L’incontro tra Giovanna Marini e Francesco De Gregori è stato sicuramente uno degli eventi musicali più significativi dello scorso inverno. A proposito de Il fischio del vapore è stato detto e scritto molto e da molti; fra i tanti, ci piace ricordare Ivan Della Mea, dall’“Unità” del 9.12.2002: “Hanno dimostrato, Giovanna Marini e Francesco De Gregori, che è possibile riproporre, anzi, proporre di bel nuovo i canti della nostra tradizione senza fare il verso al popolo, senza rincorrere le mode etnicistiche più o meno pizzicate e tarantolate che imperversano; l’hanno fatto riscoprendo una funzione per queste canzoni che, già nate come canti in funzione di monda o di filanda o di protesta sociale o di racconto o di o di o di, diventano ‘canti in funzione di testimonianza, di memoria, di storia orale’ buoni per il presernte siccome lo furono nel passato.
Hanno dimostrato, Giovanna Marini e Francesco De Gregori, che è possibile questo fare cultura senza pallosità, senza cercare o inventarsi gli avalli della grande cultura, delle accademie”. Vogliamo citare anche Alessandro Portelli, dal “manifesto” dell’11.12.2002: “Un disco del genere sale inaspettatamente in classifica. E’ segno che certe volte una cosa fatta per il piacere di farla trova un riscontro significativo. E’ segno che fra new global, girotondi, scioperi operai e tutto il resto, risale in questo paese la voglia di politica.
Ma non di una politica qualsiasi: di una politica che si possa anche cantare”.
Quello che proponiamo il 31 maggio, a chiusura di InCanto 2003, non sarà un concerto né tantomeno un dibattito. L’abbiamo chiamato “conversazione”: sotto la ‘direzione’ di Toni Jop, giornalista de “l’Unità”, si chiacchiererà di musica popolare, di canto sociale e di protesta, di impegno civile e politico.