Summit di 20 scienziati, tecnici, amministratori ed esperti toscani di meteo, clima e protezione civile ed ambientale in Consiglio regionale. L’audizione è stata organizzata dalla Commissione ‘Territorio ed ambiente’ per conoscere gli ultimi dati sul variare delle stagioni e promuovere un ulteriore salto di qualità del sistema di monitoraggio e previsioni atmosferiche. Il parere degli esperti è stato univoco: la Toscana ormai subisce gli eccessi del tempo, da una parte con precipitazioni concentrate in meno giorni dell’anno e dall’altra con un aumento costante delle temperature.
Ormai da 10 anni, come succede in questi giorni, il territorio è stretto contemporaneamente tra due emergenze, quella della siccità (a novembre ancora le falde sono asciutte) e quella delle alluvioni (l’ultima a Carrara). “Il sistema di rilevazione e studio in Toscana è già buono, confrontato con le altre Regioni italiane, ma possiamo fare meglio –ha detto Sirio Bussolotti, presidente della VI Commissione-. Quest’incontro è stato utilissimo e noi solleciteremo la Giunta regionale su più fronti: arrivare alla certificazione dei dati di allarme per sapere chi ha la responsabilità in caso di calamità; sviluppare il coordinamento; organizzare un seminario scientifico a cui far partecipare gli enti locali; aprire il dibattito in Consiglio per impostare le scelte future”.
Il vice-presidente Franco Banchi ha insistito sul carattere ‘bipartisan’ alla promozione del coordinamento e dell’individuazione del centro responsabile per le emergenze, ricordando che una buona organizzazione di previsione è utile all’intero sistema regionale: dalla protezione civile al turismo alla sanità. I diversi enti ed organismi che lavorano nel settore sono d’accordo. Lo hanno dichiarato in audizione tutti i presenti: Arsia; Lamma; Autorità di Bacino di Arno, Serchio, Fiora-Omborne, Reno e Tevere; Cnr-Ibimet; Osservatorio Ximeniano; Servizio protezione civile.
Gli interventi, del resto, sono necessari sia sulle cause che sulle conseguenze dei cambiamenti climatici. I dati parlano chiaro. “Dagli anni 60 ad oggi l’anidride carbonica è cresciuta del 20% -ha detto Giampiero Maracchi del Cnr-Ibimet- ed alcuni indici come il North Atlantic Oscillatine mostrano legami evidenti con fenomeni locali come la portata dell’Arno, la siccità, le ondate di calore estivo in Toscana”. Anche per il Direttore del Lamma, Gaetano Zipoli, i dati confermano che negli ultimi 10 anni c’è stato l’aumento progressivo di eventi intensi e localizzati sulla Toscana.
Melloni, dell’Autorità di Bacino del Reno, ha portato i dati delle 13 stazioni di rilevamento sull’Appenino tosco-emiliano che dimostrano come negli ultimi 80 anni la pioggia media sia calata dell’11% (in estate del 24%). Mentre Grazia Mammunccini, amministratore dell’Arsia, ha informato che il servizio agro-meteorologico toscano, grazie ad un preciso sistema di incrocio dei dati del satellite meteo con quelli delle 125 stazioni a terra, fornisce le informazioni sia agli agricoltori sui mutamenti climatici da utilizzare per ottimizzare operazioni e trattamenti alle condizioni migliori, sia alle altre istituzioni di ricerca.
Anche l’assessore all’ambiente Tommaso Franci si è impegnato a partire dall’esistente per migliorare.