Guardano diritti in macchina, senza mostrare incertezze. almeno in apparenza. Sono i protagonisti delle foto di Disfarmer (1888-1959) realizzati nell’America rurale degli anni Trenta e Quaranta. ,in mostra allo Spazio Foto del Credito Artigiano (Via de’ Boni, 1 angolo Piazza S. Maria Maggiore Firenze) sino al 19 giugno . Sono fattori, madri, infermiere, soldati, scolari e gruppi familiari. Mariti e mogli, sorelle, amici o compagni di avventure. Singoli, a coppie, abbracciati, in piedi o seduti.
Ma per tutti quanti il farsi fotografare in uno studio come quello di Disfarmer era un atto importante. Nato come Mike Meyers da una famiglia di immigrati tedeschi, Disfarmer rifiutò presto il mondo agricolo dell’Arkansas in cui era cresciuto. Decise così di esprimere il proprio malcontento cambiando il proprio nome in Disfarmer, non sentendosi come membro della famiglia né come un farmer, un fattore. Fu uno dei molti proprietari di piccoli studi fotografici attivi i quei tempi negli Stati Uniti.
Nelle sue immagini Disfarmer ha ricreato situazioni di vita e relazioni familiari. Nei suoi ritratti le donne si mostrano vanitosamente serene, gli uomini compiaciuti, ma senza darlo a vedere I bambini si trattengono dal voler scappar via per tornare ai propri giochi. I personaggi che popolano i suoi scatti sono persone ordinarie, con le quali il fotografo legò in breve tempo uno stretto rapporto. Lo si vede dalla complicità di sguardi, dagli abiti della domenica indossati appositamente per l’incontro nello studio, dalla partecipazione emotiva.
Le fotografie sono tutte in bianco e nero, dai contrasti perfetti, esemplari di una tecnica di altissimo livello. E queste immagini della società americana, a cavallo fra la Grande Crisi e la Seconda Guerra Mondiale ,ritratta da Disfarmer, occupano adesso i musei più importanti del mondo, come l’Arkansas Art Center ,il MoMa, il Metropolitan Museum e il Center Photography di New York. ( a. l)