Aritmie cardiache anche gravi come conseguenze del doping sportivo. Trova conferma al congresso dei cardiologi italiani Florence Heart 2003 in corso fino a domani a Firenze la denuncia lanciata ieri a Milano da Francesco Furlanello, direttore del Centro di aritmologia clinica ed elettrofisiologia dell’Istituto Policlinico S. Donato di Trento.
“La diffusione di un doping incontrollato soprattutto tra i dilettanti è un fenomeno molto preoccupante”, dice il professor Mario mariani, direttore del Dipartimento CardioToracico dell’Università di Pisa, “Le sostanze dopanti provocano gravi aritmie anche nei soggetti sani, ma soprattutto in quelli geneticamente predisposti.
Dobbiamo considerare che l’organo bersaglio di questi farmaci è proprio il cuore che riceve dunque sollecitazioni non naturali e dunque pericolosissime”.
Il professor Enrico Padeletti, responsabile all’ospedale di careggi del laboratorio di Elettrofisiologia dell’Università di Firenze, proprio oggi ha presentato al congresso gli eccezionali risultati di una ricerca su un rivoluzionario dispositivo per riequlibrare scompensi e aritmie cardiache. “Nel nostro laboratori”, dice, “ci troviamo spesso di fornte ad atleti di tutte le età che accusano aritmie.
E’ un problema importante diffuso soprattutto fra i giovani. Occorre dunque mettere in guardia i genitori dei ragazzi che praticano sport. Occhio soprattutto ai prodotti eccitanti a base di caffeina che promettono prestazioni straordinarie e che sono invece un rischio per la vita”.
Il doping nello sport sarà uno dei temi di un convegno che il professor Giorgio Galanti, cardiologo, medico della Fiorentina e docente di medicina dello sport all’Università di Firenze, sta preparando per il prossimo luglio a Uliveto Terme (Pisa).
“Provocano sicuramente aritmie cardiache anche cocaina e anfetamine”, spiega, “ovvero alterazioni vasocostrittive a livello delle coronarie. Ma quello che più preoccupa è il danno cardiaco provocato da dopanti come gli androgeni, gli ormoni della crescita e l’Epo. Queste sostanze aumentano la massa muscolare, quindi aumentano anche quella del cuore. In altre parole provocano un’ipertrofia cardiaca, un fenomeno non fisiologico, e sono dunque all’origine non solo di aritmie potenzialmente pericolose, ma anche di danni strutturali”.