FIRENZE- “Oggi è nato un rapporto diretto, una relazione speciale sul tema dei diritti umani tra la Toscana e un grande intelletuale come Wole Soyinka”. Con queste parole il presidente della Regione Toscana, Claudio Martini, ha espresso la sua soddisfazione per i risultati dell’incontro, svoltosi oggi a Palazzo Bastogi, con lo scrittore nigeriano premio Nobel per la letteratura nel 1986. “Saremo lieti – ha proseguito Martini - di averlo ospite nelle iniziative che svolgeremo nei prossimi mesi sulle questioni delle libertà e dei diritti e ci impegneremo anche per far conoscere meglio le sue opere, espressione di una delle voci più alte della letteratura contemporanea”.
“So che la Toscana – ha replicato Soyinka – è da sempre impegnata per la difesa dei diritti e ho molto apprezzato la grande mobilitazione per salvare Safiya dalla condanna a morte e quella, già partita, in favore di Amina, un’altra donna nigeriana condannata alla pena capitale per adulterio”.
Soyinka, che è stato in passato presidente del Parlamento degli scrittori, ha anche sottolineato la solidarietà mostrata dalla Toscana verso gli scrittori perseguitati, ospitati a più riprese nelle cinque città-rifugio presenti nella regione. Nel corso del colloquio, Martini e Soyinka hanno anche avuto uno scambio di opinioni sulla drammatica situazione in Medio Oriente, dove lo scrittore nigeriano si è recato di recente.
Wole Soyinka, nato nel 1934 ad Abeokuta, è oggi considerato uno dei più grandi drammaturghi africani.
Negli anni dell’università assiste alla nascita del movimento di protesta che porterà la Nigeria all'indipendenza. Dal 1954 al 1960 vive in Inghilterra, dove lavora in teatro e studia drammaturgia. Nel 1960 torna in Nigeria dove fonda una compagnia teatrale e produce la commedia A Dance of the Forests in cui denuncia disonestà e corruzione dei governi locali, inalterata nel passaggio dal regime coloniale all'indipendenza. Nel ‘65 e nel ’67 viene imprigionato per le sue attività politiche.
Dopo la liberazione, lascia volontariamente il paese e pubblica libri di poesia, saggi sulle tradizioni africane e drammi. Nel 1986 viene premiato con il Nobel per la sua ricca attività letteraria. Nel ’95, sotto la dittatura militare, viene condannato alla pena capitale per tradimento, revocata poi nel 1998 dopo la caduta del generale Sani Abacha.