"Vorrei dare un ordine di grandezza di cosa sono 10.000 metri cubi, quando noi qui spostiamo 10 milioni di metri cubi: 10.000 metri cubi sono (…) 20 camion di terra, per intenderci": lo ha dichiarato giovedì 19 aprile ai microfoni di Radioacolori (Radio Uno) l'ing. Carlo Silva, direttore generale del CAVET (il consorzio di imprese a cui il general contractor FIAT ha affidato la costruzione dell'Alta Velocità sotto l'Appennino tosco-emiliano), rispondendo a una specifica domanda del conduttore Oliviero Beha.
In questi termini è stata descritta l'entità dell'ammanco rilevato in una nota ufficiale dall'Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale della Toscana.
Secondo il direttore generale del Consorzio di imprese a cui è stata affidata la costruzione del tunnel più lungo d'Italia (la galleria di Vaglia per l'Alta Velocità ferroviaria fra Firenze e Bologna), i 10.000 metri cubi di terreno spariti da un cantiere TAV in provincia di Firenze (a Firenzuola) equivalgono dunque a "venti camion".
Nessuno ha commentato in radio i risultati dell'equivalenza proposta dall'illustre ingegnere, francamente difficili ad accettarsi anche così a occhio nudo.
Idra (aderente ad Alternativa ai progetti TAV - Federazione Nazionale dei Comitati e delle Associazioni) si è documentata la sera stessa proprio presso l'ARPAT, nel corso di un incontro pubblico sui danni all'ambiente provocati dall'Alta Velocità alla periferia di Firenze, nel comune di Sesto Fiorentino. I responsabili dell'Agenzia regionale per la Protezione Ambientale della Toscana (dott. Roberto Gori e dott. Piero Biancalani) hanno spiegato che un camion, quando è proprio pieno zeppo fino all'orlo, porta 18-20 tonnellate di terreno.
Dunque, con una semplice divisione, si ricava che 10.000 metri cubi di terreno scavato dalla montagna e sparito chissà dove fanno non 20, ma almeno 500 camion.