Firenze- Estendere e rafforzare la rete delle Regioni europee “Ogm free”, nella consapevolezza che proprio su questo terreno – e in particolare sui delicati problemi della cosiddetta “coesistenza” con l’agricoltura transgenica – si giocherà una battaglia decisiva per il futuro delle economie rurali europee. E’ stato questo il principale impegno emerso nell’incontro che si è tenuto oggi a Firenze tra i governi regionali della Toscana e dell’Alta Austria, cioè tra due Regioni che da tempo hanno avviato un processo di cooperazione e di collaborazione in tema di Ogm.
L’incontro tra le due delegazioni, guidate rispettivamente dall’assessore all’agricoltura Tito Barbini e dal ministro Josef Stockinger, ha permesso di fare il punto sui più recenti orientamenti comunitari in materia e di lanciare la proposta di una Conferenza delle regioni europee “Ogm-free” che potrà essere ospitata in Toscana nei primi mesi del 2005. “La nostra non è una battaglia di retroguardia, siamo perfettamente consapevoli delle grandi potenzialità di questa nuova frontiera scientifica – spiega Barbini – Però ci è altrettanto chiaro l’altissimo livello di incertezza in relazione ai possibili rischi ambientali connessi ad una apertura incondizionata alle coltivazioni Ogm.
Quando non esistono dati, esperienze e condizioni certe rischiamo un salto nel buio. Ed è un rischio che non possiamo correre e che non dobbiamo far correre ai nostri agricoltori, soprattutto in una regione come la Toscana, che ha così fortemente scommesso su produzioni di qualità, biologiche e tradizionali. E’ guardando a queste produzioni che bisogna impostare il problema della coesistenza, che per noi significa garantire l’esistenza di tutte quelle coltivazioni tradizionali e biologiche che hanno tutto il diritto di rimanere tali e di non essere inquinate.
Tenendo conto, lo ripeto ancora una volta, che la scienza a questo riguardo non offre ancora garanzie certe”.
Se la Commissione europea si pone il problema di salvaguardare la libera scelta degli imprenditori che scelgono di coltivare Ogm, spiega ancora Barbini, allora in base a questo stesso principio di libertà, deve salvaguardare anche la libertà dei coltivatori tradizionali e biologici che vogliono continuare il loro lavoro. Per questo la Toscana, prima regione italiana ed europea a vietare la coltivazione con una propria legge regionale, a fronte dei nuovi orientamenti comunitari, ha proposto che sia riconosciuta la possibilità di dichiarare “Ogm free” intere zone o territori regionali.
“Siamo convinti che ad oggi questa sia l’unica strada percorribile per garantire un’effettiva coesistenza. Senza dimenticare che questa strada è sicuramente più attenta alle competenze e alle responsabilità dei governi regionali e alle specificità dei singoli territori”.
E’ una proposta, questa, che viene rilanciata anche dalla dichiarazione comune che l’assessore Barbini e il ministro Stockinger hanno firmato oggi a conclusione dell’incontro tra le due delegazioni.
Prosegue in questo modo un impegno delle due Regioni che ha già visto, tra le altre cose, l’organizzazione di una iniziativa a Bruxelles, lo scorso novembre, da cui è uscita una dichiarazione indirizzata alle istituzioni comunitarie e, più recentemenete, una conferenza internazionale organizzata a Linz, la capitale del Land dell’Alta Austria.
Nell’una e nell’altra iniziativa è stato chiesto con forza che l’introduzione e la diffusione degli organismi geneticamente modificati sia effettuata con la più grande prudenza e nel rispetto del principio di precauzione, in considerazione del fatto che i risultati scientifici non permettono a tutt’oggi di escludere impatti negativi e contaminazioni ambientali.
Oltre alla Toscana e all’Alta Austria sono ad oggi 12 le regioni europee che hanno sottoscritto la Dichiarazione di Bruxelles in materia di Ogm, dall’Aquitania ai Paesi Baschi, dal Galles alla Tracia.
(pc)