Il Comune di Siena restaurerà le bandiere delle Contrade di Siena di proprietà del Museo Stibbert di Firenze e lì collocate. Le 13 bandiere sono esposte nella sala detta "delle Bandiere" del Museo. Tra queste, 12 (Onda, Giraffa, Liocorno, Montone, Civetta, Nicchio, Oca, Istrice, Tartuca, Pantera, Drago, Lupa) sono delle Contrade di Siena. Le bandiere rivestono un particolare interesse di tipo storico e artistico. Sono state infatti realizzate nella prima metà del XIX secolo e riportano una rara e antica iconografia dei simboli delle Contrade.
L'intervento sarà finanziato con contributo (154.000 euro) della Fondazione Monte dei Paschi. Al termine del restauro le bandiere verranno lasciate a disponibilità del Comune di Siena per 10 anni. Il prestito potrà essere rinnovato per periodi massimi di cinque anni ciascuno su precisa richiesta. A Siena le bandiere potranno essere esposte o conservate solo in luogo pubblico. L'operazione ha avuto il suggello di un protocollo d'intesa sottoscritto ieri al Museo Stibbert dall'assessore alla cultura Simone Siliani e dal sindaco di Siena Maurizio Cenni.
"Quello di oggi - ha sottolineato l'assessore Siliani - è un momento importante per due motivi. Il primo perché riguarda un bene culturale che si va a restaurare con l'impegno e il contributo di tanti. Poi perché un collezionista inglese provoca, a distanza di anni, instaura un rapporto fra Firenze e Siena. Spero che attraverso queste bandiere si possa creare un 'viottolo' perché tanti senesi, così come i fiorentini, possano conoscere questo museo. L'intervento sulle bandiere per il quale oggi andiamo a sancire un atto ufficiale, è nato da una intuizione, da una 'scintilla' dell'assessore alle attività produttive Francesco Colonna, che voglio ringraziare".
La "scintilla" che l'assessore Siliani ha ricordato, scoccò nella primavera del 2002 quando l'assessore Colonna in un incontro a Siena, prese in considerazione questa possibilità. "Sono certo - ha detto il sindaco Cenni - che questo restauro di qualità, contribuirà anche a far conoscere questo splendido museo e per questo vorrei sottolineare una volta di più, che questo va nella direzione dei rapporti di collaborazione fra le città d'arte, piuttosto che nella competizione fra queste". L'obiettivo che si vuole raggiungere è quello di salvaguardare le preziose bandiere ottocentesche dal definitivo degrado, mantenendo però identico l'aspetto della sala creata da Fredrick Stibbert.
Le bandiere saranno concesse in deposito al comune di Siena che le valorizzerà in manifestazioni espositive, rendendole note al pubblico nel loro contesto di origine, nel pieno rispetto delle necessità di conservazione e di salvaguardia dell'intero nucleo. La ditta che effettuerà il restauro è stata scelta dalla Fondazione Museo Stibbert come unica in grado di operare su tessuti così delicati. La Opera Laboratori Fiorentini, infatti, si avvale di anni di esperienza nel riallestimento di ambienti storici prestigiosi, tra cui gli appartamenti reali di Palazzo Pitti.
L'intervento si occuperà della conservazione del padiglione della sala e dei singoli manufatti. La direzione tecnica è affidata a Mary Westerman Bulgarella, esperta a livello internazionale nel restauro di tessili antichi, che coordinerà i singoli interventi sulle singole bandiere con la supervisione di Kirsten Aschengreen Piacenti, direttrice del Museo Stibbert, e Bruno Santi, Soprintendente di Siena. L'intervento si articolerà in diverse fasi, tutte molto delicate. Innanzi tutto sarà costruito un soppalco praticabile nella sala - una specie di laboratorio sospeso - durante le fasi di diagnosi, documentazione e distacco.
Sarà avviato lo smontaggio del padiglione con deposito delle singole bandiere in appositi contenitori in attesa dei successivi interventi di restauro. Contemporaneamente si preparerà la riproduzione delle bandiere su un supporto che renderà l'aspetto visivo più simile possibile all'originale nello stato attuale e si procederà al rimontaggio del padiglione. Le bandiere completamente recuperate saranno protette in modo idoneo per consentire una loro esposizione. Tutta l'attività si dovrà completare entro tre anni dall'avvio dei lavori.
Il Museo Stibbert
Tra i maggiori collezionisti europei del XIX secolo, Frederick Stibbert (1838-1906), nato da padre inglese e madre toscana, ebbe una predilezione per la storia del costume e del costume guerresco.
Armature, armi, bandiere e insegne furono riunite nelle sale della sua Villa di Montughi a Firenze fino a formare una delle raccolte più spettacolari e importanti a livello internazionale. Tra gli ambienti più famosi, la Sala della Cavalcata, con la sfilata di guerrieri armati a cavallo, e la Sala delle Bandiere con colorati vessilli senesi sono tra i più momenti caratteristici del percorso museale, che comprende inoltre le sale islamiche e l’armeria giapponese.
Instancabile viaggiatore Stibbert ebbe molti amici senesi, come documenta l’Archivio del Museo.
Fu al ritorno da Siena, dove aveva risieduto presso il Grand Hotel, nell’aprile 1884, che il collezionista eseguì un pagamento di 1665 Lire a favore di Gaetano Bassetti "per valuta di 17 stendardi in seta più una quantità di piccoli oggetti in bronzo e ferro". Il suddetto Gaetano Bassetti è forse da mettere in relazione con Giuseppe Bassetti, orologiaio in Siena e già precedentemente fornitore di casa Stibbert (1864,1869).
La Sala delle Bandiere del Museo Stibbert è un raro esempio di decorazione a padiglione, memore della tradizione tardo rinascimentale ispirata alle tende da campo.
La creazione nella villa del padiglione con le bandiere risale al luglio 1887.
Stibbert si avvalse della collaborazione dello stuccatore Michele Piovano. Egli realizzò il "modello in gesso e disegno della cornice gotica del Salotto a fianco dello Studio". La ditta di tappezzieri fiorentina Gaetano Cavalensi e Giuseppe Botti emise fattura in data 26 luglio 1887 "per aver accomodato 13 bandiere tutte rammendate con seta …" (restauro e montaggio) per un totale di 292,50 Lire. La sala raccoglieva alle pareti dipinti su tavola del ‘500 e ‘600, sfavillanti vassoi d’argento ed elemosiniere in rame sbalzato del seicento e rare porcellane orientali, creando una suggestione di grande sfarzo.
Il soffitto della sala oggetto di restauro presenta tredici delle diciassette bandiere acquistate, dodici delle contrade più una centrale dei quarti di città.
Sono esposte l’Onda, la Giraffa, il Liocorno in corsa con veduta cittadina, il Montone, la Civetta. il Nicchio, l’Oca, l’Istrice, la Tartuca, la Pantera, il Drago tra quattro sfingi sedute, la Lupa. Mancano quindi l’Aquila, il Bruco, la Chiocciola, la Selva e la Torre.