FIRENZE- Via libera della giunta toscana al ricorso alla Corte Costituzionale per contestare ufficialmente l’incostituzionalità di alcune norme della Finanziaria 2002. Sono infatti oltre dieci gli articoli che, a seguito dell’entrata in vigore della riforma federale dopo il referendum dell’ottobre scorso, creano seri conflitti di competenze fra lo Stato e le Regioni. «Per un governo che punta tutto sulla devolution – ha sottolineato il presidente della Regione Toscana, Claudio Martini - credo che non sia un risultato invidiabile».
E’ passato un mese: il problema era stato subito sollevato dalla Conferenza dei presidenti. Le Regioni avevano deciso di attendere qualche settimana, ma da Roma non è arrivato alcun segnale. Gli articoli che invadono le competenze regionali sono l’art. 17 in materia di stato giuridico ed economico del personale, l’art. 33 sulla valorizzazione dei beni culturali (il quale detta norme precise per la valorizzazione dei beni culturali), l’art. 35 sui servizi pubblici locali, l’art. 41 sull’autonomia finanziaria e gli articoli 52, 60, 64, 66, 67 in materia di fiere e di agricoltura.
Sotto accusa anche l’art. 70 sui servizi sociali (che stabilisce che gli asili nido rientrano tra le competenze fondamentali dello Stato) e l’art.71 in materia di edilizia, per i quali è stata individuata una strada giuridica attraverso cui procedere. L’articolo 71, nella sua attuale formulazione, è quello che tra l’altro dispone il possibile trasferimento di beni demaniali al patrimonio disponibile dei comuni per la successiva cessione ai privati, con valore di sanatoria di eventuali abusi urbanistici.
Trattandosi però di edilizia, la competenza in questo caso è regionale e solo la Regione può decidere su sanatorie e condoni.