Storia e storie delle Mille e una notte

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
13 marzo 2003 13:02
Storia e storie delle Mille e una notte

Nell’ambito del Convegno Storia e storie delle Mille e una notte, organizzato da Comune di Firenze/Assessorato alla Pubblica Istruzione ed in programma al Palaffari il 14 e 15 marzo, l’Institut Français de Florence ospita gli appuntamenti “serali” del convegno. Si tratta di 3 mostre espositive, ospitate nella sala mostre di Palazzo Lenzi e della proiezione, in prima assoluta del film franco/tunisino “Le collier perdu de la colombe” del narratore, pittore, regista Nasser Kémir.

Le mostre

14 marzo, vernissage ore 21 /15 aprile c/o IFF (sala mostre) «I sessanta nomi dell’amore»
A cura di Nacer Kémir
Per gli eschimesi ci sono 60 parole per nominare la neve, per gli arabi ci sono 60 parole per nominare l’amore.

La mostra - già presentata a Parigi al Musée d’art moderne e al Beaubourg centre Pompidou, al Museo di Tunisi, a Granada, Milano, Avignone, Ginevra, etc, - espone 60 tavole di calligrafia araba che descrivono e definiscono altrettanti significati diversi della parola amore.
“Chiunque si sia mai interessato ad un’opera sulla civilizzazione araba ha potuto pronunciare questa frase sorprendente: «Gli arabi hanno orrore del vuoto… » Mi sono spesso interrogato sul senso di questa affermazione poiché, se esiste una cultura fondata sul concetto di vuoto, questa è proprio la cultura arabo-musulmana.


Il luogo da cui hanno origine questa cultura e la sua lingua, il deserto arabo, è chiamato « rub’l khali » letteralmente « lo spazio del vuoto ».Poi, lo zero, il numero che ha rivoluzionato la matematica e la scienza, si dice « sefr », ovvero « vuoto », mentre il termine « sefarou » designa il centro del cuore o della mente. Infine la « kaaba », intorno alla quale girano da secoli milioni e milioni di musulmani, è un cubo vuoto.
Insomma, il concetto di vuoto è al centro della cultura arabo-musulmana.
Nell’arte della calligrafia la bravura del maestro si riconosce non dai pieni che disegna, ma dai vuoti che lascia.

In omaggio a questa lunga tradizione astratta ho voluto realizzare i « Sessanta nomi dell’amore » in bianco su delle tele bianche, come una presenza invisibile, un’impronta disegnata sulla sabbia.” Nasser Kémir
Dal racconto al cinema, dalla pittura alla scultura, dalla calligrafia alla scrittura, Nacer Khemir ha lanciato un ponte tra due rive, tra il Nord e il Sud, l’Oriente e l’Occidente. Nel 1972, durante le riprese di un film con Jean-Marie Drot parte alla ricerca dei cantori della Medina di Tunisi e questo lavoro di raccolta di racconti gli inspirerà quattro film sul tema: Histoire du Pays du Bon Dieu (1975), L’Ogresse (1977), per la TV svizzera, Sommaa (1978) e A la recherche des Mille et Une nuits (1981), film realizzato per FR3.
Nel 1975, con la pubblicazione del libro L’Ogresse (ed.

François Maspero), inizia la sua attività di narratore in Francia e partecipa al rinnovamento della tecnica del racconto, con atelier di formazione per narratori presso l’Abbaye de Royaumont à Grenoble, l’Abbaye de Sénanque à La Chartreuse de Villeneuve… Parallelamente realizza numerose mostre intorno al tema del racconto al Beaubourg Centre Pompidou, al Salon du livre de jeunesse di Montreuil, etc.
Nel 1982 e 1988, invitato da Antoine Vitez, rappresenta per un mese Les Mille et Une nuits al Théâtre National de Chaillot: ogni sera una novella, per un totale di 25 ore di narrazione, con la scenografia di Yannis Kokkos.


Del 1990 è Le collier perdu de la Colombe (v. scheda allegata) presentato a Firenze in I° assoluta il 15 marzo alle 21.30.
--------------------------------------------------------------------------------

« Shahrazad si fa bella »
La bellezza femminile nel mondo arabo dalle Mille e una notte ad oggi.
A cura di Joan Rundo
Sharazad è l’eroina che salva sé stessa e tutta la popolazione femminile dal crudele destino auspicato dal Sultano Shahriyar, sapendo usare sia la sua bellezza sia la sua intelligenza e intrecciando i suoi racconti per ben Mille ed una notte, così da suscitare la curiosità del marito, ansioso di conoscere la fine della storia, che però non finisce mai.

Queste storie sono piene di fanciulle bellissime, schiave o principesse, che incarnano l’ideale della bellezza nel mondo arabo, che, per molti aspetti, è rimasta immutata da allora. La mostra presenta una serie di oggetti usati dai personaggi femminili dei racconti delle Mille e una notte e tuttora in uso nel mondo arabo, con un percorso che comincia nel luogo dedicato per eccellenza alle cure del corpo e che occupa una posizione centrale nella vita sociale ed urbana: l’ hammam.
Joan Rundo, dopo aver conseguito una laurea in Francese e Italiano all’Università di Durham (GB) e un Master in Traduzione ed Interpretariato all’Università di Canterbury (GB), ha studiato la lingua araba all’ISMEO (Istituto per il Medio ed Estremo Oriente) di Milano, dove ha conseguito il diploma dopo un corso triennale con corsi di arabo alle Università di Alessandria (Egitto) e di Sanaa (Yemen).

Questo ha suscitato un interesse travolgente per molti aspetti della cultura araba, soprattutto la letteratura, il cinema, e quella cultura detta materiale, in particolare l’universo delle donne, dalla cucina alla bellezza, conosciuta grazie a numerosi viaggi nel mondo arabo, dal Marocco allo Yemen.
--------------------------------------------------------------------------------
«Il Baule volante»
Le Notti nei libri per bambini in 30 lingue diverse
A cura di E. Borio Silling / Globe livres, Biblioteca Interculturale Losanna e V.

Ongini
In un baule magico è contenuto uno scaffale di libri sulle Mille e una notte: Cento libri per bambini e ragazzi in (quasi) 40 lingue diverse: 40 sono i briganti di Alì Babà! Ci sono libri poveri, libri piccoli, piccolissimi, cartonati, giornalini, raccolte di fiabe. Le lingue con maggior numero di libri sono l’arabo e il francese. Poi spagnolo, albanese, persiano, swahili, amarico, vietnamita, serbo-croato, russo, inglese, tedesco, portoghese, italiano e altre lingue. C’è anche un Aladino in esperanto.


I personaggi delle Mille e una notte più presenti nel Baule sono Alì Babà, Sindbad il marinaio e Aladino, naturalmente anche con le immagini tratte dal film di Walt Disney. Inoltre c’è una versione a fumetti, allegra e topolinesca, con Topolino al posto di Aladino e un Genio fannullone anche se dotato di enormi poteri.Tra i 100 libri per bambini c’è un romanzo per giovani e adulti in lingua persiana: Notti delle mille e una notte di Nagib Mahfuz, scrittore egiziano, premio Nobel nel 1988.
Il suo racconto ha inizio quando finiscono le Mille e una notte: che ne è stato del Sultano? I racconti che ha ascoltato sono riusciti a farlo diventare migliore?
La biblioteca interculturale Globlivres a Losanna é nata nell'autunno 1988 à Renens, comune della periferia di Losanna, dove la proporzione di abitanti di lingua non francese é circa la metà.


Gli scopi della biblioteca sono molteplici: offrire ai migranti di questa regione la possibilità di leggere nella loro lingua materna, contribuire ad una integrazione attiva valorizzando le culture d'origine, evitare che i giovani appena arrivati perdano il contatto con la lettura, favorire gli scambi interculturali offrendo informazioni sulle altre culture.
Oggi, dopo 14 anni, la biblioteca GLOBLIVRES ha accolto circa 5000 lettori e gestisce un fondo di 19000 libri (circa 200 lingue, tra cui, le principali: albanese, arabo, cinese, curdo, francese, inglese, iraniano, italiano, macedone, portoghese, russo, serbo-croato, spagnolo, tamil, tedesco, turco, vietnamita.

Inoltre, in quantità minore: afar, afrikaans, akan, amarico, armeno, ashanti, aymara, bengali, bisa, bretone, bulgaro, catalano, ceco, coreano, creolo, danese, djula, dzongkha, esperanto, estone, ewe, filippino, finlandese, fulfulde, galiziano, greco, gujarati, gulmachema, ebreo, hindi, ungherese, huambisa, indonesiano, irlandese, islandese, kannada, kikongo, giapponese, laoziano, latino, lettone, lituaniano, luo, malayalam, malgasco, maori, mapudungun, marathi, maya, mixteca, moore, nahua, olandese, norvegese, nuni, occitano, pashtou, polacco, quechua, romancio, rumeno, sami, sinti, slovacco, somalo, soninké, svedese, svizzero-tedesco, swahili, tarahumara, telugu, tailandese, tigrigno, urdu, usbeco, valdostano, wolof, yiddish.)
Nella biblioteca si trova ogni tipo di libro: romanzi, libri di cucina, documentari su viaggi e paesi, religioni e feste, calendari interculturali, libri di storia, libri-gioco e libri-cassetta, fumetti, riviste, libri bilingui, piccoli lessici, dizionari, metodi per imparare le lingue, libri corrispondenti (stesso libro in diverse lingue), poesia, racconti tradizionali e leggende, dizionari…

Sede delle mostre:
Istituto Francese di Firenze
14 marzo / 15 aprile
Orario: Mattina su appuntamento
Pomeriggio ore 15/17
Ingresso libero
Info e prenotazioni 055 287521

Il film
15 marzo ore 21.30 c/o IFF (teatro)
« Le collier perdu de la colombe »
Di Nasser Khémir
Film in lingua originale con sottotitoli in italiano.

Alla presenza dell’autore.
Menzione speciale al Festival di Locarno nel 1990, Gran premio al Festival di Belfort nel 1991, Premio speciale della giuria al festival francofono di Saint Martin sempre nel 1991 e Gran premio del festival francofono di Namur.
Un maestro calligrafo gioca a scacchi con un amico attraverso un piccione viaggiatore; un bambino orfano è guidato in Paradiso dal padre deceduto; uno studente scrive la parola “amore” finché essa prende corpo, il corpo della principessa Samarcanda, che galoppa sul suo cavallo arancione circondata dal suono di una ballata curda.
Infine i villani arrivano nella notte e scandiscono al ritmo delle loro barbare cavalcate il ritorno alla polvere della più bella, pacifica e creativa delle civiltà: la civiltà andalusa dell’XI secolo, la civiltà della moschea di Cordova, dei cantori dell’Islam, del Libro.


Il cinema di Nasser Kémir è all’altezza del suo pensiero: scoppiettante ma rigoroso, dolce ma violento. La bellezza non è una categoria estetica ma tuttavia in questo film-poema ci trascina con la sua assolute esigenza.
Dal racconto al cinema, dalla pittura alla scultura, dalla calligrafia alla scrittura, Nacer Khemir, di origine tunisina, ha lanciato un ponte tra due rive, tra il Nord e il Sud, l’Oriente e l’Occidente, immergendoci allo stesso tempo nel reale e nel fantastico: la francofonia riconosce il suo alter ego nell’arabo del cantore delle mille e una notte.

Collegamenti
In evidenza