Passati tre anni di trasmissioni, il successo dei canali tematici calcistici ha dimostrato la validità del progetto, sia in termini di servizio informativo e di intrattenimento, sia in termini economici. La pay tv aveva fatto una scommessa troppo presto persa a causa della pirateria : l’introduzione del sistema di codifica satellitare Seca 2 ( che ha stroncato almeno per ora le “wafer card” e quindi la dilagante pirateria) e il continuo incremento delle parabole hanno contribuito negli ultimi mesi al successo dei canali tematici calcistici.
Milan, Inter e Roma si contendono un primato sul piccolo schermo: quello della tivù più vista. Dal mese di giugno 2002 (quando furono sostituite le smart card con l’introduzione di Seca 2 ) Milan Channel è passato (fonte Telepiù) da 25.000 abbonati a quasi 40.000. Incrementi analoghi del 50% anche per Inter Channel (passato da 22.000 a 35.000 abbonati) e per Roma Channel (da 18.000 a 25.000). Il primo canale satellitare per nascita è stato Milan Channel, distribuito da Tele+ al costo di 7,80 € al mese.
Fondato nel Dicembre 1999 è prodotto da Media Partners, il leader europeo nella gestione dei diritti media nello sport e nel settore televisivo. La diffusione prevede che a Tele+ venga corrisposto il 25% della quota ricavata dagli abbonamenti. Con 4 set allestiti, Milan Channel offre 18 ore di programmazione sette giorni su sette. Il tutto curato da sette giornalisti e tredici tecnici. Secondo l’Amministratore Delegato Riccardo Silva, Milan Channel ha un fatturato che nell’80% è portato dagli abbonati che versano nelle casse 4,5 milioni di euro; il restante 20% è suddiviso tra pubblicità e vendita di contenuti all’estero, in collaborazione con Rai Trade.
Recentemente Milan Channel ha inserito nella programmazione il format commerciale delle televendite, quindi la quota pubblicitaria è destinata a salire. Inter Channel e Roma Channel sono nate nel Settembre 2000 da un progetto realizzato da Rai Trade. Secondo il direttore dei canali di Rai Trade, Luigi De Siervo, entro l’anno sarà raggiunto il pareggio investimenti e quindi la suddivisione al 50% con le società sportive degli utili. A differenza del Milan, la programmazione ed il set di Inter e Roma Channel sono fatte nei rispettivi centri sportivi delle società: ad Appiano Gentile per l’Inter e a Trigoria per la Roma. La copertura prevista sui due canali è di 24 ore al giorno (di cui 5 di produzione originale) per sette giorni.
Allenamenti in diretta, notizie, repliche di partite, intrattenimento e interattività con il pubblico di casa costituiscono il palinsesto giornaliero. Dunque in una situazione economica asfittica per i club calcistici il canale satellitare può rappresentare una fonte interessante di guadagno. Il vero limite dei “Channel tematici” è il bacino di utenza potenziale e reale che consente il raggiungimento del “break even” dell’investimento , con conseguente percezione degli utili da parte di poche squadre: quelle che hanno una vasta platea di appassionati e tifosi interessati al canale tematico.
E’ quindi chiaro che la suddivisione dei diritti televisivi del calcio prevede una “mutualità” tra le società per cui le più grandi possono aiutare economicamente le più piccole. Ma queste ultime non avranno mai la possibilità di avere un proprio canale tematico per un semplice problema di numeri. Quindi non più di 4 o 5 società ce la faranno. E queste poche si stanno già consorziando a livello internazionale nel Club Channels Association , che raggruppa già oggi i canali tematici di Inter, Milan, Roma, Manchester United, Chelsea, Real Madrid, Barcellona e Olimpique Marsiglia.
Obiettivo dei consorziati è quello di acquisire a breve maggiore peso politico nel mondo del calcio, esercitando pressioni nei confronti dell’Uefa, il massimo organismo calcistico europeo anche in fatto di diritti televisivi. L’altra partita della comunicazione affrontata dalle squadre di calcio è giocata su un altro campo: quello di Internet. La prima squadra italiana a dotarsi si un sito internet ufficiale è stata l’Inter nel 1995 (www.inter.it). A questa sono seguite via via tutte le altre, ognuna delle quali investe oggi molte risorse nel proprio sito web, dove il tifoso –appassionato –visitatore-curioso può trovare di tutto: notizie in tempo reale , fotografie e video sui goals, la possibilità di acquistare i gadget del merchandising ufficiale della società e , non ultimo, i biglietti per la partita.
La strategia adottata è diversa tra le varie squadre: c’è chi compra tutto il “service” fuori tramite apposite Web Company (es. Milan) e c’è invece chi fa tutto in casa con la tecnologia di apposite Server Farm ( es. Inter e Roma) e chi invece cura in casa l’aspetto sportivo e informativo e delega fuori la parte tecnica e commerciale (es. la Juventus). La grande funzione strategica del sito web è far conoscere all’estero il marchio e il logo, fidelizzando simboli che poi possono trovare applicazione su miriadi di prodotti direttamente o tramite testimonial ( chiaramente i calciatori).
Qui l’investimento è di fatto più contenuto e possibile per tutte le società perché le economie di scala possono essere completamente diverse: dal singolo sito web autoprodotto si può arrivare a “joint venture” tra aziende e la società calcistica per scambiare sinergie commerciali (incrocio classico sponsor tecnici e squadra, prodotti alimentari e dietetici, veicoli, tempo libero, turismo, etc.). L’importanza del potenziale mercato straniero raggiungibile tramite Internet sta producendo forti investimenti per la realizzazione contemporanea delle varie versioni : l’Inter, ad esempio, ha già affiancato al classico sito in italiano ed inglese la versione spagnola e presto ne aprirà una cinese.
E qui ritorna l’allargamento del merchandising diretto e dei prodotti commerciali affiliati pubblicitariamente. Sui riscontri numerici dei visitatori le cifre si scostano tra gli Istituti di ricerca e le società. L’audience di Internet è basata su campioni di utenti e non sugli accessi reali che gli editori attingono direttamente dai server. In ogni caso il dato fornito da Onetone Research (riferito al mese di novembre 2002) vede al primo posto per visitatori l’Inter (237.000 contro i 107.000 del Milan , i 95.000 della Juventus e i 51.000 della Roma).
Posizioni confermate anche da Alexa.com , secondo cui il sito dell’Inter è il più visitato d’Europa, davanti ai siti del Liverpool e del Manchester United. Secondo le stesse società Milan e Inter avrebbero una media mensile di 2 milioni di visite e oltre 20 milioni di pagine viste: la Juventus 500.00 visitatori per 12 milioni di pagine viste. Poi esiste un altro mezzo che si sta affacciando adesso per affiancare i canali televisivi satellitari e Internet: i “videofonini”. Con l’arrivo della terza generazione di telefonini si va definendo il quadro dei diritti di trasmissione Umts per le partite di calcio.
Ci sono aziende che hanno già definito l’acquisto dei diritti di trasmissione Umts fino al 2010 :esempio la MpWeb ( la new media company del solito Gruppo Media Partners ) ha già chiuso i contratti con 19 società, fra cui Parma, Sampdoria, Brescia, Atalanta, Chievo, Perugia, Empoli, Modena e Como. Proprio quelle società cosiddette minori che per bacino di utenza , come avevamo visto, non potranno mai arrivare ai Channel tematici satellitari. Per contro la H3g, la mobile company del gruppo Hutchison Wampoa, si è mossa con largo anticipo acquistando, tra il 2000 ed il 2002, i diritti di trasmissione Umts di campionato e Coppa di 11 squadre, tra le quali Juventus, Milan, Inter, Roma e Lazio.
Le più grandi perché H3g - dopo la grande campagna pubblicitaria - sta svelando in questi giorni i propri prodotti e servizi video, partendo dai Videogol e dai Videotg. La campagna Top 3 di H3g ha portato adesioni al servizio di terza generazione con 130.000 prenotazioni, con una strategia di larga diffusione (con contratti in abbonamento che prevedono anche il telefonino non di proprietà ma in noleggio). La consegna dei prini telefonini degli oltre 130.000 prenotati fino ad oggi consentirà ad H3g di offrire Stadio Live già dal campionato di calcio in corso. (as)