FIRENZE- «Facciamo chiarezza sulle responsabilità per i crimini nazifascisti compiuti in Italia». L’esortazione viene dal vice presidente della Regione Toscana Angelo Passaleva, che ha sollecitato l’attenzione delle istituzioni e delle politica su due disegni di legge presentati al Parlamento nazionale lo scorso agosto rilanciando la richiesta di un’ inchiesta parlamentare che possa fare chiarezza. Il caso è quello dell’”armadio della vergogna”, 695 fascicoli – tutti archiviati e ritrovati nell’estate di otto anni da - con denunzie di crimini nazifascisti commessi nel corso della seconda guerra mondiale.
Documenti importanti, che riguardano circa 15 mila vittime e che erano stati rinchiusi in un armadio con le porte sigillate e rivolte verso la parete, situato in uno stanzino della Procura generale militare di Roma chiuso da un cancello di ferro.
«Qualunque cosa sia accaduta, - ha sottolineato Passaleva, intervenendo stamani al consiglio straordinario che si è riunito per la giornata della memoria a Pitigliano in provincia di Grosseto - qualunque causa abbia determinato quel silenzio su crimini di guerra così efferati, per qualunque motivo ciò sia stato possibile nel non facile clima del lungo dopoguerra, ritengo giusto fare chiarezza.
Ombre di questo genere non possono esserci».
«Nella precedente legislatura – ha concluso il vice presidente della Toscana – la Commissione Giustizia alla Camera approvò a marzo una risoluzione per raccomandare un’inchiesta parlamentare ai sensi dell’art. 82 della Costituzione. I disegni di legge fermi in Parlamento mirano proprio a questo e mi pare opportuno che le Camere inizino una rapida discussione».