Firenze, 8 maggio 2004 - Greenpeace torna sabato 8 maggio nei supermercati in tutta Italia ed anche a Firenze, al supermercato PAM in Via di Novoli, dalle ore 10,30 fino a fine mattinata, per scovare i prodotti che contengono Ogm.
Con la nuova normativa europea, tutti i prodotti, contenenti o derivanti da un ingrediente che contenga più dello 0,9 per cento di Ogm, devono esibire sull’etichetta la scritta: «Questo prodotto contiene (o deriva) da Ogm». Anche oli vegetali, amidi, zuccheri, finora esclusi dall’obbligo della dichiarazione.
Per Greenpeace resta inaccettabile, però, che uova, carne e latticini non debbano essere etichettati per legge anche se gli animali di provenienza sono stati nutriti con Ogm. Ai consumatori è dovuta questa garanzia.
Nel frattempo, si possono scoprire se questi prodotti hanno avuto a che fare con Ogm o meno grazie alla guida che si trova sul sito di Greenpeace. Sempre sul sito possono segnalare i prodotti etichettatiOgm eventualmente in vendita.
Tutte e tre le navi di Greenpeace, in questo momento, continuano a battersi per un unico obiettivo, fermare gli OGM: la nave “Esperanza”, nel Mediterraneo, il rompighiaccio “Arctic Sunrise” in Brasile e l’ammiraglia “Rainbow Warrior” in Australia.
La scorsa settimana, in Spagna, Greenpeace ha abbordato una nave, la ‘Winner’, che portava oltre 9.000 tonnellate di soia Ogm dall’Argentina.
“La soia Ogm non solo non sfama il mondo, come invece suggerisce il marketing di multinazionali come la Monsanto, ma distrugge l’ambiente in Argentina, dove viene coltivata, e arriva in Europa solo per nutrire i nostri maiali, mucche e polli” commenta Federica Ferrario, responsabile campagna Ogm di Greenpeace.
Lunedì 3 maggio, attivisti di Greenpeace a bordo della nave Arctic Sunrise hanno impedito l’entrata nel porto di Paranagua, in Brasile, della nave Global Wind che trasportava 30.000 tonnellate di soia OGM dall’Argentina.
L’anno scorso, in seguito alla temporanea approvazione da parte del governo federale della coltivazione di soia OGM, il Paranà, il secondo maggiore produttore di soia in Brasile, ha proibito la coltivazione, il trasporto e l’export di soia OGM sul suo territorio.
Il porto brasiliano di Paranagua sta rafforzando i controlli per mantenere le sue esportazioni libere da contaminazioni di OGM e Greenpeace sostiene il Brasile perché rimanga il maggiore esportatore di soia NON-OGM.