Si apre a Firenze il congresso Europeo dei farmacisti del Servizio Sanitario Nazionale

Redazione Nove da Firenze
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29 ottobre 2002 15:50
Si apre a Firenze il congresso Europeo dei farmacisti del Servizio Sanitario Nazionale

Firenze - Nel 2002 il Servizio Sanitario Nazionale spenderà di soli farmaci € 2.800 milioni, il 54% del budget. Si tratta di un capitolo di spesa in crescita costante: € 2.300 milioni nel 2000, € 2.500 milioni nel 2001, e ora questo nuovo, sensibile aumento che conferma un trend peraltro comune a tutti i Paesi dell’Unione.
Quello delle risorse e delle compatibilità è il problema cardine su cui è chiamato a discutere, non senza polemiche, il 31° simposio della European Society of Clinical Pharmacy (ESCP).

Si terrà da domani al 2 novembre al Palazzo dei Congressi di Firenze con la partecipazione di oltre 1000 farmacisti, principalmente dei servizi sanitari pubblici europei ospedalieri e non, e con la collaborazione della SIFO, la società italiana di una categoria che opera in 560 farmacie ospedaliere e 380 Servizi farmaceutici delle Aziende Sanitarie Locali (ASL).
Hanno presentato il congresso stamani alla stampa il Presidente Enrico Tendi, direttore a Firenze del Servizio Farmaceutico dell’Azienda Ospedaliera di Careggi (uno dei maggiori ospedali d’Italia, € 45 milioni di spesa farmaceutica nel 2002, 14 farmacisti per 2.000 posti letto), il suo vice Andrea Messori a nome del comitato scientifico, e Giancarlo Donati Cori, direttore del Servizio Farmaceutico territoriale dell’Azienda Sanitaria Fiorentina, terza per grandezza in Italia (oltre € 30 milioni di spesa per i sei ospedali di competenza, circa € 150 milioni per le farmacie convenzionate).
“Innovazione, compatibilità economiche, diritti dei pazienti”, ha spiegato Tendi, “Il congresso affronterà in particolare la relazione fra questi concetti: che cosa significhi vera innovazione, a quali costi sia disponibile e soprattutto per quali pazienti.

E’ un dato di fatto che l’accesso all’innovazione è garantito solo ai Paesi più ricchi, mentre nel terzo mondo basterebbero risorse anche modeste investite in farmaci per noi poco cari, ossia non più innovativi, per sconfiggere gravi patologie, salvare milioni di persone e prolungare significativamente l’attesa di vita. Negli ultimi anni il costo dei farmaci più prescritti è cresciuto molto di più del loro valore terapeutico. E’ questo il vero fattore limitante per l’accesso all’innovazione.

Il vero problema, dunque, non è tanto quello di scoprire nuovi farmaci sempre più potenti, quanto piuttosto di assicurare l’uso più appropriato di quelli esistenti e la loro estensione agli utenti finora esclusi ”.
La gran parte delle patologie che assorbono le maggiori risorse nei paesi ricchi, ha insistito Tendi, sono il naturale prezzo da pagare alle malattie degenerative legate all’invecchiamento, ma anche il frutto velenoso di una società ipernutrita che sta perdendo , nella quantità , qualità, gradi di libertà e ricchezza di vita.

Stando così le cose, ha aggiunto Donati Cori, il lavoro del farmacista clinico è insostituibile anche se spesso ignorato. “Siamo tra i pochissimi esperti”, ha detto, “in grado di offrire al mondo politico, cioè ai responsabili delle scelte, un know how qualificato per definire le reali priorità legate alle esigenze sociali. Pensiamo, in altre parole, che la politica sanitaria debba essere guidata dall’evidenza scientifica più che da convenienze politiche o da non sempre trasparenti logiche di mercato”.
Negli ultimi 30 anni, ha ricordato Tendi, la prevenzione ha fatto miracoli creando tuttavia una popolazione di “sopravvissuti”che hanno necessità di un’assistenza dai costi ormai altissimi.

Bambini, anziani, vittime di rare malattie genetiche che essendo però oltre 5000 coinvolgono 5/6 milioni di persone. Nel 2001 il solo ospedale di Careggi ha ospitato 474 pazienti affetti da malattie rare. Patologie che richiedono farmaci dispendiosissimi. “Possiamo lasciare sole queste persone semplicemente perché ci costano troppo? Sarebbero doppiamente sfortunate”, ha concluso Tendi. Sottolineando come anche questi casi chiamino il Servizio Sanitario Nazionale a scelte ponderate e responsabili, ovvero a un governo clinico della spesa farmaceutica.

Che cos’è ESCP
La Società Europea di Farmacia Clinica (ESCP, European Society of Clinical Pharmacy) è un’associazione scientifica internazionale fondata nel 1979 farmacisti ospedalieri, ricercatori e docenti appartenenti a vari Paesi europei.

Da allora la farmacia clinica ha conosciuto una crescita graduale e continua in numerosi Paesi europei. Lo scopo della Società è di sviluppare e promuovere un uso razionale e appropriato dei farmaci da parte dei singoli e della società. Ogni anno organizza due congressi, il Simposio Annuale di solito in ottobre, e la Conferenza di Primavera. E’ la terza volta che ESCP si riunisce in Italia, la prima a Firenze. La Società cerca di raggiungere i propri obiettivi con i seguenti mezzi:
Mettendo a disposizione un forum per la comunicazione delle nuove conoscenze e degli sviluppi della farmacia clinica;
Promuovendo il valore dei servizi della farmacia clinica tra le altre tecniche sanitarie, tra le società scientifiche che dividono lo stesso interesse e, in generale, all’interno del Servizio sanitario.
Rafforzando l’organizzazione di attività nel campo della farmacia clinica e della farmacoterapia attraverso convenzioni e corsi specifici.
Insegnando farmacia clinica a livello pre e post laurea.


Accreditando Centri in cui si portino avanti attività di farmacia clinica e che siano preparati a ospitare farmacisti e studenti di farmacia in ogni Paese europeo.
Promuovendo ricerche multicentriche in tutte le aree della farmacia clinica.
Promuovendo la partecipazione dei farmacisti ai processi clinici.
Producendo pubblicazioni di farmacia clinica
Promuovendo un uso più ampio delle attuali pubblicazioni d farmacia clinica.

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