FIRENZE- Maschio, giovane, coniugato o convivente, poco scolarizzato, impiegato e fumatore. E' questo l'identikit del giocatore che emerge dalla ricerca - la seconda di questo tipo mai condotta in Italia - realizzata dal Sert della Valdinievole dell'Asl 3 di Pistoia e dall'Osservatorio di epidemiologia dell'Agenzia Regionale di Sanità della Regione Toscana nel giugno scorso, per indagare il "Giocare e giocare troppo". Il campione rappresentativo dell’intera popolazione è di 516 soggetti di età compresa tra i 18 e i 65 anni.
La ricerca analizza la propensione nei confronti di tredici giochi: totocalcio, totogol, totosei, totip, superenalotto, lotto; scommesse sportive e sui cavalli, ippodromo di Montecatini, gratta-e-vinci, lotteria, tombola, bingo, casinò, giochi di carte, videopoker.
Il 43% degli intervistati ha dichiarato di aver giocato almeno una volta nell'ultimo mese: è come dire che si comporta così un milione e mezzo di toscani. Quasi la metà di chi gioca ha un'età compresa tra i 30 e i 49 anni. Sette su dieci sono coniugati o conviventi, 3 su 10 impiegati, 2 i lavoratori autonomi mentre gli operai rappresentano il 18%.
Quanto gioca chi gioca? Uno su tre lo fa tra una e dieci volte al mese, mentre circa il 12% lo fa più di dieci volte. La media è comunque 8,4 volte al mese, mentre sono pochi coloro (0,8%) che dicono di farlo tutti i giorni. Sale a 7 la percentuale di chi gioca 4 o più volte all settimana. La ricerca evidenzia anche una relazione diretta tra fumo e gioco. Che professione esercita il giocatore? Tra quelli considerati assidui, che giocano più di dieci volte al mese, uno su quattro è un impiegato, mentre un vero e proprio antidoto è rappresentato dalla mancanza di lavoro: nessun disoccupato figura infatti tra i giocatori assidui.
Uno su cinque è un lavoratore dipendente. Stessa percentuale per gli operai.
Quali cifre si giocano? Ciascuna persona spende mediamente 27 euro al mese, pari a 323 euro l'anno. In Toscana significano quasi 750 milioni di euro. Rapportato all'Italia vuol dire che nella fascia di età 18-65 se ne vanno così quasi 13 miliardi di euro l'anno.
Ma il dramma è quello vissuto dalle vittime del "craving", il desiderio morboso che spinge a giocare sempre di più e che può rovinare intere famiglie.
Si stima che soffrano di questa patologia 3-400.000 persone in Italia, mentre sono circa 1 milione gli italiani che hanno problemi con il gioco. "Per loro - spiega l'assessore al diritto alla salute della Regione Toscana, Enrico Rossi - abbiamo attivato un centro di ascolto e di aiuto. Si chiama Il gatto e la volpe, visto che si trova vicino a Collodi e che i due personaggi rappresentano i prototipi della tentazione, per la proposta fatta allo sprovveduto Pinocchio, che alla fine finisce per perdere i suoi cinque zecchini d’oro.
In Toscana crediamo che salute significhi non soltanto assenza di malattia, ma anche attenzione a contrastare tutti i tipi di dipendenze per conservare e non dissipare il proprio benessere e i propri “zecchini” psico fisici". Sono in molti, da tutta Italia, a chiamare l'800-695477 il martedì mattina e il mercoledì pomeriggio, tanto che la Regione Toscana ha già messo a disposizione altri due Sert, a Lucca ed Empoli e ha formato operatori in molti altre strutture pubbliche. Nel nostro Paese gli studi sul gambling stanno compiendo i primi passi.
Entrano in azione i "gamblers anonymous" i gruppi di auto aiuto tra giocatori ed ex giocatori (così come succede tra gli alcolisti), mentre uno studio, recente ma non validato, afferma che contro la sindrome da gioco compulsivo sarebbe efficace anche una terapia farmacologica.