FIRENZE- La richiesta di deroghe alla disposizioni ministeriali in considerazione dell’assoluta innocuità per la salute umana e del fatto che le aziende sanitarie della Regione Toscana hanno tempestivamente attivato un piano di monitoraggio e sorveglianza sulla malattia. E’ questa l’iniziativa assunta dagli assessori regionali al diritto alla salute, Enrico Rossi, e all’agricoltura, Tito Barbini, in relazione al morbo della “lingua blu” (o “blue tongue”), l’epidemia di febbre catarrale degli ovini che dopo la Sardegna e varie regioni del Sud Italia ha colpito anche gli allevamenti del Lazio e della provincia di Grosseto.
In seguito all’accertamento della presenza della malattia in molte greggi, il ministero della sanità, in osservanza alle leggi comunitarie, ha emanato disposizioni che limitano la libera movimentazione degli animali “sensibili” (ovini, caprini, bovini e bufalini). Sulla base di quanto manifestato dalle organizzazioni di categoria e dall’Associazione allevatori in una riunione presso gli uffici della Regione Toscana, è stato concordato di richiedere al governo la possibilità di far uscire gli animali delle specie sensibili alla malattia dalla zona sottoposta a restrizione verso ben individuate strutture di macellazione.
Considerate le specifiche caratteristiche dell’insetto che trasmette la malattia, è stato inoltre proposto di poter movimentare, con specifiche cautele, gli animali vivi in particolari periodi dell’anno quali il tardo autunno e l’inverno. Si tratta di misure ritenute indispensabili per non compromettere la sopravvivenza di aziende del settore zootecnico già gravemente provate da precedenti emergenze sanitarie.