Gran finale per la Festa della Toscana, oggi, 30 novembre, con la seduta solenne del Consiglio regionale nel suggestivo scenario del salone brunelleschiano dell’Istituto degli innocenti in Piazza Ss. Annunziata a Firenze. Per tutto il pomeriggio, strade e piazze di Firenze saranno animate da spettacoli intineranti, gruppi musicali e balli. A Massa, invece, in Piazza degli Aranci a partire dalle 15.00, arriveranno oltre duemila figuranti da 65 comuni della Toscana e da fuori regione, per dar vita alla grande parata dei gruppi di rievocazione storica.
Per celebrare l’abolizione della pena di morte, avvenuta per la prima volta in Toscana nel 1786, in tutto il mondo cento città illumineranno i loro monumenti più importanti. Un’iniziativa resa possibile grazie alla collaborazione del Consiglio regionale con la Comunità di Sant’Egidio.
Il suono delle chiarine ha dato il via questa mattina, nel suggestivo scenario del salone brunelleschiano dell’Istituto degli Innocenti in Piazza Ss. Annunziata a Firenze, alla seduta solenne del Consiglio regionale in occasione della Festa della Toscana, quest’anno dedicata ai diritti dei diversamente abili.
Ad accogliere con il suo saluto gli amministratori regionali, a nome dell’Istituto, è stata Alessandra Maggi. In apertura, il presidente del Consiglio regionale Riccardo Nencini ha ricordato che oggi 100 città del mondo, sotto lo slogan “Nessuna giustizia senza la vita”, illuminano i loro monumenti e i luoghi dove nei secoli la pena di morte ha convissuto con le genti di stati e nazioni. Il presidente del Consiglio ha messo poi l’accento sul significato del titolo “tutti diversi” dato alla Festa della Toscana di quest’anno: “Tutti diversi è il segno delle singole identità, il segno del loro valore, senza alcun altro aggettivo.
Il riconoscimento di un diritto esclude la compassione e il pietismo perché tutte le persone sono uguali: lo sancisce la ragione prima ancora dell’articolo 3 della Costituzione”. Nel riconoscimento dei diritti dei disabili, ha detto ancora Nencini, ancora non siamo al punto d’arrivo; c’è da combattere, anche per garantire libertà primarie come quella di uscire di casa. “Ecco perché – ha concluso - in questa sede prendiamo l’impegno che per la Regione e le altre amministrazioni toscane, che in questi mesi hanno stanziato finanziamenti ingenti e dato il via a tanti progetti, il lavoro non finisce qui”.
Il presidente della Rete europea per la vita indipendente John Evans, recentemente nominato Ufficiale dell’Impero Britannico dalla Regina d’Inghilterra, ha rilevato che battersi per una vita indipendente significa lottare per un diritto fondamentale di libertà. “La Toscana è all’avanguardia ed è un esempio da seguire per le altre Regioni italiane - ha sottolineato - Tutti i progetti potranno essere coronati da successo, sole se saranno gestiti da persone disabili, perché le persone disabili devono essere coinvolte nelle decisioni che li riguardano”.
Evans ha inoltre ricordato che l’assistenza personale nel suo paese è riconosciuta come diritto giuridico. “E’ un’alternativa all’ingresso in istituti - ha affermato - Le case dei disabili non devono diventare istituti. Per questo occorrono anche strutture di supporto, finanziate adeguatamente”. Dalla cultura dell’assistenza a quella dell’integrazione, questo il significativo percorso del nostro Paese. Lo ha detto la senatrice Grazia Sestini (Sottosegretario di Stato per il Lavoro e le Politiche sociali), che ha voluto condividere con tutti - istituzioni, associazioni di volontariato, diversamente abili insieme alle loro famiglie - il Premio Roosevelt, vinto dall’Italia per la legislazione in campo di disabilità.
“A tutti noi continuare l’impegno puntando sempre e comunque sulla persona, con la sua umanità, ricchezza, dignità, diversità - ha sottolineato la senatrice - per fare insieme delle scelte importanti”, sulla scia dell’integrazione scolastica e dell’inserimento lavorativo. “Occorre continuare su questa strada, collaborando insieme - ha concluso - Operare nel sociale non è una spesa, ma è un investimento per l’intera società”. Come i due protagonisti del film “Un dio minore” riuscirono ad abbattere la barriera del linguaggio, tra il professore e l’alunna sordomuta, così la società deve abbattere le barriere che impediscono una vita normale ai diversamente abili.
Con questa similitudine, il presidente della Giunta regionale Claudio Martini, ha aperto il suo intervento durante il consiglio regionale solenne sulla Festa della Toscana, dedicato al tema “Tutti di diversi”. Il problema riguarda 37 milioni di cittadini europei, paragonabili alla popolazione della Danimarca. Mentre in Toscana i disabili sono 70.000, tanti quanti gli abitanti della città Grosseto. “L’handicap non è il loro –ha sottolineato Martini- ma è della società che non riesce a fornire un ambiente capace ad inserirli”.
Ed anche l’anno europeo dedicato ai disabili –a suo giudizio- non ha centrato completamente l’obiettivo. “La distanza tra realtà e diritti da garantire a tutti resta troppo grande –ha continuato il presidente della Giunta-, quindi la scelta della Festa della Toscana non poteva che essere difficile, perché nessuna istituzione ha tutte le carte in regola. Ma è stata una scelta giusta quella di rompere il coprifuoco dell’indifferenza”. Il presidente Martini, comunque, ha evidenziato il grande impegno della Regione, che nel 2003 ha destinato al settore 15 milioni di Euro, più del doppio dell’anno precedente.
In questo modo la Toscana ha finanziato i lavori di 911 famiglie per abbattere le barriere architettoniche nelle abitazioni private, intervenendo là dove lo Stato da tre anni non impegna più risorse. E le previsioni non sono buone per degli ulteriori tagli al Fondo Nazionale delle Politiche Sociali indicati dalla prossima Legge Finanziaria, che rischiano di arrestare il processo avviato. “Noi continueremo a collaborare con il Governo –ha detto Martini-, ma spingeremo il Parlamento a modificare queste proposte”.
La Regione Toscana, intanto, è impegnata a garantire i diritti alla mobilità dei disabili, attraverso i contributi all’acquisto di autobus e treni accessibili ai portatori di handicap e contrattando con la società delle Ferrovie dello Stato l’abbattimento delle barriere architettoniche nelle stazioni. “L’ultimo ricordo –ha concluso- va ai disabili delle guerre, alla barbarie delle mine o dei bambini soldato, alla morte dei 19 italiani a Nassyria. Ciò non deve ripetersi più con i suoi drammi e le sue disabilità”.
All’inizio e alla fine della cerimonia il maestro Sergej Krylov ha eseguito musiche di J.S. Bach sul un violino Stradivani del 1724: nell’ordine il Preludio in mi maggiore e la Toccata e fuga.