In occasione della Pasqua il Teatro Povero di Monticchiello, noto soprattutto per gli "autodrammi" estivi, scritti diretti e interpretati dagli abitanti del piccolo e suggestivo paese, rende omaggio all'intensità drammatica e all'espressione poetica dell'arte sacra e mette in scena un testo di Jacopone da Todi, Donna de Paradiso, che, diretto da Andrea Cresti e sempre interpretato dalla gente del borgo, con la partecipazione della Corale di Pienza vedrà dodici repliche nell’arco di aprile (3, 4, 8, 13, 16, 17, 23, 24, 25, 28, 29, 30 aprile 2004) nella Chiesa prepositurale di Monticchiello, sempre alle ore 21.
La «lauda» Donna de Paradiso - conosciuta anche come Pianto della Madonna - è una ballata di argomento sacro che racconta il dolore di Maria di fronte alla passione di Gesù - una ballata di settenari, con qualche variante ottonaria - ed è il più antico esempio a noi pervenuto di quelle laude dialogate da cui ebbero origine le prime forme di dramma.
Jacopone infatti, rifacendosi con libertà al Vangelo, ha trasferito il tema della Passione da un piano dottrinale e meditativo a uno spettacolare e teatrale: ha rappresentato un'azione, in cui compaiono come personaggi il nunzio che espone e commenta gli avvenimenti, il popolo, Gesù e Maria, che è la figura principale. In quest’occasione, l’azione teatrale viene preceduta da una semplice lettura della lauda per consentire al pubblico di cogliere l'unità dell'espressione poetica.
L’allestimento che il Teatro Povero presenta, infatti, pur attenendosi rigorosamente al testo, se ne discosta per l’intervento di un coro - che apre e chiude lo spettacolo e interviene in altri momenti - e per l’articolazione del dialogo che si affida alla frammentazione (con la sostituzione della voce del nunzio con quella delle donne che sostengono Maria) ed alla ripetizione di alcune quartine e alcuni versi, così da richiamare e rafforzare l’intreccio di varie voci, effetto che si può definire a rintocco.
L’allestimento può contare sulla partecipazione della Corale di Pienza "Benvenuto Franci", diretta dal Maestro Marco Zullo.
Le soluzioni drammaturgiche adottate consentono di sottolineare quel clima di fortissima tensione drammatica che fa di questa ballata di argomento sacro, grazie anche al suono della lingua volgare di per sé fortemente evocativa, una delle più belle fra tutte le laude del milleduecento.