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Teatro Romano di Fiesole: la musica degli anni '30 e '40 cantando sotto la pioggia

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
20 giugno 2001 01:21

Pioveva potentenmente ieri sera al Teatro romano di Fiesole. Cosa è successo? Gli spettatori si sono riparati come potevano, ma la musica non si è fermata, musicisti e cantanti sono rimasti sul palco, magari coperti da teli di plastica, ma in scena a dispiegare una serata bagnata e divertita (persino un gatto ha fatto capolino dal proscenio!) per presentare un disco, i cui proventi saranno devoluti a sostegno del Conservatorio di Sarajevo.
“Abbassa la tua radio” è un viaggio nella memoria attraverso indimenticabili melodie che hanno fatto la storia della musica italiana, e che rimandano ad interpreti quali Natalino Otto, o Alberto Rabagliati.

"Ti parlerò d’amore” e “Se fossi milionario”, “Parlami d’amore Mariù” e “Silenzioso Slow”, “Mille lire al mese” e “Dove sta Zazà”, “Baciami Piccina” e “Il pinguino innamorato”, ma anche "Camminando sotto la pioggia" di Macario, una sfida al destino della serata.
Questo spettacolo ideato da Stefano Bollani e dedicato alle musiche degli anni ’30 e ’40, pareva animato dalla ricerca di una chiave di lettura per reinterpretare il repertorio della musica leggera e scoprire cosa ad esso ci lega.

E l'inventiva con cui i 18 tra cantanti e strumentisti in scena hanno risolto l'emergenza temporale suggeriva una risposta.
Ciò che ci avvicina ancora alle canzoni dei nostri nonni non è un modello musicale, una chiave stilistica, un ritmo base, ma semplicemente il gusto della "melodia" che fa grande la tradizione italiana e che non si insegna e non si può imparare, perché è il frutto geniale dell'inventiva, della creatività che unisce autori oggi ignoti ai compositori classici, o alla canzone di scuola napoletana.

La melodia è un tesoro che va a ruba su tutti mercati, che fa ricchi come cercatori di diamanti, che può trasformare un incolto strimpellatore in un venerato maestro.
E' per questo che ieri sera sono stati ricordati i dimenticati Ernesto Bonino, o Silvana Fioresi. Come, chissà, tra 50 anni si rammenteranno i motivetti composti dai Ramazzotti, Fornaciari, o Bocelli, contemporanei talvolta mal sopportati, ma autori (proprio loro!) di melodie che restano in mente e fanno il giro del mondo. Ironia della musica.

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