"Caro Rossi -scrive Antonio Bacchi del Comitato nazionale di Radicali Italiani- hai perfettamente ragione: il ticket paventato dal ministro della salute non c’entra niente con l’aborto e con la soluzione dei problemi ancora oggi legati all’interruzione di gravidanza, a partire dall’aumento del numero di casi registrati tra le donne immigrate nel nostro paese, fenomeno in controtendenza con il dato complessivo. Giusto quindi rivendicare la necessità di ricorrere a maggiori strumenti informativi.
Questo, però, non è il solo problema della legge 194, uno dei quali tocca tutte le donne, non solo quelle immigrate, e consiste nel fatto che la legge non è mai stata applicata fino in fondo in questi 26 anni.
In particolare all’articolo 15, la legge 194 fa carico proprio alle regioni di “promuovere l’aggiornamento del personale sanitario …sull’uso delle tecniche più moderne, più rispettose dell’integrità fisica e psichica della donna e meno rischiose per l’interruzione della gravidanza”. A noi, questo articolo, fa subito pensare alla RU486, la pillola abortiva, della cui introduzione nelle strutture toscane si parla da anni, inutilmente, nonostante più volte la giunta regionale sia sembrata vicina a prendere una decisione in tal senso.
Ora, caro assessore, se è doveroso insorgere e criticare le farneticazioni agostane del ministro Sirchia, e lo è, non meno lo sarebbe passare dalle parole all’azione.
Nella regione Piemonte la sperimentazione della RU486 è oramai un dato acquisito.
Possibile che ancora nessuna delle regioni “rosse” abbia deciso di intraprendere questa stessa strada? Per quanto tempo ancora le donne toscane che decidono di abortire dovranno finire sotto i ferri, invece che avere la possibilità di optare per un metodo meno invasivo e rischioso per la salute, com’è quello che per l’interruzione di gravidanza utilizza una pillola?
L’introduzione della RU486 è una piena competenza della regione e in particolare dell’assessore alla sanità.
Non è tanto una risposta quella che ci aspettiamo, quanto un gesto, un impegno concreto.
In quel caso saremo pronti a sostenerlo".