Vincere a Udine, tutto sommato possibile. E sperare che nel frattempo il Lecce faccia l’impresa e vada a vincere a casa della Lazio. Difficile assai, ma non impossibile: i salentini hanno ingordigia di punti-salvezza, la squadra di Baroni che pure ha inchiodato sul 2-2 l’Inter ultimamente di alti e bassi ne ha infilati diversi. Non impossibile, seppur poco probabile: eppure è l’ultima chance per andare a giocare di nuovo la Conference League, quella che gli snobboni chiamano Coppetta di quarto livello riesumando perfino ricordi di Mitropa o di Anglo-Italiano. E che qualcuno ha invece assai più ironicamente etichettato come Sofference League, visti gli andamenti di casa viola. Ultima chance per salvare, si fa per dire, una stagione che mai come ora si dimostra buttata via, con tutti quei punti dispersi in maniera a volte perfino vergognosa.
E si capisce allora anche la rabbia esplosa poco prima della mezz’ora di gioco con la curva compatta contro Pradè – incarnazione comunque dell’intero assetto societario e dirigenziale – e contro Palladino, e forse anche con i giocatori, cinque-dieci minuti ma di fuoco. Due striscioni: “Finta ambizione. Fuori dalle palle se questa è la vostra dimensione”, e ancora “Palladino-Pradè accoppiata perdente. Sparite per il bene della nostra gente. Curva Fiesole”, la firma, tanto per non equivocare, a nome di tutto il movimento ultra che pure il suo sostegno non l’ha certo fatto mancare.
E i cori: “Pradè fuori dalle palle”, poi il classico “salta la – salta la – salta la panchina, Palladino salta la panchina”, e infine “Rispettate la nostra maglia”, e qui di sicuro il campo di tiro si allarga, perché in questa stagione ormai buttata via salvo quel minimo lumicino di speranza nemmeno loro possono sentirsi esenti da colpe.
Colpe, sicuramente. Non solo dei giocatori, e questo è perfino ovvio. Ma sulle scelte societarie e dirigenziali è inutile tornare, ci abbiamo speso tutti fin troppe parole, anche se, intendiamoci, certi acquisti e certi altri mancati acquisti farebbero ogni volta ribollire il sangue solo a pensarci. Sulle scelte dell’allenatore... vero è che i conti si fanno alla fine, e se tra una settimana il miracolo dovesse davvero accadere, beh, lo scenario con Palladino potrebbe mutare un tantino.
Ma fin qui... mah. Assetti strampalati, scelte di formazione discutibili, latitanza totale di gioco e ancor più spesso di carattere. E si badi bene, al netto delle attenuanti – caso Bove, lutto grave dell’allenatore, chi più ne ha più ne metta – sono i risultati a provarlo, e nel calcio alla fine quelli contano. Anche e soprattutto ricordando bene quelle parole al Viola Park il giorno della presentazione del nuovo tecnico, “noi siamo molto ambiziosi”, e meno male, figurarsi se l’ambizione non c’era.
Anche la partita con il Bologna, al di là dell’orgoglio e – son convinto – della voglia di ricacciare in gola a Italiano (comunque salutato con affetto a fine match dalla curva) l’esultanza esagerata dell’andata, ha messo in piazza lacune individuali e collettive davvero enormi. Qualche stanchezza di troppo, vero Gosens? Un grande Parisi, il migliore in campo per la determinazione in percussione che ha fruttato due gol, il suo e quello di Richardson, uno dei peggiori dietro per le distratte disattenzioni difensive, costate due gol seppure in condominio con Pablo Marì.
Fagioli perso, certo in posizione non sua perché Palladino affida il timone a Compitino Richardson, che ha il merito di trovarsi lì per il tap-in vincente del 2-1, ma poi in tutta la serata ne azzecca poche, e quelle poche maluccio. Finisce che a fare risultato sono episodi, giocate individuali, appunto le due di Parisi e un paio di invenzioni del solito Mandragora per Kean. Il quale, la prima se la mangia malamente, ma alla seconda si rifà e caccia dentro il pallone del 3-2 definitivo, maturato dopo due incredibili vuoti difensivi a vantaggio di Dallinga e Orsolini, che Italiano aveva escluso dall’undici d’avvio, ma che una volta entrati in gioco il loro l’han fatto eccome.
Insieme a Ndoye, che ha fatto vedere sorci verdi un po’ a tutti: strana partita questa del Bologna, gran possesso palla ma alla fine sembrava che i felsinei avessero perfino paura di cercare meglio la porta, almeno fino a quei due episodi disgraziati per la difesa viola.
Strana partita in cui ha messo del suo anche la combriccola arbitrale. Zufferli vede quello che gli pare, estrae cartellini a casaccio (clamoroso quello a Ranieri per un tackle in cui il replay mostra chiaro che è Ndoye a sbattergli sulla gamba) evitando accuratamente la ruvidità di alcuni bolognesi mentre punisce con severità qualche peccatuccio veniale. Non lo assiste a onta del termine “assistente” il primo, Giallatini, spesso indietro metri rispetto all’azione, incapace di vedere un fallo di mano netto di Orsolini che gli deve chiedere Palladino, capace di invertire perfino clamorosamente qualche rimessa laterale. Per non dire del Var, che dorme quando Lucumi stende vistosamente in area Fagioli, e non richiama il confuso Zufferli per un rigore che sarebbe stato sacrosanto e forse avrebbe indirizzato la partita in altro senso. Ma tant’è, si vede proprio poco poco nella classe arbitrale di questi tempi.
Dunque, missione Udine. Sperando in San Lecce. Perché in caso contrario, boh. Tutto da inventare, chi resterà? Chi se ne andrà? E si ripartirà con i noleggi e gli affitti di gente più o meno brava, continuando a non costruire un telaio, un’ossatura su cui permettere programmi a chiunque sieda sulla panchina? Vedremo. Fiorentina (4-5-1): De Gea; Comuzzo (39' Pongracic, 86' Colpani), Pablo Mari, Ranieri, Parisi; Dodo, Mandragora, Richardson, Fagioli (90'+1 Ndour), Gosens; Kean. All. Palladino. Bologna (4-2-3-1): Skorupski; Calabria (80' Holm), Casale, Lucumì, Miranda; Freuler (80' Moro), Ferguson; Fabbian (56' Dominguez), Cambiaghi (56' Orsolini), Ndoye; Castro (46' Dallinga). All. Italiano Arbitro: Zufferli di Udine, Giallatini-Baccini, quarto ufficiale Di Marco; Var Gariglio-Sozza
Marcatori: 13' Parisi, 61' Dallinga, 67' Richardson, 79' Orsolini, 84' Kean
Note: ammoniti 20' Ranieri, 65' Gosens, 77' Ndoye, 77' Parisi; espulsi: 88' Miranda; angoli 4-2 Bologna; spettatori 21.280