FIRENZE – Febbre, mal d’orecchi, diarrea, sederino irritato dal pannolino: sono tra le ragioni più comuni per cui un bambino si lamenta, piange forte, si vede che soffre. I genitori si allarmano, (magari è notte…) e non riescono a calmare il piccolo. Alla fine decidono: si va al Pronto Soccorso dell’Ospedale. Ma qui può accadere che gli operatori sanitari addetti al triage, dopo aver valutato la situazione, indichino alla famigliola la porta della sala d’attesa dei “codici bianchi”, dove sostano i casi non urgenti destinati ad aspettare che vengano prima risolte le vere emergenze.
Evitare inutili e trafelate corse al Pronto Soccorso si può, se si è bene informati su che cosa fare nel caso si manifestino i sintomi sopra citati.
Cinque grandi Ospedali pediatrici italiani, il Meyer di Firenze, il Burlo Garofolo di Trieste, il Gaslini di Genova, il Salesi di Ancona e il Santobono di Napoli, in collaborazione con i pediatri di libera scelta, lanciano a partire da lunedì 3 novembre nelle rispettive città una campagna di informazione che ha lo scopo di evitare il ricorso delle famiglie al Pronto Soccorso nei casi in cui non esistono le reali condizioni di urgenza, quando cioè il disturbo accusato dal bambino è tranquillamente curabile a casa o con la consulenza del pediatra di base.
Con un duplice vantaggio: per la famiglia e per i bambini, che riescono a limitare ansia, stress, attese prolungate, e per la struttura sanitaria stessa, che può rivolgere tutte le energie ai casi veramente urgenti e di emergenza. La campagna prevede la distribuzione ai genitori di un vademecum, un agile depliant in cui sono descritti alcuni frequenti sintomi di malattia dei bambini (febbre, diarrea, dermatite da pannolini e mal d’orecchi) che cosa fare quando questi si manifestano, e i consigli su quando consultare il pediatra e quando invece è necessaria una visita urgente.
Il depliant, intitolato “Leggere le istruzioni. Sapere, per saper scegliere il comportamento corretto”, sarà distribuito da lunedì 3 novembre 2003 nei Pronto Soccorso dei cinque ospedali, dai pediatri di famiglia e diffusi attraverso gli Ambulatori Pediatrici dei Distretti . “Con questa azione informativa mirata ai genitori di bambini di età inferiore ai 5 anni - spiega il dottor Francesco Mannelli, responsabile del Dipartimento emergenza accettazione del Meyer - prevediamo di ridurre di almeno la metà il numero dei codici bianchi per queste patologie che si presentano al Pronto Soccorso e di assicurare quindi una gestione ancora migliore delle emergenze.
Contiamo di distribuire, nel corso dell’anno almeno 10000 brochure”.
La campagna fa parte di un progetto di ricerca elaborato dal Pronto Soccorso del Burlo Garofolo di Trieste. Si chiama “Studio multicentrico dell’impatto sugli accessi pediatrici al Pronto Soccorso di strategie e profili assistenziali concordati”, è coordinato per il Meyer dal dottor Marco de Luca e dalla dottoressa Sonia Innocenti per i pediatri di libera scelta, prevede il contemporaneo coinvolgimento delle cinque città (Firenze, Trieste, Genova, Ancona e Napoli) ed è sostenuto dal Ministero della Salute.
Sulla base dei dati raccolti nei Pronto Soccorso saranno elaborate strategie e profili assistenziali per contenere il continuo aumento degli accessi impropri, migliorare l’educazione sanitaria della popolazione e aumentare la capacità di autogestione delle famiglie. La conclusione operativa, valida per tutto il sistema nazionale, è prevista ad agosto 2004.
Il servizio è organizzato secondo la procedura del “triage”
Quello dell’Ospedale Meyer è l’unico Pronto soccorso pediatrico della Toscana.
Ogni giorno si rivolgono a questa struttura numerosissimi utenti. Il servizio è organizzato secondo la procedura del “triage” (indicata dalle Linee guida nazionali): al Pronto Soccorso non conta, cioè, il momento in cui si arriva, ma il grado di urgenza del caso. Urgenza massima per il “codice rosso”, che definisce una condizione molto critica del paziente, con compromissione delle funzioni vitali, e via via minore per i codici giallo, verde e bianco, con conseguente differenziazione dei tempi di attesa.
Il compito di definire la priorità con cui il paziente viene visitato dal medico è affidato a infermieri esperti e specificamente formati, sotto la supervisione del medico di servizio. Dopo la valutazione, ai genitori o a chi accompagna il bambino viene consegnata una scheda sulla quale è segnato il codice-colore che indica il grado di urgenza del caso. In base al codice si provvede alle visite.
Nel periodo di tempo tra il maggio del 2002 e l’aprile 2003 sono stati registrati al Pronto Soccorso del Meyer questi dati: gli accessi sono stati in tutto 29.031.
Di questi, 17.488 sono stati accessi medici (non chirurgici) per una percentuale di circa il 60%. Degli accessi medici il 9.5% circa (1649) si sono rivelati casi di febbre, mal d’orecchie, diarrea, eritema da pannolino.
Proprio le patologie a “codice bianco” a cui si riferisce la campagna di informazione e educazione sanitaria rivolta alla famiglie che viene lanciata il 3 novembre dagli Ospedali pediatrici di Firenze, Genova, Trieste, Ancona e Napoli.
Nell’ambito dell’indagine conoscitiva sui punti nascita ed il settore materno-infantile in Toscana, ormai in corso da tempo ad opera della Quarta commissione alla Sanità e sicurezza sociale del Consiglio regionale, lunedì 3 novembre saranno visitati i punti nascita ed i reparti maternità dell’ospedale Apuano sia per quanto riguarda il presidio ospedaliero Santi Giacomo e Cristoforo di Massa che il presidio Ospedale Civico di Carrara.
Nel primo caso la visita inizierà alle ore 10.30, nel secondo a partire dalle ore 12.30.