Per il triennio 2004-2006, sono in arrivo 17,5 milioni di euro per i beni e le attività culturali, ripartiti in tre annualità di 5,8 milioni ciascuna. Lo prevede il piano di indirizzo che il Consiglio regionale ha appena approvato, col voto favorevole di maggioranza e Rifondazione comunista e l’astensione dei gruppi di centro-destra. Le risorse andranno per il 54% a progetti di competenza regionale e per il 46% alle Province, che a loro volta le useranno per finanziare i progetti dei soggetti richiedenti.
Le domande vanno presentate ai Comuni entro il 15 febbraio. Gli obiettivi del Piano - ha dichiarato Lucia Franchini (Margherita), presidente della commissione Attività culturali e turismo - mirano a potenziare la conservazione e la fruizione dei beni culturali, a sviluppare politiche unitarie di intervento a livello territoriale, a formare personale altamente specializzato. Il piano, ha spiegato, è strutturato per settori, ognuno dei quali ha obiettivi specifici: le biblioteche, gli archivi, i musei, i beni culturali, le attività culturali, l’arte contemporanea, l’intercultura.
I progetti regionali sono 4 e riguardano la strutturazione di un sistema documentario di archivi e biblioteche, la qualificazione e la promozione dei musei, la valorizzazione dei beni culturali, la promozione dell’arte contemporanea. Franchini ha sottolineato il ruolo svolto dalla commissione, che ha anche modificato il testo inserendo elementi nuovi, come l’attenzione per la piccola e media editoria toscana e la valorizzazione della documentazione archiviata sulla riforma agraria. Sul provvedimento il centro-destra si è astenuto.
“Il valore dei beni culturali e la necessità di razionalizzare il patrimonio toscano e promuoverne la fruizione, anche nei centri minori, sono indiscutibili”, ha dichiarato Giuliana Baudone (Alleanza nazionale) vicepresidente della commissione. “Il piano centra questo obiettivo – ha continuato – ma alcuni aspetti sono discutibili; ad esempio, sull’arte contemporanea bisogna sapere distinguere quello che è veramente arte e quelli che sono gli aspetti solo commerciali”. Per Baudone, poi, “attorno al progetto interculturale Porto Franco c’è un vero e proprio ‘buco nero’: non conosciamo le reali attività quotidiane dei centri territoriali, i loro obiettivi e i destinatari”.
E su Porto Franco ha insistito anche Franco Banchi (Udc), sottolineando che se nel piano non ci fosse stato questo progetto, avrebbe votato a favore. Più in generale, Banchi ha dichiarato di condividere la premessa del piano, cioè la considerazione che la cultura è il collante di tutti gli altri aspetti della regione; ma ha sollevato alcuni dubbi, richiamendo l’esigenza di valorizzare di più l’autonomia di biblioteche e archivi, lavorare sui legami con l’Europa, avere più coraggio sulle arti contemporanee.
Anche Leopoldo Provenzali (Forza Italia) ha parlato di un testo “complessivamente accettabile” ma non condivisibile in tutto e per tutto. Provenzali ha suggerito ad esempio di incentivare l’intervento dei privati nella gestione dei beni culturali, attivando un sistema di accreditamento e formazione, di promuovere gli “ecomusei” e di prendere in considerazione anche gli archivi d’impresa, sul modello del museo Piaggio di Pontedera, citando ad esempio aziende come l’Ataf, i cantieri navali Orlando, l’Enel.
Il piano ha avuto anche il voto favorevole di Rifondazione comunista. Il capogruppo, Giovanni Barbagli, ne ha sottolineato gli aspetti positivi, ma ha anche messo l’accento sulla necessità di tutelare maggiormente il personale, spesso soggetto a precarietà, e difendere le attività più importanti e più “a rischio cartolarizzazione”, citando in particolare l’archivistica e il restauro. Alessia Petraglia (Ds) ha ricordato l’importanza di questo settore per la Toscana, dotata di oltre 500 musei, 1000 biblioteche ed un patrimonio culturale e architettonico unico al mondo.
“Non si tratta solo del nostro passato – ha detto – ma anche del presente e del futuro, perché le ricadute anche economiche su tutti gli altri settori e sulla qualità della vita sono enormi”. Tra gli obiettivi, ha sottolineato la formazione del personale, gli impegni sul fronte interculturale, la messa in rete delle biblioteche e la diffusione dell’arte contemporanea. Il dibattito è stato chiuso dall’assessore alla cultura, Mariella Zoppi, che ha ripreso diversi spunti toccati dai consiglieri confermando gli impegni della Regione sulla piccola editoria, gli archivi d’impresa, l’autonomia delle biblioteche, l’arte contemporanea.
L’assessore ha anche difeso il progetto Porto Franco ed ha proposto un’iniziativa di approfondimento per chiarire gli aspetti meno conosciuti.