Il nuovo proprietario, la British American Tobacco), non ha ancora preso possesso operativo dell'azienda in attesa del pronunciamento
della commissione antitrust di Bruxelles che potrebbe arrivare nel giro di un paio di settimane.
BAT, che l'anno scorso ha compiuto 100 anni ed è guidata da Martin Broughton, è una multinazionale inglese presente in 180 paesi (in 50 è leader di mercato, in 66 ha 85 fabbriche), con 85mila dipendenti. Nel 2002 ha prodotto 777 miliardi di sigarette: è il secondo produttore del mondo dietro Philip Morris, ma è geograficamente
più diffusa.
Quest'anno è entrata nei mercati di Perù, Italia e Serbia.
L'amministratore delegato dovrebbe essere Francesco Valli, attuale di BAT-Italia. La presidenza potrebbe andare a Sergio Billé, in rappresentanza della Confcommercio che controlla una quota di minoranza di ETI.
A fine ottobre chiuderà definitivamente i battenti
l'antica manifattura di Lucca, dove nascono i migliori Toscani, e verrà aperto un più moderno stabilimento. La produzione dovrebbe ricevere un impulso, con grandi potenzialita' di successo anche all'estero.
BAT ha seguito in tutti i Paesi in cui è presente una politica di mantenimento dei marchi locali (ne ha 300, i più noti sono Lucky Strike, Dunhill, Rothmans, Kent). Nel business di ETI-BAT, il sigaro rappresenta 40 milioni di euro su 900 milioni di fatturato, ma con un contenuto di immagine elevato.