Un impegno del Sindaco e del Presidente del Consiglio comunale per il salvataggio della Fiorentina è stato chiesto dalla capogruppo di Rifondazione Comunista Monica Sgherri. «La tifoseria - ha aggiunto la Sgherri - merita il massimo rispetto e Cecchi Gori deve passare la mano ad imprenditori più capaci di lui». «Firenze - ha concluso la capogruppo di Rifondazione Comunista - ha imprenditori e capitali per salvare e rilanciare la squadra viola. La crisi della Fiorentina non può e non deve lasciare indifferenti i grandi gruppi economici locali.
Ora serve un sussulto di orgoglio: Firenze dimostri di non essere una città bottegaia».
«Il Presidente del Consiglio comunale Alberto Brasca ed una delegazione dell’assemblea di Palazzo Vecchio vadano a Roma per incontrare Vittorio Cecchi Gori e capire quali sono le sue vere intenzioni sulla Fiorentina». La proposta è del consigliere di Forza Italia Massimo Pieri secondo il quale «il Consiglio comunale, espressione di tutta la città, ha il diritto-dovere di sapere quale sarà il futuro non solo di uno dei suoi simboli più cari ma anche di un’azienda che fattura svariate decine di miliardi».
«Siamo pronti a partire subito - ha spiegato Pieri - per poi riferire alla seduta consiliare di lunedì. E siamo sicuri che Cecchi Gori ci riceverà: altrimenti offenderebbe tutta Firenze».
«Siamo anche pronti a dare un aiuto concreto - ha concluso il consigliere di Forza Italia - attingendo a tutte le professionalità giuridiche, economiche e finanziarie a nostra disposizione per far sì che la Fiorentina non svenda i suoi beni più preziosi. Se la società deve mettere sul mercato i migliori giocatori lo deve fare nel modo migliore possibile e l’attuale management non ci sembra in grado di farlo con l’opportuna professionalità».
Questo il testo della lettera aperta dei consiglieri Massimo Pieri (Forza Italia)e Gabriele Toccafondi (Azione per Firenze) a Valeria Pestelli Cecchi Gori:
«Cara Signora,
siamo costretti a scriverLe perché, purtroppo, abbiamo già vissuto una situazione simile undici anni fa, con la gestione Pontello.
Ieri come oggi c’era una società allo sbando, il simbolo di una squadra veniva messo all’asta per far cassa ed una città si riversava nelle strade inferocita per essere stata ingannata. Ma ora non vogliamo più rivedere quelle scene di guerriglia urbana che funestarono la città per giorni, arrecando una grave danno all'immagine di Firenze. Il momento è particolarmente difficile e non ha certo aiutato a far calare la tensione la mancanza di chiarezza e trasparenza di suo figlio Vittorio.
Possiamo capire le difficoltà economiche ma non tolleriamo, anche come tifosi viola, di essere presi in giro. In Lei abbiamo sempre visto una fiorentina attaccata alla città ed alla squadra del cuore, una persona pacata e di buon senso. E proprio a Lei chiediamo un altro atto di amore per Firenze: convinca sua figlio a cedere la Fiorentina calcio. In questo modo la sua famiglia potrà essere ricordata con onore e non per avere distrutto uno dei simboli più cari a tutti i fiorentini».