minore disponibilità di spesa, diminuzione della permanenza media, scarsa propensione alla programmazione e alla prenotazione anticipata del soggiorno, acquisto di servizi di base successivamente integrati in base alle esigenze personali, ecc.
La flessibilità dell’offerta e la capacità di interpretare il mercato sono un presupposto fondamentale per mantenere un vantaggio competitivo duraturo: da qui la necessità di comprendere i trend di sviluppo dei mercati che, seppur in forte difficoltà, appaiono in rapida trasformazione. Non vi sono dubbi sulla capacità di richiamo del nostro territorio ed, in particolare, della nostra città nei confronti della domanda internazionale e interna. L’indice di gradimento è alto, anche se emergono fenomeni che non è possibile ignorare; in stretto collegamento con le richieste di pacchetti sulle città d’arte, la domanda di turismo culturale dimostra un crescente interesse per le occasioni di viaggi effettuati in coincidenza di grandi eventi culturali. In crisi di competitività il segmento campagna/rurale della provincia ed in particolare il settore dell’agriturismo che necessitano di un ripensamento del proprio modello di offerta; Maggiore attenzione della domanda verso quella tipologia di offerta in grado di proporre un buon rapporto prezzo/qualità; Una leggera ripresa dei viaggi intercontinentali ed un leggero recupero dei flussi turistici organizzati favoriti anche da azioni promozionali dei vettori aerei; In un periodo come l’attuale che vede il sistema turistico nazionale perdere posizioni di mercato a favore di Paesi che hanno strutturato una offerta fortemente concorrenziale, il mantenimento di una immagine competitiva e in grado di trovare nuovi mercati appare un elemento indispensabile per il sistema turistico provinciale. Insomma, dal consuntivo registrato nei mesi estivi sembra che sia continuata la ripresa registrata nel corso della primavera, in particolar modo per gli operatori della città.
In generale dal mercato straniero si è verificato un leggero aumento del turismo organizzato, mentre i flussi domestici stanno registrando una sostanziale stabilità. Per ora continuano ad essere confortanti i dati che arrivano dall’area euro: in aumento i flussi francesi, scandinavi e spagnoli. Un aumento è registrato anche per i flussi provenienti dalla Russia e dai Paesi dell’Est; gli operatori intervistati indicano un recupero del mercato statunitense. Flessioni di diverse entità si rilevano invece per tedeschi e svizzeri; flessioni più contenute per britannici.
Sostanziale stabilità per giapponesi e olandesi. Queste, in estrema sintesi, le aspettative degli operatori del settore, emerse dall’Osservatorio Turistico Congiunturale della Provincia di Firenze realizzato dal CST che ha interessato un campione significativo di strutture ricettive provinciali. Sul fronte degli operatori ricettivi provinciali il mese di luglio si è chiuso con un saldo positivo dei flussi turistici di circa 1 punto rispetto al luglio 2003, mentre lo stato delle prenotazioni del mese di agosto è a quota +0,78%, con difficoltà evidenti delle strutture agrituristiche.
I risultati della stagione estiva appaiono evidenti anche dall’evoluzione delle principali tipologie di vacanza. Il turismo culturale ha registrato il +3,33% nel mese di luglio ed oltre il +1,00% per il mese di agosto; difficoltà si sono registrate invece per la tipologia campagna/rurale (-4,32% nel mese di luglio ed oltre il -3,00% nel mese di agosto) e per la tipologia “montagna” (-2,38% nel mese di luglio ed oltre il -2,00 in agosto).