“La cardiologia è troppo importante, tecnicamente ed economicamente, per lasciarne la gestione solo ai politici o, viceversa, solo ai cardiologi. Occorre dunque che specialisti e amministratori collaborino per creare in Toscana un nuovo e più efficiente modello di organizzazione sanitaria”.
Lo ha detto l’assessore regionale Enrico Rossi, intervenendo ieri a Firenze al congresso di cardiologia Florence Heart 2002 dove ha presentato il suo progetto di riforma incassando il sì convinto dei maggiori specialisti italiani ed europei, in particolare di quelli toscani.
Basata su un decentramento delle competenze, ma su una dimensione territoriale pluriprovinciale, la riforma prevede come noto di dividere la Toscana in tre subregioni chiamate Aree Vaste che avranno come baricentro i tre poli ospedaliero-universitari di Firenze, Pisa e Siena..
La prima area comprende tutta l’area metropolitana fiorentina e si allarga verso ovest fino a inglobare Prato, Empoli e Pistoia. Sulla costa, l’area che fa perno su Pisa si estende a Livorno, Lucca e all’intera Versilia fino a Massa Carrara. L’area senese, infine, comprende anche Grosseto e Arezzo.
La nuova articolazione assume significato particolare per la cardiologia, considerata il gioiello della sanità toscana. Due i motivi: 1) le malattie cardiovascolari sono il primo fattore di morte e di invalidità; 2) le nuove tecniche d’intervento richiedono investimenti enormi in strutture, strumenti e personale.
Molto apprezzata anche l’idea di creare un coordinatore per ciascuna Area Vasta, una figura che offre agli operatori un referente responsabile ben identificato.
“Si tratta di un piano molto importante”, ha commentato il professor Mario Mariani, “direttore del Dipartimento cardiotoracico dell’ospedale di Pisa, “Spero che il modello toscano ipotizzato dall’assessore Rossi si realizzi in un clima di piena collaborazione tra tecnici e politici e che porti benefici ottimali per i nostri pazienti”.
Secondo il professor Gian Franco Gensini, preside della facoltà di medicina dell’Università di Firenze e direttore della Clinica Medica e Cardiologica dell’ospedale di Careggi, “l’assessore bene a fatto a insistere sulla necessità di creare precise funzioni di coordinamento che garantiscano al cittadino il meglio delle cure nel minor tempo possibile, indipendentemente dal luogo dove vive il paziente”.