A Firenze, prima della seconda guerra mondiale, gli ebrei erano oltre 2.500. Dopo la guerra rimasero in meno di 1.200. Il 6 novembre 1943, durante l'occupazione nazista, molti di loro furono catturati e ammassati come bestie alla stazione di Santa Maria Novella per essere trasportati, il 9 novembre, nel campo di sterminio di Auschwitz. Per commemorare il 60° anniversario della deportazione domani mattina, con inizio alle 10.30, al binario 16 della stazione di Santa Maria Novella si terrà la una cerimonia alla quale parteciperanno il sindaco Leonardo Domenici, il rabbino capo Joseph Levi e il presidente della comunità ebraica fiorentina Guido Fink.
«Gli ebrei fiorentini - ha ricordato Ugo Caffaz, capogruppo dei DS in Palazzo Vecchio e noto esponente della comunità ebraica fiorentina e italiana - furono tutti colpiti dalle leggi razziali proclamate dal regime fascista nel 1938, con le quali furono espulsi della scuole e via da tutta la pubblica amministrazione, dalle libere professioni e non solo. Fu il primo atto di una lunga persecuzione contro una comunità che si era distinta per aver creato numerose case editrici ed aver dato alla città studiosi insigni in ogni campo del sapere, come l'italianista Attilio Momigliano, il giurista Federico Cammeo e lo psicanalista Enzo Bonaventura.
Senza poi dimenticare che gli ebrei fiorentini avevano partecipato attivamente al Risorgimento prima e alla prima guerra mondiale poi: molti morirono nelle trincee sul Carso e per difendere il Piave e molti furono decorati per il valore dimostrato in battaglia». «Con l'occupazione nazista iniziarono i primi rastrellamenti - ha aggiunto Caffaz - ma SS e Gestapo furono aiutati dalle liste che i questori di Firenze e la polizia fascista avevano preparato negli anni. Peraltro Firenze, prima della guerra, aveva già un campo di concentramento nel Comune di Bagno a Ripoli.
Dal novembre 1943 al giugno del 1944 si calcola, per difetto, che gli ebrei deportati da Firenze furono almeno 500, tra fiorentini e stranieri. All'alba del 6 novembre, i nazisti fecero irruzione nei locali della comunità ebraica di via Farini. Il 9 novembre circa 300 ebrei vennero caricati sui vagoni piombati alle stazioni di Firenze e Bologna. Arrivarono ad Auschwitz il 14 novembre: di questi, 193 vennero immediatamente uccisi nelle camere a gas. Degli 83 identificati, 8 erano bambini nati dopo il 1930, 30 anziani, nati prima del 1884.
La più giovane si chiamava Lia Vitale, nata nel 1942; la più anziana Fanny Tedesco ed aveva 93 anni».