ELBA- Ministeri dell’Ambiente, della Giustizia e dell’Interno, Regione Toscana, Provincia di Livorno, Comuintà montana dell’Isola d’Elba, Comune di Campo d’Elba, Soprintendenza ai Beni archeologici, Ente parco dell’Arcipelago toscano: tutte queste autorità dovrebbero governare insieme il destino dell’isola di Pianosa, senza considerare il Vaticano che ha potestà sulle catacombe rinvenute recentemente.
Da quando nel 1999 il Ministero di Giustizia ha completato la dismissione del carcere di massima sicurezza e della colonia penale, il futuro di Pianosa è rimasto ed è tuttora incerto.
Dell’ammnistrazione penale, che all’epoca del terrorismo e della guerra a Mafia e Camorra, impiegava sull’isola migliaia di uomini tra guardie carcerarie, polizia e carabinieri, per sorvegliare alcune centinaia di detenuti speciali, restano soltanto tre agenti della penitenziaria e le vestigia del muro Dalla Chiesa, un’enorme parete di cemento armato, voluto dal generale per proteggere il supercarcere, che oggi serve solo a deturpare il golfo d’approdo. Ma il Ministero si riserva sempre la possibilità di riutilizzare in caso di emergenza la diramazione Agrippa (dal principe imperiale romano esiliato a Pianosa) ovvero la struttura di massima sicurezza al centro dell’isola.
Il Ministero dell’Interno, proprio l’estate scorsa, ha ridato vita alla tradizione, ospitando il gruppo di combattenti palestinesi espulsi dai territori occupati dall’esercito di Israele, dopo la battaglia della chiesa della Natività a Betlemme.
Per tutto il mese di agosto i guerriglieri dell’Intifada, sorvegliati da molte decine di agenti italiani, hanno soggiornato in segreto sull’isola.
La Regione Toscana quattro anni fa aveva concepito un progetto di riappropriazione protetta dell’isola, inserendo Pianosa nel Parco naturale dell’Arcipelago toscano. Ancora oggi però i frutti tardano ad arrivare e la Regione è in attrito con il Ministero dell’Ambiente, che ha nominato unilateralmente il nuovo commissario straordinario dell’Ente parco.
Per inciso, pare che il Minambiente intenda bloccare il progetto del Tesoro di cartolarizzare anche il patrimonio delle isole riserva naturale, tra cui Pianosa, stimata al valore catastale di 8 milioni di euro. Comunque i Verdi propongono la costituzione di una società ad azionariato popolare per rilevare eventualmente la proprietà del “terreno”.
Il Comune di Campo nell’Elba sostiene invece i progetti di alcuni imprenditori elbani, che vorrebbero tornare sulla vicina isoletta per tradizione familiare e per realizzarvi alberghi per vacanze e campi da golf.
A simili progetti si oppongono l’Ente Parco e la Soprintendenza ai Beni archeologici, che pretendono per Pianosa un regime stretto, con il divieto di attracco e di avvicinamento per le imbarcazioni e il contingentamento delle visite guidate a soli 100 turisti al giorno, autorizzati a bagnarsi nelle incontaminate acque pianosine soltanto nella baia di San Giovanni nei pressi del porto.
Di fatto, oltre al personale di guardia e ai lavoratori di una cooperativa che gestisce i servizi di ristorazione, gli unici abitanti dell’isola, limitati al periodo estivo, sono alcuni volontari del WWF e una delegazione di un’associazione composta in parte da ex residenti e dai loro parenti, che si alternano a piccoli gruppi nella gestione di una mostra storico-didattica.
Il progetto di reinsediare dopo 150 anni una comunità monastica sull’isola, di cui si era parlato in questi anni, è naufragato dopo la richiesta di ingenti fondi da parte dell’Ordine benedettino.
Così, per ora, Pianosa è dominio incontrastato di uccelli migratori, fagiani, falchi, cormorani e della vivace fauna ittica che affolla gli scogli affioranti e le colonie di posidonia.
Si vede che per il momento l’uomo non è in grado di meritarsela.