Oggi alla "Calza" il convegno sui negozi storici

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
11 marzo 2004 20:00
Oggi alla

FIRENZE - Un progetto regionale per la tutela attiva di botteghe e mercati storici e di tradizione, considerati come patrimonio da salvaguardare e valorizzare, ma anche come risorsa economica in grado di promuovere sviluppo. La Regione sta lavorando da tempo in questa direzione per definire la mappa degli esercizi da salvaguardare e proponendosi come punto di riferimento per coordinare sforzi e iniziative che, da più parti, stanno emergendo per fronteggiare la dispersione di questo patrimonio. In vista del convegno di oggi il lavoro si è intensificato, concentrandosi su più fronti.

Da una parte, sul fronte nazionale, si è lavorato a fianco delle altre regioni per mettere a punto strumenti comuni e condivisi di intervento. Il documento, primo frutto di questo lavoro, verrà presentato nel corso del convegno di oggi su "Negozi e mercati storici e di tradizione: dalla tutela alla promozione". Ma la Regione ha lavorato anche sul fronte interno, dove negli ultimi anni si sono registrate, nei principali centri storici, frequenti chiusure o radicali trasformazioni di locali tradizionali.

Il tema è entrato anche nel Programma regionale di sviluppo economico (Prse) 2004-2005, il principale strumento di programmazione economica della regione, in corso di approvazione dal consiglio regionale. Al suo interno un progetto speciale prevede iniziative a favore di questo settore. Come ci si sta muovendo? Il metodo prescelto è quello del progetto integrato, per raccogliere e dare un filo conduttore unico alle molteplicità di interventi e alle diverse modalità di approccio all'argomento: commercio, urbanistica, beni culturali.

Di conseguenza si è attivato un tavolo tecnico di cui fanno parte Soprintendenze, Comuni, Camere di commercio. Il tavolo ha già dato vita all'impianto operativo del Progetto integrato regionale sui luoghi storici e del commercio per le città e i territori della Toscana.
"Se l'approvazione del progetto da parte della giunta, nelle prossime settimane, darà maggiore organicità al nostro intervento - precisa l'assessore al commercio Susanna Cenni - bisogna dire che la Regione Toscana non si muove da oggi su questo terreno ed esistono già strumenti in grado di favorire la rivitalizzazione dei centri storici, la creazione di infrastrutture per il commercio e i centri commerciali naturali.

Si tratta di strumenti che hanno già dato frutti concreti e che diventeranno parte integrante del progetto regionale che ci consentirà di fare un ulteriore passo avanti nel cammino intrapreso".
Ecco le azioni concrete del progetto che partiranno nei prossimi mesi.
- Definizione di una griglia di criteri regionali per identificare la storicità, la tradizione e la tipicità dei negozi, delle botteghe, dei mercati, delle trattorie, dei caffè, delle locande.
- Ricognizione generale delle botteghe, degli esercizi, dei mercati di interesse culturale esistenti in Toscana.


- Assistenza tecnica e incentivi per i Comuni che creano Albi e Mappe delle botteghe e dei mercati storici e di tradizione.
- Verrà costituita una sorta di task force regionale per la salvaguardia in specifiche situazioni di rischio, con priorità per le città d'arte della Toscana. La Regione svilupperà anche istruttorie e verifiche per azioni e interventi di sostegno mirato, finanziandole con risorse proprie, tramite incentivi diretti alle imprese e ai Confidi.
- Finanziamenti ai Comuni che presentano progetti che interessano aree in cui sono presenti botteghe storiche; contributi in conto capitale, fino al 15%, per le imprese che operano in botteghe e mercati di interesse storico e culturale, nell'ambito di piani coordinati dai Comuni.

Accanto a questo, sta per partire anche una campagna promozionale coordinata, che comprenderà un programma di comunicazione dal titolo "Botteghe e mercati di Toscana" e l'organizzazione di visite, itinerari in mercati e botteghe di interesse storico-culturale nelle città e nei vari territori della regione.

Mettere insieme competenze diverse, ricercare convergenze su obiettivi, strumenti, ruoli per realizzare una efficace tutela attiva dei negozi e dei mercati storici e di tradizione senza, per questo, venire meno alle norme sulla concorrenza e sulla proprietà.

E ancora, sul fronte legislativo, mettere mano alla legge sulle locazioni ad uso non abitativo per definire mecanismi in grado di calmierare gli affitti dei negozi e delle botteghe di interesse storico culturale, ricorrendo ad agevolazioni fiscali per i proprietari degli immobili. Sul fronte della documentazione, l'obiettivo è quello di realizzare entro il 2004 un Osservatorio nazionale delle Regioni.
Questi in estrema sintesi i punti chiave del documento comune che le Regioni italiane, riunite nel coordinamento interregionale del commercio, hanno approvato ieri e presentato oggi nel corso del convegno organizzato dalla Regione Toscana a Firenze sul tema Negozi e mercati storici e di tradizione: dalla tutela alla promozione.


In questa direzione il documento indica alcune linee di lavoro fra le quali l'applicazione di modelli flessibili di governance locale, che demandino ai Comuni la gvestione delle azioni in tema di negozi e mercati storici. Le Regioni si riservano il ruolo di coordinamento per la documentazione dei beni di interesse culturale esistenti nel proprio tessuto storico e promuovono, insieme ai Comuni e in collaborazione con Camere di commercio e Soprintendenze, programmi e interventi di promozione, sostegno e rivitalizzazione per contesti urbani e territoriali.

La chiave prescelta per entrare nel merito dei molteplici problemi collegati a questo tema è, come si è detto, quella della tutela attiva. Il documento specifica alcuni indirizzi di intervento per operare in questo senso. Fra gli altri, la necessità di evitare vincoli che creano gabbie alle dinamiche di mercato e l'esigenza di realizzare, invece, azioni concrete di salvaguardia e di promozione, nell'ambito di progetti integrati fra urbanistica, commercio e cultura.
Il documento è stato presentato da Giacomo Gatti assessore al commercio della Regione Liguria, coordinatrice per il settore del commercio delle Regioni italiane.

"Da parte delle Regioni - ha commentato Gatti - si tratta di una importante assunzione di responsabilità. Pur avendo la competenza eslcusiva sul commercio infatti, le Regioni si propongono anche come soggetto nazionale, facendosi carico del problema di una, indispensabile, cornice nazionale per le politiche di settore".
Dai mercati coperti ai caffè letterari di fine Ottocento, dalle antiche farmacie alle librerie: lo sviluppo del commercio e il parallelo evolversi delle città., in Toscana come nel resto d'Italia e in Europa è documentato da una sintetica mostra che accompagna al loro ingresso i partecipanti al convegno organizzato dalla Regione Toscana al Convitto della Calza.

Sono foto d'epoca che testimoniano, in alcuni casi, luoghi e presenze solo da poco sparite dalla scena urbana. In altri, attestano la continuità di un cammino storico, culturale e imprenditoriale che ha saputo resistere e rinnovarsi nel tempo. Il percorso ha inizio nel 1252 quando, con la coniazione del fiorino d’oro, Firenze finì per affermare la propria potenza economica e finanziaria in tutto l’Occidente. Durante il Medioevo, la creazione delle corporazioni dei mestieri ad opera di artigiani e mercanti portò ad un nuovo assetto degli spazi urbani nei quali sorgevano le botteghe, unite fra loro - in un medesimo rione o quartiere - dall’affinità dell’attività esercitata.

Il fatto che le botteghe si trovassero a diretto contatto della strada e che le attività commerciali si svolgessero al di fuori di esse favorì lo sviluppo delle attività mercantili nelle vie e nelle strade e portò alla nascita del commercio ambulante: così, è la città stessa a costituire, con i suoi spazi esterni, il primo “Centro commerciale naturale”.
Con l’abolizione, nel 1770, delle corporazioni delle arti, si fece strada una nuova concezione di commercio che vide la nascita di imprese artigiane, commerciali e manifatturiere e l’incremento, nei primi decenni dell’Ottocento, delle botteghe e degli ambulanti.

Ciò favorì, a sua volta, l’ampliamento delle principali vie di commercio, come pure la nascita dei primi passeggi pubblici, anticipando, così, i mutamenti urbanistici di fine secolo con il riordino del centro storico e l’abbattimento delle mura: anche i luoghi di vendita finirono per assumere un nuovo volto, in ossequio ai canoni del buon gusto e dell’eleganza. Sempre agli inizi dell’Ottocento, si affermò l’esigenza di creare dei luoghi coperti ove svolgere le attività commerciali: in tutta Europa si assistette, così, alla nascita del mercato coperto che offriva il vantaggio di una migliore conservazione ed igiene dei prodotti alimentari.

Ulteriori luoghi di scambio che divennero in breve tempo dei veri laboratori di idee, furono a Firenze, come nel resto d’Europa, le sale dei caffè, assiduamente frequentati da illustri letterati ed artisti italiani e stranieri. Spiccano, fra i pannelli scelti per testimoniare questo cammino, le foto d'epoca dei Fratelli Alinari. Immagini celebri come quella di Marinetti con i Futuristi riuniti nel caffè delle Giubbe Rosse, che ancora apre le sue porte accoglienti ai turisti in piazza della Repubblica a Firenze, o quella delle Logge del Mercato Nuovo, spostate per esigenze estetico-urbanistiche ma ricostruite integralmente in altra zona del centro storico di Firenze; o ancora lo storico Caffè dell'Ussero a Pisa o il caffè Caselli di Lucca.

Fra le celebrità del passato anche la Farmacia inglese, nata nel 1907 in via Tornabuoni, a Firenze, che ha da poco chiuso i battenti. Non manca, infine, il Mercato Centrale di San Lorenzo a Firenze. Un grande pannello illustra il progetto portato avanti dal Comune per valorizzazione le imprese commerciali, alcune delle quali storiche, nate e cresciute in una felice convivenza, attorno al grande mercato coperto. Un esempio di Centro commerciale naturale.

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