Dopo la “libecciata” di sabato scorso (2-0 dal Livorno, scontro diretto) i viola riprendono il cammino per provare a salire sul trenino che porta in serie A. Mondonico ha stemperato l’amarezza del risultato dell’Ardenza dicendosi – fin dal fischio finale di Trefoloni – ancora più convinto che il discorso promozione vedrà protagonista la sua squadra fino alla fine. Lo stesso Direttore organizzativo, Fabrizio Lucchesi, ha parlato di “tappa non decisiva, i punti ancora in palio sono 18 dovendo giocare 3 partite in casa e tre in trasferta: quindi niente ci è precluso”. Anche lo spogliatoio ha assorbito bene la battuta d’arresto di sabato scorso.
I giocatori viola sembra che “mollino” certe partite per concentrarsi su altre, quasi che seguano una tabella già definita. Non si spiegano altrimenti le strane partite di Genova e di Livorno. Addirittura le formazioni messe in campo sembrano appositamente studiate per far rifiatare gli uomini decisivi. In ogni caso la scelta di Mondonico di giocare a viso aperto contro gli amaranto non ha pagato; anzi, la Fiorentina è sembrata messa in campo per risaltare le doti del Livorno. I viola si sono messi a “specchio”, con un 3-5-2 analogo ai padroni di casa, ma gli esterni amaranto ed i centrocampisti hanno schiacciato la manovra dei gigliati, con il risultato di vedere in campo due squadre, una molto compatta ed una slegata.
Il lampo di Riganò di testa al 25° del primo tempo (grande parata di Mareggini) è stato l’unico vero pericolo creato dai viola. Poi un altro colpo di testa nel finale di frazione, quindi più niente per tutta la ripresa. Un po’ poco per una squadra messa in campo per attaccare. Con il senno di poi l’allenatore viola ha detto che forse sarebbe stata meglio la difesa a quattro, ma tant’è! In caso di sconfitta sarebbe stato accusato di gioco (ancora di più) rinunciatario. Adesso i prossimi due turni vedono Ascoli in casa e Venezia fuori: la Fiorentina deve provare a recuperare sul Piacenza, che giocherà in posticipo casalingo contro la Ternana e poi andrà a Torino.
Nel frattempo il Livorno andrà prima a Catania e poi di nuovo fuori contro l’Atalanta. Tutto è apertissimo e, come ha ripetuto Gigi Cagni in settimana, arrivano adesso le tanto attese ultime 6 partite: quelle in cui - a detta dell’allenatore biancorosso – si decide la stagione in alto e in basso. Partite che riserveranno molte sorprese. Forza e coraggio Fiorentina, è il momento di osare. AS