FIRENZE- Rispetto dell’ambiente, attenzione alle tradizioni agricole, capacità di valorizzare le tipicità enogastronomiche e artigianali: nel Dna del turismo toscano figurano, in maniera sempre più marcata, queste componenti. E anzi, la qualità ambientale e la ruralità rappresentano i terreni più innovativi per garantire competitività all’offerta toscana e difenderla dal pericolo dell’omologazione. Uno scenario, questo, emerso oggi chiaramente a Villa Montalto, al seminario ‘Turismo e Toscana’, organizzato dalla Regione e cui hanno partecipato tecnici, dirigenti della Ue, amministratori locali, rappresentanti di associazioni.
“La capacità della Toscana di valorizzare il rapporto con il territorio e di salvaguardare le sue tipicità – ha sottolineato l’assessore al turismo Susanna Cenni - è decisiva per il futuro del nostro turismo. La crescita quantitativa e qualitativa di questo comparto, infatti, è sempre più legata alla capacità di integrare turismo, mondo rurale e produzioni di qualità. Scopo dell’incontro di oggi è stato proprio quello di un confronto e una verifica sulle opportunità offerte alle imprese e alle istituzioni per sostenere questo cammino.
Un cammino che, comunque procede spedito: basti pensare alle centinaia di imprese che hanno adottato il marchio ‘Benvenuti in Toscana’ che fissa precisi standard di accoglienza e di qualità, e al notevole interesse che hanno destato, nel seminario di oggi, le varie iniziative capaci di valorizzare la sostenibilità ambientale e la ruralità: dalla certificazione europea Emas alle bandiere arancioni del Touring, dal marchio ‘Vetrina toscana a tavola’ per la ristorazione, ai fondi comunitari per le imprese che somministrano cibi e bevande ‘toscane’.
Tante iniziative unite da una parola comune: qualità. “La grande sfida che abbiamo davanti – ha detto l’assessore all’agricoltura Tito Barbini, intervenuto alla sessione pomeridiana del seminario - è quella di integrare tutte le qualità della nostra regione, qualità dei prodotti, del turismo, dell’ambiente, del paesaggio, in un unico sistema di qualità della vita che coinvolga tutte le componenti economiche e sociali presenti sul territorio”. In questo senso per Barbini è sempre più importante la valorizzazione dei territori rurali: cioè di quello che, ha aggiunto “sta diventando il terzo pilastro del turismo regionale insieme al mare e alle città d’arte”.
Turismo e qualità ambientale
La prima parte del seminario è stata interamente dedicata alle opportunità per valorizzare tutte quelle forme di turismo che sappiano sintonizzarsi con l’ambiente. E’ stata sostenuta, da parte della Regione, la necessità di intensificare la diffusione delle certificazioni ambientali: in particolare del marchio comunitario Emas, le cui caratteristiche sono state evidenziate dal dirigente Ue Josè Jorge Diaz del Castillo.
A questo fine, da sei mesi è operativo in Toscana uno sportello gestito da Arpat per assistere le imprese aderenti al marchio ‘Benvenuti in Toscana’ che vogliono ottenere informazioni e assistenza su certificazioni come queste.
L’obiettivo è far sì che sempre più imprese toscane siano in grado di adottare misure particolari per lo smaltimento dei rifiuti o per ridurre i consumi di energia elettrica e iniziative per orientare anche i clienti a un consumo responsabile delle risorse. Parallelamente alle imprese dal seminario sono emerse indicazioni anche per i Comuni: per esempio l’invito a partecipare al progetto ‘bandiere arancioni’ del Touring club: la bandiera arancione, che certifica la qualità turistico-ambientale dei comuni dell’entroterra, è stata conferita nel 2002 a quaranta comuni italiani e, tra questi, a ben diciotto toscani.
Turismo e ruralità
La sessione pomeridiana è stata dedicata alle connessioni, sempre più strette tra turismo e mondo agricolo e artigianale e soprattutto alle opportunità di un dialogo sempre più stretto nel segno della tipicità. E’ questa per esempio, la direzione assunta dal marchio ‘Vetrina Toscana a tavola’ che verrà attribuito a tutti i ristoranti, le trattorie e le osterie che proporranno un menu tipico e valorizzeranno l’artigianato del territorio, ed è questa anche la direzione da cui muove la Misura comunitaria 9.8.
Quest’ultimo è un provvedimento di grande interesse per le imprese turistiche perché i finanziamenti che eroga (fino al 40 per cento dell’investimento complessivo) sono a fondo perduto. Il finanziamento, destinato all’adeguamento, all’ampliamento e alla realizzazione di strutture e servizi turistici, viene concesso solo a quelle aziende che decidano di somministrare alimenti e bevande, e che si impegnano a utilizzare prodotti ‘toscani’. Il contributo ha già avuto una forte ricaduta sulle imprese toscane: nell’ultimo anno ben 71 hanno beneficiato dell’intervento per un contributo complessivo di circa 5 milioni di euro.
Caratteristiche e finalità della misura sono state illustrate al seminario dal responsabile programma di sviluppo rurale di Grecia, Italia e Portogallo Balthasar Huber.
Euromeeting
Nel corso del seminario è infine stato annunciato che Firenze ospiterà nel 2003 Euromeeting, grande incontro europeo sulle tematiche dello sviluppo sostenibile. Quest’anno il convegno si articolerà in tre giorni di lavoro, dal 6 all’8 novembre.
Quanti sono in Toscana i tipi di uccelli in pericolo di estinzione? Quante le piante a rischio di scomparsa? Cosa è possibile fare per proteggere determinati habitat dall’azione dell’uomo? Sono solo alcune delle domande a cui tenta di dare delle risposte il progetto che si è appena concluso, curato dall’ARSIA con la collaborazione della Regione Toscana e di altri soggetti ed enti attivi nel settore della gestione e pianificazione del territorio.
Il progetto
RE.NA.TO., acronimo per Repertorio Naturalistico Toscano, è partito alla fine del ’97 e si è da poco concluso.
Il suo scopo è stato raccogliere, organizzare ed inserire in un archivio facilmente aggiornabile e consultabile tutte le informazioni possibili riguardanti le specie vegetali e animali (compresi gli habitat) presenti nella regione in modo da mettere a disposizione un quadro completo sulle emergenze naturalistiche meritevoli di conservazione e tutela. Il RE.NA.TO. rappresenta una sorta di censimento delle specie di flora e fauna utile per capire come intervenire, proteggere e valorizzare determinate aree della Toscana.
I tre filoni
Il Repertorio si compone di tre parti: la banca dati, che verrà continuamente aggiornata ed ampliata, il monitoraggio Habitat, ovvero il monitoraggio delle specie e degli habitat più significativi allo scopo di controllare l’evoluzione delle condizioni generali dell’ambiente, e la carta geoecologica, una mappa che descrive in modo integrato le caratteristiche geografico-fisiche e quelle della vegetazione e dell’uso del suolo per ottimizzare i dati contenuti nella banca dati.
La raccolta
Complessivamente sono stati sottoposti ad osservazione 1152 tra specie animali, vegetali e habitat, raccogliendo tutta una serie di informazioni relative allo stato (cioè se esiste pericolo di estinzione o meno), alla localizzazione, alla distribuzione e al livello di conoscenza della specie.
Una volta raccolto tutto il materiale si è provveduto ad estrapolare e ad organizzare i dati in maniera omogenea, riportandoli in schede cartacee. Successivamente i dati sono stati archiviati in un data base attraverso un apposito programma; la banca dati sarà consultabile attraverso il sito internet della Regione.
L’investimento
Complessivamente sono stati impiegati per il progetto 628 mila euro, stanziati da Regione e Museo di Storia Naturale dell’Università di Firenze (che ha coordinato lo studio).
“Il repertorio - ha dichiarato soddisfatto l’assessore regionale all’ambiente Tommaso Franci – è una fotografia articolata sullo stato di conservazione delle varie specie, una banca dati oggettiva per integrare altre conoscenze a disposizione e per meglio indirizzare le politiche di gestione urbanistica e agricola”.
Il progetto si inquadra nel Piano Regionale di Azione Ambientale. “Con il repertorio – ha concluso Franci - raccogliamo i frutti di un investimento strategico che ha dato attuazione alla direttiva comunitaria Habitat sulla tutela della biodiversità. Grazie a questo strumento è da oggi possibile attuare un monitoraggio sistematico delle specie animali e vegetali in generale e di quelle sottoposte al rischio di estinzione in particolare. Esso infatti riguarda in primo luogo le specie e gli habitat che hanno interesse comunitario prioritario, in base alle direttive europee, anche se poi la legge regionale 56/2000 estende il controllo a molti altri elementi di interesse conservazionistico regionale”.
Le informazioni che si possono ricavare dalla banca dati del RE.NA.TO. sono di tre tipi:
- la tabella delle specie, che in base alla classificazione dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN) si dividono in ‘estinte’ e ‘minacciate di estinzione’, quest’ultime a loro volta classificate tra specie ‘in pericolo critico’ e ‘in pericolo’;
- alcuni esempi relativi all’andamento, contrazione o ampliamento, della presenza di alcune specie;
- alcuni esempi di confronto tra la presenza di specie di interesse e le aree protette.
Dalla tabella delle specie, risulta che in Toscana ci sono 3 specie estinte, 1 di flora (il bambagione annuale) e 2 di insetti, 124 specie in pericolo critico, delle quali 108 di flora (come, tanto per citarne alcuni, il trifoglio acquatico comune, il garofano, il cisto laurino, il salice erbaceo, la genzianella stellata, la salvia nemorosa, l’erba vescica, il giunco natante), 1 di molluschi, 5 di insetti, 1 di rettili (la tartaruga comune di mare), 7 di uccelli (tra cui il tarabuso, il piccione selvatico, il fraticello e l’ortolano) e 2 di mammiferi (la lontra e il gatto selvatico) e 123 specie in pericolo, delle quali 83 di flora (citiamo ad esempio il crescione dei Pirenei, il ribes multifloro, la cicerchia gorgonio, il cardo appenninico, l’asparago amaro), 4 di molluschi, 5 di insetti (tra questi la farfalla Apollo), 5 di pesci (come il cavedano dell’Ombrone e lo spinarello), 1 di rettili, 15 di uccelli (tra cui la berta minore, il falco di palude, la pernice rossa, il gabbiano corso) e 10 di mammiferi (segnaliamo la lepre italica, il topo quercino, la puzzola e la martora).
Ci sono anche informazioni relative all’andamento, alla contrazione o all’ampliamento della presenza di alcune specie nel territorio regionale.
L’ortolano, specie di uccello in pericolo critico in Toscana, legata al paesaggio agro-pastorale tradizionale, ha subito un calo drastico: prima era presente in varie zone, adesso ne troviamo piccoli nuclei al nord mentre mancano segnalazioni recenti nelle aree meridionali. In tempi brevi/medi è minacciato di estinzione. La calandra, uccello legato alle praterie naturali e alle colture cerealicole estensive, storicamente ben distribuito in Toscana, alla fine del ‘900 era ritenuto probabilmente estinto.
Nel 2000 e nel 2001 invece è stato segnalato un nuovo sito riproduttivo al confine con il Lazio.
Infine si possono fare confronti tra i dati relativi alle varie specie e specifici ambiti territoriali, come ad esempio le aree protette. La primula appenninica è un’erba perenne endemica dell’Appennino tosco-emiliano considerata specie di interesse comunitario prioritario dalla Direttiva Habitat, in Toscana il suo status di conservazione è ‘vulnerabile’. E’ rara sul versante toscano, ci sono stazioni isolate nell’Appennino settentrionale, ma i suoi siti di segnalazione sono ampiamente compresi nel Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano.
Il gracchio corallino è un uccello che vive prevalentemente in aree montane con pareti rocciose, dove nidifica, e in praterie montane, dove si alimenta. E’ una specie compresa negli allegati della Direttiva Uccelli e il suo status di conservazione in Toscana è ‘in pericolo’. E’ presente con una popolazione isolata nelle Alpi Apuane, in aumento dalla metà degli anni ’80 e l’areale di nidificazione è interamente compreso nel Parco Regionale delle Alpi Apuane.