Una febbre da record con più di 300.000 spettatori in due stagioni dal suo debutto al Teatro Nazionale a una programmazione di due mesi al Teatro Sistina di Roma e tappe trionfali a Napoli, Trieste, Genova, Torino, Bologna, Firenze, Bari, Catania e Messina. Con queste credenziali, lo spettacolo diretto da Massimo Romeo Piparo, ritorna in tournée in tutta Italia.
Tutti ricordano l'ormai "mitico" film con John Travolta nei panni dell'italo americano Tony Manero. Nonostante i quasi 30 anni di vita, La febbre del sabato sera rimane nella memoria e nel cuore del pubblico di oltre tre generazioni.
Chi può dire, infatti, di non aver subito l'influenza della pellicola firmata da John Badham nel 1977 che lanciò un giovane piacente e sensuale che portava il nome di John Travolta?
Chi potrà mai dimenticare il fascino della pista da ballo dell' Odissey 2001 in cui si agitavano pantaloni a zampa d'elefante, colletti a punta, capelli cotonati e soprattutto si diffondevano le magiche note delle musiche dei tre fratelli Gibb?
Quei Bee Gees che per oltre due decenni hanno monopolizzato le classifiche di tutto il mondo con brani come "Night Fever", "Stayin Alive", "More than a woman", "How deep is your love", e ancora "Tragedy", "If I can't have you", "Immortality", "What kind of fool".
Il cast di questa versione italiana è composto da 28 ballerini/cantanti ed un'orchestra di 10 elementi che canteranno e suoneranno dal vivo le magnifiche canzoni (i cui testi verranno lasciati in inglese) e reciteranno (in italiano) uno dei copioni più famosi del cinema contemporaneo.
Le coreografie sono firmate da uno dei maggiori esponenti della danza d'oltreoceano: Jaime Rogers (della sterminata carriera di Rogers basti ricordare le coreografie del serial TV "Fame-Saranno Famosi" e l'interpretazione del ruolo di Chino nel film premio Oscar "West Side Story" sotto la guida di Jerome Robbins).
Le scene dono di Giancarlo Muselli, i costumi di Angela Buscemi, la direzione musicale di Maurizio Campo, l’orchestra diretta da Emanuele Friello, luci di Marco Policastro e suono di Luca Finotti.
SATURDAY NIGHT FEVER – un po’ di storia
"La Febbre del Sabato Sera" è stato uno degli eventi cinematografici più significativi e caratterizzanti degli anni 70 e creò in tutto il mondo il fenomeno "disco".
Tutto nacque dai sobborghi di Brooklyn dove il reporter inglese Nik Cohn, che lavorava per il New York Magazine, stava realizzando un servizio sulle zone violente della città.
Accompagnato da un ballerino di "black disco" vide, passando davanti ad un night club, la scenografia esterna del "2001 Disco" che sarebbe stata poi di ispirazione per il palcoscenico del "Palladium".
Un gruppo di teenagers affollava l’entrata e tra loro c’era un giovane vestito in giacca e cravatta che sembrava avere un fascino del tutto speciale e indefinibile: non tanto per il modo di indossare gli abiti o per lo sguardo, ma per quella energia repressa, o meglio per quel forte desiderio di voler conquistare, per la propria vita, un palcoscenico più grande che il marciapiede del Bay Ridge.
Fu da questa breve, fulminea impressione che nacque poi il carattere di Tony Manero.
Pubblicato l’articolo con questa storia Chon ricevette una telefonata dal produttore Robert Stigwood che si era immediatamente reso conto che quello sarebbe stato il soggetto per un grande film.
Così Cohn ricorda la telefonata con Stigwood:
"Il giorno in cui fu pubblicato l’articolo sul giornale, uscii di casa molto presto e vi feci ritorno solo dopo pranzo. Al mio rientro la donna che viveva con me mi disse che mi aveva chiamato un certo Robbie Stigfeld e che lei, pensando che fosse un tizio in cerca di offerte di denaro per qualche gruppo religioso, gli aveva risposto che io stavo dormendo ai piedi del letto in un lago di vomito e che certo non poteva svegliarmi per farmi venire al telefono.
Era molto orgogliosa pensando di avermi liberato da un rompiscatole… Ebbi a quel punto un’intuizione che quel Robby Stigfeld fosse in effetti Robert Stigwood, il produttore che aveva prodotto i Bee Gees e Jesus Christ Superstar, e che recentemente aveva intrapreso anche la strada della produzione cinematografica. Quando Stigwood mi richiamò mi disse che aveva letto la mia storia sul Bay Ridge e che mi invitava per prendere un tè insieme…
Tutto questo fu a dir poco inaspettato. I giornalisti di periodici – in quei giorni difficili – non avevano ancora imparato a vedere le loro storie come possibili sceneggiature cinematografiche.
Quando raggiunsi il luogo dell’incontro con Stigwood, lo trovai immerso di impegni".
Dopo aver avuto il contatto con Cohn, Stigwood ingaggiò Norman Wexler per scrivere la sceneggiatura e John Badham per dirigere il film. Contemporaneamente scritturò John Travolta per ben tre film, Saturday Night Fever sarebbe stato il primo di questi e sarebbe stato seguito da Grease.
Quindi Stigwood ricostituì, con Paul Nicholas e David Ian, il fortissimo team che aveva portato sul palcoscenico del West End, Grease.
Un’ accurata ricerca di giovani artisti era essenziale per far nascere il progetto del musical, ma era altrettanto importante avere un team creativo di primaria importanza che avesse raggiunto molti traguardi professionali, in ogni campo dalla televisione, al cinema ai video pubblicitari al teatro.
Tutto questo per creare uno dei più grandi e spettacolari shows che mai fossero stati rappresentati nel West End, con un cast di 43 persone ed un budget di 4 milioni di sterline.
Saturday Night Fever è certamente incentrato sul ballo e l’importanza del ballo nella produzione è enfatizzata dal fatto che la coreografa, Arlene Phillips, è anche la regista: una combinazione di ruoli che assicura che il ballo sia il centro dell’azione dello spettacolo. Lontano dall’essere, come nei musical di vecchia impronta, il vivace momento di divisione fra una scena e l’altra, il ballo in questo film gioca una ruolo essenziale nel racconto della storia.
Ed è la storia, come anche la colonna musicale e le coreografie, che dà allo show la sue forza ed il suo appeal internazionale.
Non è infatti solo una favola americana: si tratta proprio di una storia universale.
La vita di Tony Manero, la sua speranza di trovare un lavoro, il suo desiderio di liberarsi dai lacci della sua infanzia ed essere protagonista, per sentire su di sé i riflettori e vivere la vita della grande metropoli, è davvero un mito universale che può essere applicato, in ogni tempo, ai teenagers di qualsiasi generazione e di qualsiasi cultura.
Atto I
Durante la scena di apertura (Ouverture) ci troviamo a Brooklyn, in una strada di Bay Ridge.
Tony Manero è il re del quartiere, lo vedi da come cammina, come si muove, dal modo di vestirsi, è l’idolo delle ragazze. Sulle note di Stayin’ Alive, canta il suo modo di vivere.Dopo una giornata di lavoro come commesso in un negozio di vernici, torna a casa per prepararsi per il suo sabato sera in discoteca. In famiglia è un disastro, padre disoccupato emigrato con la moglie e tre figli in cerca di fortuna…un fratello diventato prete per coronare il desiderio di gloria della madre. Davanti alla discoteca Odissyy 2001 incontra i suoi amici, i Baroni, per loro lui è un eroe un punto di riferimento.
Tutti aspettano il sabato sera, la sera più calda e frizzante della settimana. Con loro canta la passione che li accomuna: la Disco Dance (Boogie shoes). All’interno della discoteca, dalla voce calda di Dj Monty, viene annunciato il Disco Dance Contest, la Gara di ballo dell’Odissyy 2001 (Disco inferno). Durante la serata Tony nota tra la gente Stephanie Mangano, una discreta ballerina, attraente e sensuale ma un po’ antipatica e presuntuosa. In discoteca c’è anche Annette, innamorata di Tony, che lo invita a partecipare con lei alla gara di ballo nella speranza di riuscire a conquistarlo.
(Night fever) La serata prosegue fuori dalla discoteca per le strade di Bay Ridge. Tony al negozio riceve un irrisorio aumento di paga dal sig. Fusco ma lui è contento lo stesso. Torna a casa e ha una discussione con il padre per l’aumento e trova il fratello che ha deciso di lasciare il sacerdozio con grande delusione di tutta la famiglia e della madre in particolare. Alla scuola di danza Monty tiene una lezione di ballo con allievi principianti e Tony è in una altra sala con Annette per allenarsi per la gara di ballo.
Ma Tony nota che nell’altra sala c’è Stephanie che si allena e la va a trovare. Le propone di partecipare con lui alla gara di ballo e lei accetta, così iniziano a ballare insieme (More than a woman) Tony incontra Annette e le comunica che non balleranno più insieme con grande disperazione di lei (If I can’t have you) Tony va in discoteca con il fratello Frank j. per fargli conoscere il "suo mondo" e gli presenta i suoi amici. Tra questi c’è Bobby, il più debole del gruppo, che chiede consiglio al fratello su cosa fare con la sua ragazza, Pauline, ma lui è distratto da tutti gli altri che ballano.
(It’s my neighbourhood) Manca solo una settimana alla grande gara di ballo e l’atmosfera inizia a scaldarsi (You should be dancing).
ATTO II
La scena si apre con Tony e i Baroni che volteggiano pericolosamente sul Ponte di Verrazzano, mentre Annette e Bobby li guardano da terra. (Jive talking) Tony arriva alla sala danza e trova Stephanie che si allena con Monty e la cosa lo infastidisce. Iniziano a ballare quando, inaspettatamente, arrivano i baroni per comunicare a Tony che Gus è all’ospedale perché è stato picchiato dai Barracudas.
Stephanie fa sapere a Tony che il giorno dopo si sarebbe trasferita a Manhattan e gli chiede aiuto per il trasloco. Bobby prova a chiedere a Stephanie un consiglio ma anche lei lo ignora (Tragedy). Frank j. parte con grande dispiacere di Tony. Tony ha uno scontro con il sig. Fusco perché gli nega un giorno di permesso. Uscendo dal negozio incontra Bobby che prova a chiedere anche a Tony un consiglio se sposare o no Pauline, ma anche lui non da molto peso alle sue parole. Stephanie fa il trasloco aiutata da Tony, ma nell’appartamento incontrano Jay, l’ex ragazzo di Stephanie.
(What kind of fool) Tony e Stephanie vanno a fare una passeggiata sul ponte (How deep is your love). Intanto i Baroni tornano dopo aver vendicato Gus con i Barracudas. Gus però confessa di non essere sicuro che siano stati proprio loro e questo suscita grande rabbia in Double j., il duro del gruppo, che se la prende anche con Bobby facendogli notare quanto sia un "cagasotto". Intanto è arrivata la grande sera della gara di ballo. In discoteca Annette è triste e ha già bevuto molto, Stephanie è più sexy e attraente che mai e aspetta il grande momento (Nights on).
Monty da il via alla gara di ballo, eliminando a mano a mano le coppie fino a che ne rimangono solo tre. Sulle note di More than woman si esibiscono Tony e Stephanie con grande supporto da parte di tutta la discoteca e del dj Monty. Ma Tony nota quanto siano stati bravi i portoricani e si arrabbia quando Monty comunica che è lui il vincitore e non i portoricani e fa notare a Stephanie che la gara era truccata e consegna loro il premio. Questo gesto provoca in Stephanie molta rabbia che litiga con Tony andandosene via.
All’uscita dalla discoteca Tony, i Baroni e Annette si spostano sul ponte. Hanno bevuto tutti troppo, Bobby sale sul ponte e inizia a volteggiare pericolosamente per dimostrare di non essere un fifone come credono gli amici. Ma disgraziatamente cade giù. Dopo il terribile incidente, Tony e Stephanie si incontrano sul Ponte e chiariscono la loro posizione decidendo di provare a rimanere amici (How deep is your love).
ROCKY ROBERTS - nel ruolo del dj Monty
C’era una sola certezza nella testa nella testa del giovane Rocky quella di diventare famoso.
Il primo tentativo lo fece salendo sul ring come peso welter e raggiungendo nel suo paese gli USA, patria del pugilato, traguardi non indifferenti tra cui quello di campione della categoria militare.
Ma, come tutti sanno e Rocky più di altri, i pugni alla lunga fanno male ed allora, sempre deciso a vivere alla ribalta, Rocky ebbe una felice intuizione: quella di calcare una pedana un po’ diversa, sicuramente meno cruenta, il palcoscenico.
Sentiva dentro di sé una irresistibile attrazione per la soul music e rimaneva affascinato dai suoi grandi interpreti ed allora Rocky insieme d un gruppo di musicisti suoi coetanei e tutti con la divisa dei marines mise piede per la prima volta in Italia per una serie di concerti da tenersi in alcune basi militari americane che gli diedero la possibilità di conoscere e rimanere affascinato dalla bellezza del nostro paese.
E’ forse per quel precedente che nel 1964 in una versione ben diversa con i jeans strettissimi, camicia di lamé e occhiali scuri, Rocky, un "nero americano", decise di venire in Italia con il suo gruppo portando subito in vetta alle classifiche della hit parade "T-bird" sigla del programma "Bandiera Gialla" di Arbore e Boncompagni.
Nel 1967 Rocky vinse il Festivalbar con "Stasera mi butto" portando, in brevissimo tempo, la canzone in vetta alle classifiche ed entrando stabilmente nel cuore di tutti gli italiani.
L’anno successivo trionfò a Canzonissima con "Sono tremendo" ed iniziò a girare tutto il mondo in tournée ottenendo ovunque enorme successo.
Ma Rocky non ancora soddisfatto aveva il desiderio di affinare ulteriormente il suo stile e decise allora di tornare in America dove collaborò con grandi musicisti.
Raggiunta una maturità artistica non indifferente Rocky tornò nuovamente in Europa ed in Italia con i suoi concerti.
Nel 1990 decise di uscire con un CD " Rocky and soul music" ispirato ad un suo grande amico e guida Otis Redding; nel 1993 con un CD contenente una raccolta dei suoi grandi successi soul e rhythm’n’blues con covers di brani anni ’50 – ’60 rivisitati in chiave attuale.
Alla luce dei buoni risultati in precedenza ottenuti sia in termini di gradimento che di vendite nel 1995 Rocky uscì con un altro CD dal titolo "Dedicated".
Insomma, il suo abbigliamento stravagante, gli immancabili occhiali neri, il suo modo di porsi al pubblico, continuano a fare di Rocky quel personaggio intramontabile capace di coinvolgere chiunque nei suoi spettacoli.
L’ultima produzione di Rocky è un CD dal titolo significativo "Rides again" che contiene la sua musica scatenata ed inconfondibile è in fase di commercializzazione.