Sabato scorso si è svolto a Firenze all'Hotel Michelangelo un convegno nazionale organizzato dall'Unione giornalisti sportivi e dall'Ordine dei Giornalisti sul tema: "Testate telematiche: registrazione a geometria variabile?".
Era presente anche il direttore responsabile di Nove da Firenze, Nicola Novelli, che è intervenuto al termine del dibattito:
"Le testate telematiche hanno dovuto e dovranno anche in futuro conquistarsi il diritto di parola. E guadagnare maggiore consapevolezza, che forse non hanno avuto sino ad oggi.
Sorprende i più scoprire che, secondo una ricerca dell'Ordine dei giornalisti della Toscana, nella nostra regione ci siano ben 51 testate telematiche, molte, come nel caso di Nove da Firenze, animate dallo spirito del volontariato culturale.
Il tema della registrazione, in Italia è diventato un'occasione di selezione e controllo, perché mentre il diritto di scuola anglosassone -perdonate la semplificazione- risolve la questione con le sanzioni contro chi infrange le norme, il diritto di scuola borbonicha preferisce la regale concessione per filtrare l'accesso alla libera opinione, mediante barriere, o meglio ostacoli formali e anche informali.
Se per esempio un gruppo di giovani progetta di fondare una testata telematica, è sufficiente non sostenerli con alcun tipo di informazione.
Certo i più si scoraggeranno e solo pochi riusciranno a trovare la strada che porta alla registrazione in tribunale.
Per chi è riuscito a superare gli ostacoli della fondazione arriva l'esigenza di iscrivere i collaboratori all'Ordine dei giornalisti. Perché non è raro il caso, come ad esempio allo stadio, che sia necessaria la tessera stampa per svolgere qualche servizio giornalistico. Così una piccola testata associativa, come Nove da Firenze, scopre di dover dimostrare retribuzioni corrisposte ai collaboratori di importo identico a quelle con cui vengono pagati i collaboratori dei maggiori quotidiani nazionali! Un bell'oscatolo per scoraggiare le molte testate che vivendo nella dimensione del no profit, con grande difficoltà riescono a metter su un bilancio annuale.
Se qualcuno fosse riuscito a superare anche questa barriera ecco balenargli difronte il nuovissimo regolamento del Registo degli operatori della comunicazione emanato dall'Autorità per le comunicazione che ha sede a Napoli.
L'interpretazione del documento è spinossisima, tanto da mettere in difficoltà persino l'Ordine dei Giornalisti, figuriamoci una piccola realtà associativa.
La verità è che, nonostante questo sbarramento normativo, il giornalismo è una realtà in trasformazione da sempre, una professione che esiste da quasi 2 secoli soltanto, che in Italia è organizzata in Ordine professinale da 40 anni e che richiede un continuo sforzo di normazione in direzione innovativa. E' questo lo scatto che chiedono le testate telematiche al mondo del diritto e anche a quello delle corporazioni".