FIRENZE- Un’importante opportunità per superare la logica degli aiuti a pioggia e puntare su una maggiore efficacia negli interventi a favore delle imprese sociali. Alla conferenza europea «Finanziare lo sviluppo locale: nuove strategie di azione fra pubblico e privato» che si è aperta stamani nell’auditorium del Consiglio regionale in via Cavour – domani i lavori si sposteranno all’Istituto agronomico d’Oltremare in via Cocchi – è stato presentato anche un manuale per l’ottimizzazione delle procedure che dovranno guidare i funzionari pubblici nella scelta dei progetti più idonei a supporto dell’economia sociale.
Il microcredito e la finanza etica diventano mezzi strategici per aumentare l’efficienza dell’azione pubblica: ottimizzare non il profitto ma il benessere della collettività sono le parole d’ordine. E il presidente della Regione Toscana Claudio Martini ha sottolineato: «Questo convegno può dare un contributo importante all’idea di uno sviluppo umano e sociale qualificato. Occorre governare la globalizzazione dal basso, ma serve una teoria dello sviluppo locale che valorizzi i protagonisti territoriali».
Sul tema del microcredito la Toscana può vantare un’esperienza significativa. La Regione è socia della Banca Etica di Padova, rappresentata al convegno fiorentino dal suo presidente Fabio Salvato. E con l’istituto ha siglato un accordo per la promozione di progetti di microcredito nell’ambito del piano regionale della cooperazione internazionale e delle attività di partenariato. La Banca conta oggi 16.000 soci, 20 miliardi di capitale sociale, 175 miliardi di risparmio raccolto e finanziamenti per oltre 110 miliardi.
In Europa molte altre sono comunque le esperienze simili realizzate.
E proprio di questo si è parlato oggi. C’era dalla Francia Emmanuel Ksaperski dell’AIRDIE (un’agenzia pubblica a livello regionale che concede prestiti a lavoratori disoccupati che intraprendono piccole attività in proprio). Sono intervenuti al convegno organizzato dalla fondazione Choros, tra gli altri, il presidente dell’INAISE, che è un’associazione internazionale di investitori con sede a Bruxelles e rappresentanti della banca pubblica tedesca Dta, del Micro Finance Centre polacco e dell’inglese New Economics Foundation. Il concetto di finanza e banca etica è semplice: responsabilizzare il risparmiatore facendogli conoscere destinazione e modalità di impiego del suo denaro, stimolare il beneficiario a sviluppare progetti con responsabilità, autonomia e capacità imprenditoriale.
Peso rilevante, nella concessione del prestito, hanno le eventuali ricadute dell’attività in termini di bene comune ed ambiente.
Cita le parole di Muhamed Yunus il presidente della Regione Toscana Claudio Martini, che stamani nell’auditorium del Consiglio regionale ha aperto la conferenza europea «Finanziare lo sviluppo locale: nuove strategie di azione fra pubblico e privato». E lo fa per riaffermare un concetto a lui caro. «Scagliarsi contro la globalizzazione – spiega - non ha senso.
Personalmente non sono un nemico della globalizzazione: come toscano sarebbe anche ridicolo. Ma neoliberismo e globalizzazione non hanno creato il migliore dei mondi possibili ed una vera globalizzazione non può non confrontarsi con le sfide dell’ecologia, della giustizia sociale ed economica, dell’etica» Nei giorni immediatamente precedenti il meeting di San Rossore a luglio Muhamed Yunus, il ‘banchiere dei poveri’ premiato qualche anno fa dalla Regione Toscana con il Pegaso d’oro e fondatore della Grameen Bank, l’istituto che utilizza il microcredito senza garanzie alle famiglie, aveva infatti detto: «Lo globalizzazione non è un fenomeno che può essere arrestato.
Lo si può però governare ed è importante fissare delle regole. Senza sarà un disastro. Per i più poveri la globalizzazione non è di per sé né buona né cattiva. Dipende». Oggi sulla Terra ci sono sei miliardi di persone, ma l’83% del reddito mondiale è a disposizione del 18% di questa popolazione, mentre il restante 17% viene spartito dall’82% degli abitanti. «La proporzione – commenta Martini – è chiara ed inquietante: 800 milioni di persone nel mondo prosperano nella ricchezza, agli altri 5 miliardi non restano che le briciole.
Servono delle ‘correzioni di rotta’». E la finanza etica ed il microcredito possono essere una di queste. Sul tema si interrogheranno fino a domani a Firenze funzionari pubblici, investitori ed operatori di settore. Saranno esamaninate le esperienze più significative realizzate in Europa e verrà presentato anche un manuale, frutto di una ricerca europea, che offrirà ulteriori linee-guida su come progettare efficaci meccanismi di sostegno alla finanza sociale. Il ruolo dei governi locali, proprio perché più vicini alle necessità delle popolazioni che rappresentano, per Martini è importante.
«E lunga – ricorda il presidente – è la tradizione che la Toscana può vantare in termini di accoglienza ed ospitalità, di impegno sui temi della tutela dei diritti, della pace e della cooperazione, per una crescita economica che si concili con il miglioramento sociale e culturale: la Toscana regione-rifugio per intellettuali e giornalisti perseguitati ad esempio, il “marchio etico dei prodotti toscani”, la Banca etica con cui la Regione ha sottoscritto un accordo nel dicembre 2000, il meeting sui diritti umani, i numerosi progetti di cooperazione decentrata, il sostegno all’abolizione del debito ai paesi poveri, l’impegno per ridurre le emissioni dei gas serra in atmosfera oltre il 30% fissato dal protocollo di Kyoto, la legge regionale che vieta la coltivazione e la produzione degli Ogm, il sostegno all’agricoltura biologica, l’appuntamento di San Rossore a luglio sui temi della globalizzazione».