Dal 13 dicembre 2003 al 15 febbraio 2004 il Comune di Firenze e Firenze Mostre, in collaborazione con la Fondazione Costantino Nivola di Orani (Nuoro), ospitano nella prestigiosa sede di Forte Belvedere una mostra dedicata alla scultura di Costantino Nivola (Orani, Nuoro 1911-1988).
L’esposizione è una rassegna esaustiva dell’opera di questo eccezionale maestro “di frontiera”, profondamente ancorato alla grande tradizione mediterranea e a lungo attivo in America, ma in continua dialettica con le tendenze moderne internazionali.
La mostra di Forte Belvedere, che ospita circa settanta sculture provenienti dalla collezione degli eredi, dalla Fondazione di Orani, dalla Galleria d’Arte Moderna di Milano e da collezione private, documenta tutte le tappe dell’attività scultorea dell’artista: dai progetti realizzati per Olivetti ai sand-cast, dalle effusioni liriche modellate in creta agli affilati marmi profilati dal vento, agli echi sofisticati degli artigianati sardi ed amerindi.
Il percorso espositivo è in grado di esprimere tutto l’eclettismo e la versatilità di questo grande artista che fu scultore e designer, a metà fra l’America e la Sardegna, continuamente proiettato verso la ricerca della forma pura ed essenziale in una virtuosa sintesi di primitivismo e nuove suggestioni.
In mostra sono presenti opere fra le più note realizzate dall’artista, come le solenni Madri, monumentali sculture in marmo bianco di Carrara o travertino, ricordo di una Sardegna ancestrale, Le figure maschili, dai volumi sfaccettati di ascendenza cubista o bloccate in forme semplici e lineari e i Lavoratori sardi, figure fantastiche dai volumi essenziali.
Nato in Sardegna, a metà degli anni trenta Costantino Nivola studiò a Monza presso l’Istituto Superiore per le Industrie Artistiche (ISIA) dove ebbe per docenti Marino Marini, Mario Pagano e Edoardo Persico che dettero ai suoi studi un indirizzo razionalista.
Terminata la scuola, inizia a lavorare presso Olivetti, come art director.
La promulgazione delle leggi razziali (1939), costringono Nivola e la moglie Ruth Guggenheim, a fuggire in America, dove Costantino frequenta molti artisti fra cui Jackson Pollock, Willem de De Kooning e Alexander Calder. Nel 1947 conosce Le Corbusier che si trovava a New York per il progetto della sede ONU: nasce così una profonda amicizia documentata, fra l’altro, da numerose opere lasciate da Le Corbusier a casa Nivola a East Hampton nel Long Island.
Con lo show-room Olivetti del 1953, che l’artista eseguì in collaborazione con gli architetti BBPR di Milano, l’opera di Costantino Nivola acquisisce grande risonanza.
Da allora la sua attività si sviluppa con grande inventiva nell’elaborazione di grandi apparati scultorei per piazze, palazzi, scuole in collaborazione con progettisti quali Sert, Breuer, Stern e Niemeyer.
E’ proprio in funzione di queste creazioni monumentali che Nivola mette a punto una tecnica nuova: il sand casting, che consiste nel colare il gesso o il cemento nella sabbia modellata in negativo.
Dagli anni sessanta in poi l’artista, riallacciandosi alle sue origini mediterranee, inizia a sperimentare diversi materiali: terracotta, marmo, legno, bronzo.
Nivola viaggia sempre più frequentemente in Italia, lavorando in Sardegna (si veda l’intervento in piazza Satta a Nuoro, 1966; l’arredo marmoreo del Palazzo del Consiglio Regionale di Cagliari, 1987) e in Toscana.
Nivola lavorò anche come pittore e insegnò presso la Harvard University e la Columbia University.
La mostra allestita al primo piano della Palazzina del Forte Belvedere parte da opere del 1953 per arrivare agli ultimi anni della vita dell’artista.