FIRENZE – Per tutelare i bacini regionali Costa, Ombrone e Serchio dall’inquinamento dovuto alla presenza dell’uomo, dell’agricoltura e degli allevamenti, in alcune zone, definite “sensibili” e “vulnerabili”, dovranno essere potenziati i sistemi di depurazione e migliorate le pratiche agricole. Lo stabilisce una delibera approvata dal Consiglio regionale, col voto favorevole della maggioranza e l’astensione del centro-destra. Sirio Bussolotti (Ds), presidente della commissione Territorio e ambiente, ha illustrato l’atto, specificando che si tratta di dare attuazione a due direttive europee del 1991 e che per l’individuazione delle aree la Regione si è basata sugli studi dell’Arpat.
Nelle aree “vulnerabili ai nitrati di origine agricola”, l’obiettivo è tutelare le acque sia superficiali che sotterranee dall’eccesso di azoto. Per questo agricoltori e allevatori dovranno seguire alcune pratiche di “buona agricoltura”, in realtà già diffuse e applicate in Toscana. Nelle aree “sensibili”, le acque rischiano di essere eutrofizzate, cioè di contenere troppo azoto e fosforo, a causa soprattutto degli scarichi fognari: i sistemi di depurazione andranno rafforzati.
Per il bacino Costa, sono state individuate quale area vulnerabile la zona costiera tra Rosignano e Castagneto Carducci e quale area sensibile il padule di Bolgheri. Per l’Ombrone, non ci sono aree vulnerabili mentre le aree sensibili sono tre: il lago di Burano, la laguna di Orbetello e il padule della Diaccia Botrona. Per il Serchio, infine, il lago di Massaciuccoli e le zone circostanti costituiscono sia area sensibile che vulnerabile. La perimetrazione di dettaglio è demandata alla Giunta regionale.
“L’individuazione di queste aree rappresenta un tassello importante verso il piano regionale per la tutela delle acque, che sarà pronto entro la fine dell’anno”, ha commentato l’assessore all’ambiente, Tommaso Franci.
Le norme tecniche per gli edifici antisismici dovranno essere rispettate in tutto il territorio toscano, anche nelle aree meno soggette ai terremoti. Lo stabilisce una delibera approvata all’unanimità dal Consiglio regionale. I territori interessati sono quelli che ricadono nella cosiddetta “zona 4” e riguardano principalmente l’Elba e le province di Livorno e Grosseto.
Dopo il terremoto del Molise dello scorso ottobre – ha spiegato in aula Sirio Bussolotti (Ds), presidente della commissione Territorio e ambiente - tutto il territorio nazionale è stato suddiviso in 4 categorie. Per la Toscana, 103 Comuni che non erano classificati come sismici sono stati riclassificati nella seconda, terza e quarta categoria. L’ultima, di cui si occupa questa delibera, comprende le aree meno soggette a rischi. Lo Stato ha lasciato libere le Regioni di scegliere se applicare o meno la normativa tecnica a queste aree, e la Toscana ha deciso per la cautela.
Si tratta per lo più di “regole del buon costruire”, spesso già applicate, con un’attenzione particolare ad alcuni elementi rilevanti in caso di terremoto e agli edifici pubblici e strategici. La delibera è stata approvata all’unanimità. “Ci saranno oneri in più per la costruzione, ma la sicurezza degli edifici rimane prioritaria”, ha commentato Franco Banchi (Cdu, vicepresidente della commissione Territorio e ambiente), motivando il voto favorevole del centro-destra. L’assessore all’ambiente, Tommaso Franci, ha detto che questa scelta si inserisce in uno sforzo complessivo di investimenti che riguardano la prevenzione dai rischi.
I Comuni interessati sono: nella provincia di Livorno, Campiglia Marittima, Campo nell’Elba, Capoliveri, Capraia Isola, Marciana, Marciana Marina, Piombino, Porto Azzurro, Portoferraio, Rio Marina, Rio nell’Elba, San Vincenzo, Sassetta, Suvereto; nella provincia di Grosseto, Capalbio, Castiglione della Pescaia, Follonica, Gavorrano, Grosseto, Isola del Giglio, Magliano in Toscana, Monte Argentario, Orbetello, Scarlino. Le norme tecniche di riferimento e i termini di decorrenza sono quelli contenuti nell’ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n.
3274 del marzo 2003: 18 mesi (ora 12) per passare alle nuove norme in generale, applicazione immediata per scuole, ospedali ed altri edifici pubblici e strategici.
Posizioni divergenti in Aula consiliare fra l’assessore regionale all’Ambiente ed al territorio Tommaso Franci ed il consigliere Fabio Roggiolani del gruppo dei Verdi, lo stesso partito dell’assessore. Materia del contenere, un’interrogazione presentata da Roggiolani sul funzionamento dei servizi meteo in occasione dell’evento calamitoso del 23 settembre a Carrara e nella zona delle alpi Apuane.
Roggiolani, facendo riferimento anche a notizie di stampa, aveva chiesto alla Giunta di fornire notizie sul corretto funzionamento del servizio meteorologico in occasione di tali eventi che, come è noto, hanno provocato ingenti danni su tutta la fascia costiera ed in particolare nella zona di Massa e di Carrara. All’indomani dell’alluvione il sindaco di Carrara, Giulio Conti, aveva affermato di non aver ricevuto alcuna segnalazione di pericolo, salvo poi specificare nei giorni successivi che il fax inviato dalla Prefettura di Massa non gli era stato consegnato dai Vigili urbani.
Franci ha affermato che a Carrara si è verificato un episodio più unico che raro, ovvero che il fax con la previsione di una possibile alluvione non è stato prontamente consegnato al sindaco, aggiungendo che l’interrogazione di Roggiolani si basava su notizie di stampa rivelatesi poi inesatte e comunque non poteva e non può riguardare la Giunta ed il servizio meteo regionale in quanto non è competenza della Regione il fornire informazioni di questa natura che spettano invece alla Protezione civile attraverso le Prefetture.
Franci, che ha invitato Roggiolani ad informarsi presso le sedi opportune e non attraverso la lettura dei giornali, ha sottolineato inoltre che la Regione, pur non avendo competenza in materia di informazione, ha attivato un sito Internet che offre informazioni ulteriori ed integrative. Franci ha concluso esprimendo il massimo apprezzamento per l’operato del Lamma, la struttura regionale che si occupa di meteorologia, ed invitato nuovamente il consigliere Roggiolani e chiunque avesse in animo di chiedere spiegazioni del genere ad un maggiore controllo delle fonti d’informazione ed alla verifica delle procedure seguite prima di sottoscrivere interrogazioni del genere.
Energica la reazione di Roggiolani il quale ha replicato affermando che, come cittadino e consigliere, si è limitato a chiedere informazioni e spiegazioni. Ad un consigliere regionale, ha affermato Roggiolani, non spetta il lavoro di intelligence bensì quello di controllo, verifica e stimolo, pertanto sua intenzione, ha dichiarato, era quella di mettere in rilievo la mancata comunicazione che è derivata, secondo lui, non tanto dalla scarsa qualità dei servizi del Lamma e degli altri enti bensì dal mancato coordinamento che dovrebbe mettere in relazione le strutture preposte e che, se funzionasse, in questo caso avrebbe consentito di utilizzare sistemi di allerta meteo meno burocratici e più efficaci.
Roggiolani ha inoltre detto che questo è quanto va affermando dal 2000 ed ha chiesto di mettere mano alla riorganizzazione del sistema. In questo senso, riferendosi all’assessore Ambrogio Brenna che si occupa di Industria e politiche per l’innovazione, Roggiolani ha affermato che la Giunta ha lasciato il Lamma in una situazione non definita ormai da circa due anni anche a causa della mancata sottoscrizione da parte dell’Asi, l’agenzia spaziale italiana, delle sue quote di competenza. Con tutto ciò Roggiolani ha affermato anche che, grazie alle iniziative della Giunta regionale, in Toscana esiste il miglior servizio meteorologico nazionale.
Ma poiché siamo nelle condizioni di poter passare all’eccellenza, ha concluso il consigliere verde, occorre battersi affinché questo avvenga.